Ad occhi chiusi
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L'arte della cedevolezza
Dopo la sensazione di piacevolezza che mi aveva lasciato il primo libro dell'avvocato Guerrieri, gli ho voluto dare fiducia e così ho letto anche il secondo capitolo della serie.
Ormai l'avvocato con tutte le sue "peculiarità" diventa sempre più "familiare", ed è qualcuno a cui è facile affezionarsi.
Questa volta il caso che gli si presenta è davvero tosto, una ragazza vuole denunciare l'ex convivente, accusandolo di maltrattamenti e di essere uno stalker, quest'ultima un'arte che l'imputato riesce a fare bene senza farsi beccare e soprattutto con la consapevolezza di uscirne pulito perché lui è uno di quelli che "nessuno avrebbe avuto il coraggio di toccare".
Ma l'avvocato Guerrieri è uno che non si tira indietro e l'incontro con la suora Claudia renderanno queste pagine davvero interessanti.
Gli argomenti trattati sono davvero forti e toccano da vicino l'universo femminile. La violenza fisica e soprattutto psicologica sono elementi che condizionano la vita di molte donne tutti i giorni e Carofiglio ce ne racconta anche il risvolto processuale, in cui spesso la vittima viene trattata alla stregua di una pazza visionaria.
Carofiglio ha il dono di rendere comprensibili le dinamiche giuridiche anche ai meno esperti e di permettere al lettore di capire tante cose che spesso possono sfuggire a chi del mestiere non è.
Anche questo secondo capitolo mi ha soddisfatta, caro Guerrieri, alla prossima avventura, non mancherò di leggerla!
Buona lettura!
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Guerrieri...mon amour.
Non è un segreto, Carofiglio, per me, è come un balsamo.
Un porto sicuro in cui approdare quando voglio coccolarmi.
La sua scrittura, le sue storie, i suoi personaggi, hanno sapore di casa, di consolazione.
Mi piace molto il personaggio dell'avvocato Guerrieri, mi piace la sua fragilità, la sua vena malinconica, il suo sentirsi spesso socialmente inadeguato e la sua ironia dolceamara.
Conosco i suoi dubbi, le sue incertezze, e mi ci riconosco.
E poi adoro seguirlo per le strade della sua Bari notturna, silenziosa e custode di tutti i pensieri tormentati delle sue notti insonni.
In questo romanzo Carofiglio affronta temi particolarmente scottanti e attuali: la violenza sulle donne, lo stalking e l'abuso sui minori consumato fra le mura domestiche.
Direte..."niente di nuovo"...già, tutto abbondantemente affrontato in letteratura, ma Carofiglio lo fa in punta di piedi, senza pretesa di scavo psicologico da grande conoscitore dell'animo umano, ma con gli occhi di chi si imbatte in queste realtà senza esserne preparato, e quindi ne accusa il colpo e lo sgomento in maniera del tutto genuina.
L'identificazione, quindi, è immediata. L' emozione anche.
Alcune pagine sono davvero toccanti.
Ho trovato un giusto dosaggio ed equilibrio tra terminologia tecnico processuale, suspance e introspezione.
Tutto è comprensibile, anche per chi, come me, non è avvocato e non "mastica" il mestiere.
È un giallo giudiziario che, oltre alla trama principale, vive di tante sotto-storie capaci di rapire il lettore, di farlo sentire piacevolmente "dentro" le pagine, complice anche la qualità della colonna sonora che Carofiglio non manca mai di regalarci, i continui rimandi alla buona letteratura (su tutti "Le notti bianche"), all'arte (Hopper)...
In questo libro, poi, ci sono delle "chicche" sulle arti marziali, come la leggenda del salice piangente e il principio della cedevolezza, che chi come me pratica Ju-jitsu da oltre vent'anni, non può non apprezzare grandemente.
"Quando mi sveglio penso sempre proprio questo. Potevo essere tante cose che non saranno, perché non ho avuto il coraggio di provarci. Allora apro – o chiudo? – gli occhi, mi alzo e vado incontro alla mia giornata".
