Dettagli Recensione
La gabbia criminale
La mente umana è davvero la parte dell'uomo che non finisce mai di stupire, il metro di studio è sempre aleatorio e suscettibile a modificazioni. Questo per dire che basta un piccolo ricordo del non-ricordo che col tempo si ragguagliano al proprio posto tutti i tasselli di un puzzle. Quello che è successo al professore in pensione, Alberto Sartini è l'esempio del ricordo "ingabbiato" in un vicolo dapprima cieco che poi diviene chiaro e netto come la luce del sole. Siamo nell'Italia del nord, è da poco finita la seconda guerra mondiale e c'è ancora la fame, si compie un delitto efferato, muoiono un uomo terribile e la moglie e di conseguenza subentra la morte morale di altre anime innocenti che poco alla volta si spingeranno alla deriva: Franco, Eva, Carlo, Bruno, Maria la longa e la povera Caterina (che mi ha fatto più pena di tutti). Tutti diversi e tutte vittime dell'omertà, del pregiudizio e della rassegnazione che le cose disumane devono rimanere sepolte nell'ombra.