Dettagli Recensione
Un'altra favola triste.
Ecco la seconda favola della Trilogia della metamorfosi.
Bella e struggente.
Qui ritroviamo il dialetto "camillerese" che tanto abbiamo imparato ad amare,- ed a comprendere, ormai!
Il romanzo si ispira la mito di Niobe, infelice madre di sette maschi e sette femmine, uccisi dagli dei, e che fu poi , per pietà del suo dolore, trasformata in roccia.
E' la storia dolente di una maternità; prima desiderata, poi goduta con trepidazione.
Quando, in seguito ad una violenza brutale, tutto sfuma, e restano solo il dolore e la rabbia impotente...qui si entra nella favola.
Minica, la protagonista, si richiude in sè stessa; desidera solamente diventare albero, e così dare frutti.
Il marito per amore la asseconda; accetta di innaffiarla, potarla...e lei a poco a poco incomincia la trasformazione: i capelli in fronde, le braccia in rami; i piedi in radici.
Romanzo, dunque, con tante sfaccettature. Tratta il tema della maternità; dell'amore e della dedizione; del potere, con le sue prepotenze...
La vicenda si svolge infatti nel periodo fascista , di cui è tratteggiato un efficace affresco.
Il finale , pur essendo positivo, non manca di un fondo amaro. ...Lascio al lettore il gusto di scoprirlo, attaverso la lettura di una storia toccante in ogni pagina!