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Il ritorno di Guerrieri
Leggevo di recente un vecchio articolo nel quale Testimone inconsapevole è stato considerato uno dei migliori gialli legali. Sicuramente l'indagine successiva dell'avvocato Guerrieri non è da meno.
In questo romanzo in cui lo vediamo prendere le difese di una suora enigmatica, comincia una lotta all'ultimo respiro sia dentro che fuori al tribunale. Quello che più mi entusiasma di Carofiglio è la sua capacità di creare un aurea di azione del tutto controversa alla tipica lentezza dei tribunali italiani, eleggendo Guerrieri ad avvocato furbo (tipicamente italiano) ma pieno di passione. Guerrieri riesce a farsi strada attraverso il pigro senso di giustizia che pervade gli ambienti giudiziari con una passione, ahimè, frutto dell'irrefrenabile fantasia dell'autore.
Trama semplice ma intrigante, la suspense è ben dosata. Fortunatamente l'autore non si protrae mai inutilmente in descrizioni o commenti pleonastici lasciando spazio ad un racconto più essenziale arricchito solo dall'ironia tipica del personaggio alla quale non si riesce a rinunciare.
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Paura del vuoto
Il romanzo inizia bene, lo stile è scorrevole e non mancano passaggi arguti ed ironici, anche se l'espediente della sigaretta come pensiero ricorrente di un ex fumatore non è tra i più originali.
L'io narrante, avvocato Guido Guerrieri, dà subito l'impressione di uno che ha molto da dire e raccontare, un gran chiacchierone alquanto pieno di sé che mette in mostra le sue fragilità col chiaro intento di catturare le simpatie del lettore.
Nel caso specifico, è la paura di lanciarsi nel vuoto, un blocco che risale all'infanzia con tutti i risvolti psicologici utili per dare il solito tocco di malinconia al protagonista (“Potevo essere tante cose che non saranno, perché non ho avuto il coraggio di provarci”).
Poi c'è la trama principale, un caso di violenza e stalking per il quale Guerrieri accetta di costituirsi avvocato di parte civile col rischio di rimetterci la carriera (l'imputato è uno della Bari bene, figlio di un pezzo grosso negli ambienti giudiziari).
La narrazione, dicevamo, non brilla certo per originalità, i personaggi hanno poco spessore e la noia arriva inesorabile dopo una cinquantina di pagine, soprattutto per chi nutre poco interesse nell'apprendimento delle fasi di un processo penale con relative nozioni giuridiche.
I giochi d'astuzia in aula del Perry Mason all'italiana sono talmente triti che si potrebbe anche riportarli senza spoilerare più di tanto e i cliché sono spalmati un po' ovunque, mentre si indugia troppo in nostalgici ricordi personali che non hanno niente a che vedere con l'argomento.
Ci sono scene che diventano “in bianco e nero” tutte le volte in cui si vuol far capire quanto siano d'impatto, e non può mancare la svolta finale, poco verosimile ma indispensabile per buttare tutto in caciara in un caso altrimenti senza uscita.
Uno scrittore di razza avrebbe affrontato temi drammatici come la violenza su donne e bambini trasmettendo più emozioni e meno nozioni, qui invece tutto ruota fondamentalmente intorno alla figura di Guerrieri con i suoi gusti sofisticati, che si dà del “coglione” per far intendere quanto in realtà sia figo, che rivela piccole debolezze per mettere in risalto grandi qualità, con frasi da film cult americano:
“Perché sei diventato avvocato?”
“Non sapevo cosa fare. E se lo sapevo, ho avuto paura di provarci”.
Già, la paura del vuoto, lo stesso in cui rischia di precipitare la letteratura italiana contemporanea.
