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un mattone ben orchestrato
È senz’altro scritto bene: anzi, più che scritto bene, visto che ne Il Suggeritore l’autore ha saputo imprimere un ritmo e una scansione delle frasi ben architettate. Però lasciatemi dire che c’è una trama che non finisce mai: e l’omicida seriale è già visto in tutte le salse. “Buio” di Dacia Moraini è senz’altro migliore, e non ti devi sorbire un mattoncello di circa 500 pagine come il libro di Carrisi. L’eroina, il personaggio principale della storia, ha tutte le forme tranne che quelle femminili. Non si trova femminilità in questo personaggio, magari diamo la colpa al suo stato psicologico, alle sue turbe psiche, al pregresso dramma che attinge più alla scrittura poetica che alla resa credibile dei fatti. Inverosimile. Vabbè. La scena d’amore che la coinvolge mi pare priva di erotismo: dico erotismo consono alla psicologia del personaggio. Il finale del romanzo lascia perplessi: finale regalato, alla sanfasò, e dopo che hai tanto letto non glielo perdoni all’autore!
Il genere narrativo è attinente al genere di certa scrittura americana, e allora? Mica devo valutare un romanzo se ben s’infila in un genere letterario rispetto a un altro. Difatti, se ho citato “Buio”, un libro a tutti gli effetti “italiano”, un motivo per me deve esserci. I luoghi che narra Carrisi sono di seconda mano: privi di sapori e atmosfere: sono luoghi “letterari” e, in quanto tali, rendono l’idea, ma a fine lettura ti rimane un mazzo in mano.
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