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La ruota comincia a girare al contrario
La ruota comincia a girare al contrario, comincia il riflusso… ma alla fine, in un modo o nell’altro, tutto si sistema! Chi si è “macchiato” di colpa viene fuori lindo e puro, chi ha fatto in modo che la colpa venisse smascherata è costretto a far le valigie, vedendo intorno a sé solo terra bruciata e sguardi sfuggenti. E così, la quotidianità di un piccolo paesino come “Palizzolo” torna a sopravvivere: tra le liti dei soci dell’aristocratico Circolo “Onore e Famiglia”; tra le prediche dei parroci delle otto chiese del paese, corredati dal rispettivo stuolo di “fedeli”; tra le avventure e le sventure di un capitano dei Carabinieri (piemontese spedito in Sicilia!) e di un avvocato-giornalista. E quest’ultimo diventa, suo malgrado, il protagonista della storia, visto prima come il diavolo in persona, poi come l’esempio del coraggioso che ha agito da idealista, poi nuovamente come blasfemo e sovversivo. Il Don Chisciotte delineato da Camilleri è un avvocato che difende gli ultimi, affiancando alla sua vicinanza nei confronti dei più deboli il suo lavoro di giornalista pungente e realista. Ma ciò lo rende inviso agli occhi dell’aristocrazia temporale e spirituale: è lui che difende “ i morti di fame, quelli che non hanno gana di travagliari, i sovversivi, i privi d’onore” e sono sue le “nefandezze con tutta evidenza ispirate dal diavolo”. E malgrado si aspettasse un minimo di riconoscenza da parte dei suoi compaesani, “la rota ha principiato a girari all’incontrario…”.