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gli spietati
Veloce e asciutto come la sceneggiatura di un film di denucia anni '70 di Petri o Damiani, con L'intermittenza troviamo un Camilleri ben diverso da quello dei gialli di Montalbano o dei romanzi storici siciliani. Si tratta di una saga che si dipana veloce nel giro di solo alcuni giorni nel mondo spietato e corrotto della grande industria italiana, tra capi famiglia scaltri ma vecchi e senza un seguito dinastico valido, amministratori delegati arrivisti e senza scrupoli, sopraffatti a sua volta da vicedirettori scaltri e calcolatori che ne seducono le consorti, donne bellissime, zoccole e senza scrupoli. E poi nuovamente giovani bellissime nipoti di ex magnati dell'industria che tentano la scalata usando il proprio corpo come ultima e unica risorsa disponibile, segretarie votate a custodire segreti cruciali sedotte da abili manipolatori; e in fondo, proprio sul fondo, un mare di povera gente, di operai, di formiche spazzate via dal vento impetuoso dell'avidita' e del potere. Una scelta imprenditoriale guidata dal calcolo politico corrotto mette in ginocchio dall'oggi al domani centinaia di lavoratori ai quali disperati non resta che barricarsi sulle ciminiere nel tentativo sempre vano di scongiurare il peggio. Un racconto veloce, incalzante, che corre via in un fiato lasciando amarezza e pessimismo, ma non certo incredulita', in quanto la realta molto spesso - forse anche in questo caso - supera la finzione.
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ciao,Gio