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Parola alle donne
Storie di donne, per il “principe (o quasi!) del foro” barese, storie di maltrattamenti e di incesti, storie di possesso e di amore malato, storie che feriscono, che impediscono di vivere, che fanno incattivire, che macchiano per la vita. Storie difficili, che obbligano a delle scelte, che mettono sotto i riflettori i vizietti di “un figlio di papà”. L'avvocato è marcato stretto stavolta, le donne lo trascinano nello loro vicende e lo obbligano a scegliere, a prendere posizione, a schierarsi, pagando, se dovesse fallire, un prezzo altissimo, la sua carriera potrebbe finire nel cestino.
C'è ancora lei, Margherita, la sua nuova compagna è vicina ma non opprimente e ci sono le altre. Quelle che scappano, come la Mantovani, trasferita su richiesta proprio quando era più d'aiuto, quelle che accorrono, come il nuovo pubblico ministero, tanto giovane e inesperto quanto insicuro e,forse, incapace, e quelle oltraggiate. Le vittime che hanno trovato la forza di reagire, che non si sono lasciate sopraffare dallo stalker o dal violentatore, che hanno trovato il coraggio di lottare contro il proprio oppressore, come Martina o come suor Claudia.
E' bravo Carofiglio a muovere il suo Guerrieri, in mezzo a tanta cattiveria. Lo arricchisce di spessore, l'avvocato indugia inizialmente ,il caso è denso, ma è un po' più eroe, Guido, segue il volere della sua coscienza, adesso, non solo il dio denaro e quando è il suo turno non si tira indietro, si destreggia tra i ricatti più o meno velati azzeccando tutti i colpi, forse anche troppi.
Intreccio di vittime di oggi e di ieri, vicende al femminile raccontante con semplicità, puntualità e chiarezza, senza eccessi, senza melodrammi con un uomo al centro: l'avvocato Guerrieri, degno protagonista.
Accattivante con finale al chinino.
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Mi sono innamorata di Guerrieri
E’ il secondo libro di Carofiglio che leggo e non sarà certamente l’ultimo. Ha tutte le caratteristiche della letteratura contemporanea che amo, ben scritta ma non aulica, coinvolgente ma non troppo leggera.
Come nel precedente libro da me letto, “Le perfezioni provvisorie” si tratta di un giallo “legale”, molto ma molto intimistico per certi aspetti.
L’avvocato Guerrieri è alle prese con un caso di violenza sulle donne, e il fatto che l’uomo violento sia figlio di un pezzo grosso della Magistratura barese non gli facilita affatto le cose.
Tratteggia stupendamente tre figure femminili che non si dimenticano facilmente: la compagna Margherita, intelligente e sarcastica, indipendente e protettiva; la vittima della violenza, fragile ma non per questo meno determinata ad avere giustizia; la suora che l’aiuta, figura complessa, misteriosa e per certi versi sorprendente.
E poi c’è lui, l’avvocato Guerrieri. Malinconico e ironico, determinato a puntare alla vittoria finale pur considerando l’incarico quasi un autogol per la propria carriera, sempre attento all’essenza delle persone con cui viene in contatto per lavoro. Ma più di tutto, l’avvocato Guerrieri lotta contro il suo nemico number 1, il tempo che inesorabilmente passa e con il nemico numero due, la monotonia del vivere, che combatte con l’ascolto di buona musica, con la lettura, con un po’ di boxe in compagnia di Mister Sacco.
E, sarà perché sono molto vicina a lui con l’età, sarà che mi immedesimo molto in questo personaggio, sono proprio queste le annotazioni che mi fanno amare Carofiglio, al di là della piacevolezza delle storie e della scrittura che scorre fluida tenendomi incollata alle pagine fino a che non ho finito il libro. E finisce sempre troppo presto, un paio di serate al massimo.
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Se chiudo gli occhi...
In una Bari vista attraverso lo sguardo lucido e ironico dell'avvocato Guerrieri si svolge la vicenda di stalking e maltrattamenti che costituisce il cuore del romanzo.
