Dettagli Recensione
la 'monnezza' è oro
La volontà di porre l’attenzione sui crimini contro l’ambiente e denunciare l’operato delle cosiddette eco-mafie ha dato vita a ‘Verdenero’, la collana in cui quest’opera di Wu Ming è stata pubblicata per la prima volta. Portare le problematiche della criminalità ambientale nella letteratura (come in altre forme d'arte e comunicazione) è un intento da lodare, soprattutto in un paese che ha fatto della reticenza verso i delitti sull'ambiente una tendenziale costante. Come descrive Roberto Saviano (e altri con lui), il bel paese è oggi costellato di discariche abusive che nessuno denuncia, di rifiuti tossici seppelliti nelle campagne in cui si coltivano ortaggi, di porti e autostrade in cui si compiono continuativamente traffici di merci contraffatte e di materiali velenosi da cui la criminalità trae arricchimento. E’ il marcio d’Italia che avanza, imperterrito.
E dunque, la penna multipla del ‘collettivo’ si confronta con questo tema quanto mai attuale, e lo fa raccontando di uno scambio ‘commerciale’ per conto di un’organizzazione malavitosa, una delle tante operazioni in cui un TIR transita dal sud al nord per consegnare merce illegale e fare il pieno di rifiuti.
Al di là delle intenzioni, il racconto non si dimostra però veramente incisivo e, complice forse la brevità del testo, si distanzia dai rapimenti letterari a cui gli autori ci hanno ben abituati da anni. Alcuni l’hanno definito un’opera minore di Wu Ming, e forse è così: in ogni caso, è da riconoscere il merito di aver aggiunto una voce ad una denuncia che non può essere taciuta.
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