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Appunti di un venditore di donne
Milano, 1978, ristoranti di lusso, notti di cabaret, locali notturni, ma anche di bische clandestine e prostituzione. E' in questo scenario che si muove il protagonista di questo romanzo; Bravo, così si fa chiamare, è un uomo con molto carisma, le donne subiscono il suo fascino e ammirano la sua bellezza, ma lui non ne approfitta, non può; è evirato. Ha subito questa devastante menomazione da ragazzo e ora è un uomo freddo, cinico. Di mestiere vende le donne, fa da tramite nel mondo della prostituzione ad altissimo livello. Improvvisamente è invischiato in un terribile giro di omicidi e terrorismo, qualcosa di molto grosso e pericoloso. E' innocente, ma è ricercato da polizia e malavita e da solo dovrà liberarsi della ragnatela che gli hanno costruito intorno.
Giorgio Faletti ci immerge molto bene in un'atmosfera noir. Bravo, in prima persona, racconta e la Milano, che diventerà “Milano da bere” è lì, sotto i nostri occhi, ricchezza e pericoli compresi. Tinte fosche, personaggi loschi, bellissime ragazze che hanno scelto una strada breve per il denaro, basta non guardarsi tanto dentro, la mattina allo specchio. Si respira un'aria vera, di notti milanesi, ma la narrazione in prima persona toglie tantissimo alla suspence, al thrilling e la trama, complicata, con doppi e tripli giochi, è densa di coincidenze e di “quant'è piccolo il mondo” da stare in piedi con qualche fatica di troppo.
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