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Il carnevale dei delitti
 
Il carnevale dei delitti 2011-12-13 13:43:29 Marghe Cri
Voto medio 
 
3.0
Stile 
 
3.0
Contenuto 
 
3.0
Piacevolezza 
 
3.0
Marghe Cri Opinione inserita da Marghe Cri    13 Dicembre, 2011
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Un giallo psicologico

Il commissario Giordàn ha due eccellenti collaboratori nella risoluzione dei casi che gli vengono affidati: sua nipote Gabriella e il suo amore per la pesca.
La prima, grazie alla vivacità e intraprendenza intellettuale, gli fornisce spunti interessanti legati ad un modo diverso di vedere la realtà, l’altra lo obbliga alle lunghe attese che consentono al suo cervello di esplorare in libertà le infinite possibilità di risoluzione di un caso complesso.
E così, come per Montalbano il cibo, per Giordàn le acque calme del lago di Como sono lo stimolo per sviscerare gli eventi complessi legati alla soluzione del caso dell’assassino delle maschere.
Un assassino che uccide giovani donne senza un movente riconoscibile, con ferocia e senza lasciare tracce, se non una maschera sempre diversa posata sul loro volto dopo l’omicidio. Un killer seriale che agisce indisturbato in città diverse ed in condizioni di estremo rischio senza sbagliare una mossa.
Il caso inestricabile viene alla fine risolto da Giordàn in modo quasi esclusivamente deduttivo.
Il libro presenta spunti interessanti, soprattutto nella figura del commissario che è qui alla sua prima apparizione e, come apprendo dalle informazioni nella quarta di copertina, appare in due successive opere dell’autore, nel corpo delle quali sono sicura che sarà stata ulteriormente delineata e scolpita.
Ne vale la pena perché il personaggio è abbastanza originale e simpatico.
La storia ha una sua complessità ed il mistero tiene per buona parte del libro: da tre quarti in poi la soluzione è abbastanza evidente per il lettore, ma rimane interessante verificare le modalità di svolgimento dell’indagine ed i percorsi logici seguiti da Giordàn.
Lo stile è semplice e scorrevole e la suddivisione in capitoli a volte molto brevi consente all’autore di raccontare la storia dal punto di vista del commissario e, alternativamente, da quello dell’assassino.
Quello che manca, a mio avviso, è un ritmo più serrato, ma è un fatto di gusti e di ambientazione: un panorama lacustre comporta ritmi più lenti e contemplativi che non l’immersione nelle strade frenetiche di Londra o New York, me ne rendo conto.

"Non era soltanto per la fioritura delle azalee o per i sentieri attraverso il parco. E le limonaie che, con le zagare e gli ovali appuntiti degli agrumi, ricreavano un angolo di sud.
Per le sculture del Canova che abbellivano le sale di villa Carlotta.
Non si trattava soltanto di queste amenità.
C’era qualcosa in più, nel suo paese, Tremezzo. C’era un aroma speciale, il profumo del lago. Pieno di ricordi."

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Commenti

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Buona recensione, mi piace.
Syd
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13 Dicembre, 2011
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Grazie Marghe Cri, per avermi letto e commentato. Con simpatia, Bruno
In risposta ad un precedente commento
Marghe Cri
08 Gennaio, 2012
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é stato un piacere!
Molti auguri per la tua attività :-)
bruno come faccio ad averlo?
paola
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