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Recensione
La trama del racconto è semplice e lineare. Un po' forzata in alcuni punti. L'inizio rimane coerente, ma sembra prendere una rincorsa notevole nel corso del terzo omicidio. Forse è un distacco troppo celere dal ritmo adottato durante la descrizione dei primi omicidi. Errato l'uso dei sogni, almeno secondo l'interpretazione freudiana, ma trovo abbastanza coerente e brillante l'adattamento della teoria al "divoratore". Antagonista atipico, forzato. Non è reale e non è possibile, tale scritto allontana il genere dal romanzo "reale" avvicinandolo al fantasy. Gli idiot savant o gli autistici affetti dalla sindrome Asperger o comunque i borderline maniferstano incredibili capacità in relazione con una parte del loro cervello, come l'arte o la matematica. Sono state dimostrate connessioni anche con la mnemonica della predizione, ma è impossibile rendere la psiche, un pensiero quindi astratto, materia concreta e fornire a questo la vita.
Lo stile di scrittura è sobrio, scorrevole e lineare. Si adatta al ritmo del racconto e contiene delle sfumature poetiche che valorizzano oltremodo la lettura del romanzo. Non ho apprezzato particolarmente la storpiatura delle parole nelle grida con l'aggiunta di vocali. E' preferibile, da parte mia, il carattere maiuscolo per esprimere un grido e il punto esclamativo. Il ritmo è buono, forse veloce alla fine, ma lineare. L'utilizzo di capitoli brevi valorizza l'ultimo punto.
I personaggi sono ben caratterizzati nel loro stile, non sono trascurati. I temi trattati sono interessanti, così come in genere l'argomento psichico che è una delle zone che affascina da sempre il lettore.
La relazione Divoratore/Denny è buona. Si rivela un appagamento di desiderio nonostante sembri un incubo. Il sogno "vivente" difatti vendica il suo creatore censurando tale piacere con la malvagità e allo stesso tempo non facendolo sentire solo. Marginale il reuolo del secondo autistico. Trascurato e messo poco in risalto il ruolo di Stefano e della educatrice del secondo autistico.
In linea definitiva un buon romanzo, corto quanto basta per mantenere la suspance, ma niente di eccezzionale. Non riesce a superare il Suggeritore nello stile, seppur si confermi come un buon libro dal nome italiano.
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Donato Carrisi
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bella
:))))
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