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Il Divoratore: caso editoriale ?
CASO EDITORIALE DELL'ANNO......bhè devo ammettere che questa scritta a caratteri cubitali sulla copertina ha attirato la mia attenzione e mi ha convinto a comprare il romanzo. Fiducioso, ho iniziato a leggerlo e le prime 50 pagine mi sono sembrate avvincenti, verosimili, crude, ma nello stesso profonde. Confidando pertanto in una buona lettura, mi sono addentrato tra le pagine del libro alla ricerca di una svolta, ma pagina dopo pagina sono rimasto deluso e quasi senza accorgermene sono arrivato al finale,fin troppo fantasioso per i miei gusti. Dopo averlo concluso ho pensato al significato del testo e ho capito ciò che l'autrice voleva rappresentare con i suoi personaggi: il bambino autistico che viene ridicolizzato per la sua condizione, ma che possiede un grande dono; un ragazzo denigrato da tutti che crea un mostro onirico fatto di puro odio a rappresentare i sentimenti, spesso impulsivi e sconsiderati che provano spesso i giovani; un fratello che ha paura di esporsi per difendere il proprio; dei ragazzi comuni pronti ad avventarsi contro il diverso. Il romanzo si pone così come una rappresentazione del mondo dei bambini, in cui ci sono dei "bulli" che vengono puniti da un essere spietato e aberrante creato dalla contorta mente di un giovane che odia i suoi coetanei. Il significato del romanzo è più profondo di quello che pensavo, ma nello stesso tempo la storia, in cui finzione e realtà creano soltanto confusione e lasciano interdetti, continua senza avere una svolta decisa che incuriosisce il lettore e lo spinge a continuare. Nello stesso tempo però ho apprezzato lo stile della scrittrice che ci regale frasi significativa che purtroppo si alternano a parole altisonanti che non giovano al racconto. "Il Divoratore" è un libro che si divora(il mio non vuole essere un gioco di parole) e leggibile in poche ore poiché è molto piacevole. Non mi sento né di consigliarlo né d'altro canto di sconsigliarlo. Il romanzo si presta bene ad una lettura leggere, da cui non ci si deve aspettare troppo e che forse può deludere per il miscuglio, eccessivo, tra fantasia e realtà. Al di là di ciò apprezzo lo stile della scrittrice e potrebbe avere un futuro, almeno da quanto ho letto fino ad ora. Ma se volete un consiglio, quando andate in libreria, prima di comprare un libro perché è "un caso editoriale", riflette bene.
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