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Bentornati al Pillar!
Le ambientazioni che avevano fatto da sfondo a “Il porto proibito” tornano in questa serie di volumetti dedicati alle ragazze del Pillar of Post, l’immaginaria casa di tolleranza di Plymouth dove l’amore è in vendita, ma i sentimenti restano puri e onesti.
In ogni volume (al momento ne sono stati pubblicati due) sono contenute due storie autoconclusive ognuna delle quali ha, come protagonista, una delle prostitute del Pillar. In essa seguiamo le vicende personali e viene approfondito il carattere della ragazza. Scopriamo, così, che, nonostante il mestiere esercitato, non certo uno dei più “onorevoli”, ognuna di esse ha un animo gentile e altruista e si dimostra pronta a rischiare personalmente e prodigarsi generosamente e, talvolta, coraggiosamente per aiutare chi ritiene stia subendo un’ingiustizia.
Nel primo volume conosciamo meglio June, una brunetta dai tratti orientali che lotterà per aiutare Tane, un colosso maori. Lui è sbarcato a Plymouth al seguito di una spedizione scientifica in Oceania, ma, ora, abbandonato a sé stesso per la morte dello scienziato che la guidava, è stato imprigionato con la falsa accusa di furto.
A questa storia farà seguito quella di Lizzie biondina esuberante che si innamorerà proprio del figlio dello scienziato, lo aiuterà a “uscire dal guscio” dei suoi studi e a difendersi dagli assalti di un malevolo parente. Infine, forse, anche lei cambierà vita per amore e per lasciare il suo posto al Pillar a Tess che… nel secondo volume ci racconterà la sua esperienza.
Fittamente intessuta con le trame principali, poi, c’è una storia secondaria che fa da trait d’union e colonna portante della serie, unendo i vari episodi in una unica storia che si dipana tra intrighi politici e avventure di mare, caricando di aspettative e domande il lettore.
I vecchi personaggi, già protagonisti de “Il porto proibito”, compaiono come saltuarie comparse o per alcuni brevi camei che ci riportano alle atmosfere già familiari.
Questa opera dell’ottimo duo Radice & Turconi è forse meno profonda e poetica di quanto non lo fosse la graphic novel d’esordio, ma la narrazione è sempre delicata e garbata, mai volgare, nonostante l’ambiente in cui gran parte delle vicende si sviluppano. Le trame sono leggere, ma anche avventurose e ricche di significati. Il disegno di Turconi, poi, è sempre sopraffino, nelle sue ottime, eleganti tavole dipinte con le tonalità sfumate, ma ricche di profondità, dell’acquerello.
Insomma un eccellente connubio di testo e grafica. L’unico dispiacere, forse, sta proprio nel fatto che i volumetti escano a cadenza biennale e, giunti alla fine di ognuno, si resti in trepidante attesa di ciò che potrà capitare ai protagonisti negli episodi successivi. Soprattutto perché, già dalla quarta storia (che conclude il secondo volume), si scopre che la vicenda “fil rouge”, si sta facendo sempre più complessa e appassionante e, dalle quinte di sfondo, tenda ad avanzare verso il proscenio della narrazione per imporsi come il racconto dominante.
Da leggere con la stessa passione e aspettativa con la quale si segue un appassionante serial televisivo.