Dettagli Recensione
Bologna, incancellabile...
C'è l'oscurità, ai limiti della città.
Questo cantava Bruce Springsteen nel 1978, mentre l'Italia cominciava a morire.
Il nuovo romanzo di Patrick Fogli, Il tempo infranto, ci accompagna in quel cuore di tenebra, in quel buio da cui non saremmo mai usciti.
Il buio c'era già prima, c'è stato pure dopo, ma dal 1978 al 1980 ha lasciato una firma di sangue sullo stivale. Il cuore del romanzo è l'attentato alla stazione di Bologna, e si vede che Fogli ha respirato quella polvere da quando era bambino. Il romanzo sembra un racconto reale, sembra che i personaggi siano persone vere, probabilmente perchè molte di loro lo sono. La prima parte è un po' lenta, forse perchè bisogna trovare un posto comodo dove sedersi nella macchina del tempo, ma dalla scena dell'attentato in poi secondo me è una collezione di momenti indimenticabili.
I misteri italiani sembrano davvero essere stati svelati, la veridicità e verosimiglianza si confondono, il lettore è catturato dalla voglia di scoprire quello che accadde veramente.
Nel buio dell'Italia attuale, non è poco.