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Odore di chiuso
2011-04-05 20:36:12
gracy
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Discreto
In questo libro gli odori non mancano proprio, quello di chiuso è proprio quello che si sente meno, anzi trionfano gli odori della campagna della Maremma, della pioggia umida, dei funghi porcini, della giovane Italia da poco unita, della vecchia nobiltà obsoleta e poco avvezza al nuovo cambiamento, del polpettone al tonno all'uso zingaro, anche dell'ammoniaca acida dell'urina di chi ha mangiato asparagi. Già...niente DNA, niente impronte digitali, siamo nella seconda metà dell'ottocento, ma intuito e coincidenze illuminanti.
Come dice il Giusti:Il fare un libro è meno che niente, se il libro fatto non rifa la gente.
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