Dettagli Recensione
Come al solito: affascinante.
Penultima avventura del mio italianissimo eroe Bacci Pagano; l'ultima, "Colpi di coda" è già al calduccio nella mia libreria, ma aspetterà il suo turno, con pazienza.
Ritorniamo a Genova, stavolta, dopo la parentesi sarda del precedente romanzo, che Morchio ha secondo me voluto per un tributo all'amata Sardegna.
La sua Genova , descritta magistralmente, con dei "tocchi" da artista.
In questa storia , il nostro investigatore deve aiutare un vecchio conoscente, uno psichiatra soprannominato Il Gigante, alcoolizzato e con tendenze suicide.
Bacci aveva conosciuto l'uomo vent'anni prima in occasione di un'indagine in Thailandia, la morte di un ragazzo. Così, di malavoglia , si rifugia nella sua villa, con la giovane moglie del medico , un pò ambigua...
E Qui decolla la storia, che ciascuno andrà a scoprire, se lo ritiene!
Il romanzo è tutto un intrecciarsi di presente e passato, e , soprattutto , non è un giallo tradizionale, che segua i canoni classici; indulge molto sulle sfumature psicologiche dei personaggi, che sono molto bene caratterizzati.
Non posso trattenermi dal citare alcune righe, che mi piacciono particolarmente...
Forse, avulse dalla storia, sembreranno strane, ma mi "intrigava" questo concetto.
Premessa:la protagonista delle parole è Mara, la sua storica donna, quello che lo chiama bonariamente "L'analfabeta dei sentimenti" ( nota mia: QUANTI analfabeti dei sentimenti ci sono in circolazione??)
"...Erano trascorsi diversi mesi, dall'ultima volta che avevamo fatto l'amore.
La nostra storia era diventata questo, estemporanei sussulti su un mare piatto e senza sole.
In questi anni Mara aveva avuto diverse storie e aveva anche provato a giocare l'azzardo di una nuova relazione importante.
Di quelle che portano all'altare e da cui può arrivare un figlio.
Ma era finita male e non ne avevano fatto niente. Nè dell'altare, nè del figlio.......
Quelle poche scopate che siamo riusciti a racimolare dopo la fine del nostro amore avrebbero potuto aver luogo comunque.
Anche dopo l'altare e il figlio, e persino se avesse deciso di farsi suora.
Perchè quello che ci legava era il sesso.
E il sesso non ha bisogno di crismi, per trovare soddisfazione.
E' indifferente alle carte dello stato civile non meno che ai legami sentimentali sui quali si investe per costruire il futuro".
Bella storia!