Come nel primo romanzo, Testimone inconsapevole, anche in Ad occhi chiusi il mio interesse è stato catalizzato totalmente dall'avvocato Guerrieri, dal suo disincantato umorismo e dalla sua malinconica personalità. Questa volta però i personaggi (e uno in particolare, Claudia) sono caratterizzati in modo più profondo ed evidente: passiamo dall'imputato gradasso e violento alla vittima debole e instabile, un po' stereotipati, se vogliamo, ma pur sempre efficaci nell'economia del tutto.
Guido stavolta è difensore di parte civile. Il linguaggio e lo stile utilizzati da Carofiglio fanno sì che anche le magagne giuridiche più complicate sembrino limpide e intellegibili anche da parte di un lettore inesperto a riguardo (seguire Grisham, ad esempio, è un tantino più complicato, sarà anche che il sistema giudiziario americano è così distante dal nostro!).
Sinceramente il personaggio di Claudia non mi ha conquistata più di tanto: non l'ho trovata poi così fuori dagli schemi come mi sarebbe dovuto sembrare, insomma, un po' stereotipato come tutti gli altri.
Ma ripeto, non è una nota di demerito: Carofiglio costruisce storie che funzionano, eccome! che regalano emozioni forti, contrastanti e che lasciano il segno; tutto nella semplicità e linearità di uno stile senza troppi fronzoli e autocompiacimenti che si riconferma quello del romanzo precedente: capace di suscitare ilarità, tensione e riflessioni profonde allo stesso tempo.
I suoi romanzi sono brevi, si "bevono" letteralmente e suscitano in me quella bellissima sensazione di voler tornare a casa a leggere, dopo una giornata di lavoro, perché sono sicura di trovare un rifugio stimolante per la mente e rilassante per il corpo. Con questa seconda avventura ho consolidato l'amore per questo scrittore scoperto da relativamente poco tempo e per il suo personaggio. Lo consiglio vivamente!
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E' un piccolo viaggio
"Se non c'è un Dio per te, non c'è un Dio neanche per me."
Carofiglio presenta un caso di grande attualità, lo stalking: ne delinea in modo chiaro e leggero i punti fondamentali, ti porta con lui in quell'aula di tribunale dove si dibatte il caso di questa giovane vittima, e ti ritrovi seduto lì, in silenzio e in ascolto, talmente coinvolto che alla fine ti chiedi se è a te che stà chiedendo verdetto. Non sei più solo un passivo lettore, ma un attento esaminatore dei fatti e delle testimonianze. Sei anche tu, lettore, protagonista del romanzo che leggi.
Tutto ciò perfettamente integrato con il racconto della sua Bari, così ben descritta nei suoi spazi e odori, e se anche non ci sei mai stato, un pò la conosci anche tu; ma più che i luoghi conosci le sensazioni, le ansie, le paure, le gioie, le soddisfazioni, in una parola i ricordi che affiorano quando, passeggiando di notte per le strade vuote, senti solo la compagnia dei tuoi passi che rimbombano sul cemento, e pensi alla tua vita, trascorsa e vissuta nella tua città.
"Potevo essere tante cose che non saranno, perchè non ho avuto il coraggio di provarci.
Allora apro - o chiudo? - gli occhi, mi alzo e vado incontro alla mia giornata."
Carofiglio mi piace tantissimo, Guido Guerrieri lo conosco, perchè lo sento molto simile a me.
Guido Guerrieri è un altro personaggio che non resta astrattamente sulle pagine che scorrono sotto i miei occhi, ma si è, ancora una volta, materializzato al mio fianco durante la lettura.
E' un piccolo viaggio fatto con lui.
If there is no God for thee then there is no God for me.
Anna Hempstead Branch
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Ad occhi chiusi
Lo stato d'animo in cui ci si ritrova diventa fondamentale per il risultato di una recensione.
Conclusa la lettura del libro mi è venuto subito in mente un apprezzamento sul modo di scrivere di Carofiglio, ritengo sia perfetto, mai banale, puntuale nella descrizione dei sentimenti e dei luoghi che caratterizzano la storia.
Guerrieri è un protagonista che trascinandosi con le sue malinconie, riesce a condurre una parte magistralmente ambiziosa e pertinente nel suo lavoro di avvocato, attraverso la penna del suo autore.
