Dettagli Recensione
Che confusione!
Finito di leggere questo libro, mi trovo a dover dare un giudizio: non qui, ma una cosa mia personale che faccio sempre. Questa volta, senza rielaborarlo, è esattamente quel giudizio che voglio condividere con voi.
Da una parte trovo una trama interessante, sicuramente un'idea particolare sviluppata sul più grande poeta del nostro paese; dall'altra...beh, dall'altra uno stile complesso rende il romanzo di una pesantezza indescrivibile. La sintassi delle frasi è complessa, spesso c'è un "pensiero nel pensiero", separato da sole virgole; diciamo che ci sono "incisi degli incisi" e arrivare a fine frase seguendone il senso è davvero difficile. Non nascondo che più d'una volta son dovuta tornare indietro a rileggere, da inizio frase.
Ad un'idea secondo me geniale è quindi affiancato uno stile così pesante, una sintassi così strutturata da rendere la lettura un vero mattone. E non voglio dire che non ho apprezzato il romanzo; la verità è che l'entusiasmo della bella idea è totalmente smorzato dallo stile. E confesso anche che alcune parti sono come dei buchi neri nella storia, perché pur avendoli riletti li ho trovati espressi talmente male da non voler farmi venire l'emicrania per poterli comprendere.
Un vero peccato. Mi ha intrigato la caratterizzazione dei personaggi e le vicende, l'idea del presunto 4o figlio del sommo poeta (sarà poi un'idea...?) e i nove novenari nascosti nella Divina. Ma tutto questo non basta a farmi dare un voto positivo al libro, mi spiace. Lo stile è tutto; e un libro, per essere leggibile, deve essere scorrevole oltre che interessante.
Ah, dimenticavo! Odio le troppe citazioni in latino: mi hanno dato spesso l'impressione di voler dimostrare obbligatoriamente la grande cultura dell'autore, ma non tutti abbiamo studiato latino e innervosisce vederlo così spesso!