Il contenuto del libro è senza ombra di dubbio di rilievo attuale, purtroppo, l'epilogo sembra riportato da fatti che si verificano molto spesso anche nella realtà.
Tutto questo rende l'opera di una piacevolezza sopraffina, se dovessi descriverla come un sommelier descrive il suo vino dopo la degustazione, potrei dire che l'opera ha una notevole corposità rimanendo vellutata al palato con un leggero retrogusto un po' aspro ed il cui profumo rappresenta un bouquet variegato di aromi floreali tabaccati.
Spero di non avervi annoiato ma il risultato è quello di un libro sicuramente da leggere.
Syd
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Uno dei migliori.
Guido Guerrieri: personaggio che mi è entrato nel cuore, per quel suo essere cavaliere e difensore dei deboli, degli oppressi, ma non senza macchia e senza paura.....
In questa seconda storia, lo ritroviamo più sereno sul fronte delle vicende personali; non altrettanto verso le ingiustizie del mondo e del sistema giudiziario.
La causa che lo attende è di tutto rispetto: difendere una giovane donna dalla violenza fisica e verbale dell'ex amante, uomo potente ed intoccabile, a suo dire..
Una causa impossibile, insomma!
Non c'è una trama ricca di vicende particolari, quanto una vicenda giocata tutta sulla brillantezza verbale dell'avvocato, che riserverà non poche sorprese, prima di mettere la parola fine ad un processo che sembrava senza speranze.
E' la classica storia che si vede finire con rammarico.
Quello che mi colpisce sempre è la profonda umanità di Guerrieri; la sua malinconia sottile; in questa storia, il dolore di non aver saputo comprendere la disperazione dell'amico suicida.
C'è un personaggio molto intrigante e diverso: é Claudia, Suora in borghese, che pratica come lui le arti marziali, e che lo affiancherà nell'indagine per il processo al molestatore.
Ad occhi chiusi è un romanzo sulla violenza; quella esercitata sui deboli, sui bambini, sulle donne. Un romanzo da leggere tutto d'un fiato.
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La seconda è sempre la migliore
Concordo con chi ritiene questo come il romanzo più bello tra quelli di Carofiglio con l'avvocato Guerrieri per protagonista. Molto belli tutti i numerosi personaggi, anche se, personalmente, ritengo Claudia un po' sopra la righe, nel senso che la sento un po' irreale, pur apprezzando molto il modo come le sia stata data piano piano forma e comprendendo come possa poi risultare irresistibile per Guerrieri, o meglio per Carofiglio stesso. Ripeto belli i personaggi e bello l'intreccio che li fa vivere, rendendo tutto scorrevole e molto piacevole. Assolutamente da leggere.
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Ad occhi chiusi
Dei quattro episodi dell'avvocato Guido Guerrieri, questo è quello che che mi è piaciuto più di tutti, non è solo una questione di trama intrigante ed inquietante ma è proprio la profondità che si avverte pagina dopo pagina.
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Ad occhi chiusi
Più che un legal-thriller è un romanzo, scritto quasi in punta di piedi. Con grande soavità Carofiglio ci fa entrare in una storia di violenze e soprusi, di famiglie potenti e di aule di tribunali, sullo sfondo di una città di mare che conosco bene perchè è la mia città. Personaggi reali, veri, con un passato che diventa talvolta presente drammatico, come per Enrico, il cui dramma personale è dramma "umano", descritto dall'autore con grande profondità, tanto che ci si sente quasi addosso la responsabilità della sua solitudine, del suo dolore. Grande Margherita,prototipo delle donne moderne, autonoma ma affidabile, intelligente e perciò discreta, mai scontata. Interessante anche il personaggio di Claudia, la "suora" dal passato misterioso, che sale a galla a tratti, lungo il libro, e che prende forma solo alla fine quando lei stessa rivelerà il suo segreto. Nel complesso, una bella storia, che si legge facilmente e che resta dentro.
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