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Cronache da Rebibbia
Zerocalcare, all’anagrafe Michele Rech, cresciuto a Roma ma di origine francese, è probabilmente il più noto (e forse anche più bravo) fumettista italiano degli ultimi tempi, salito alla ribalta dopo anni di gavetta disegnando e scrivendo storie nel circuito dei centri sociali oltre che per alcune testate e riviste di settore. Si può considerare un’artista completo che disegna e scrive i testi delle proprie produzioni.
Dimentica il mio nome è il quinto libro a fumetti uscito recentemente e segue il clamoroso successo dei libri precedenti (forse sarebbe meglio chiamarle graphic novels), in particolare de “La profezia dell’armadillo”, il primo della serie che ha dato inizio alle avventure di “Calcare” stesso e del suo inseparabile armadillo, una sorta di alter ego, un “amico immaginario” che si palesa a fianco del nostro eroe, sempre pronto a dispensare consigli e suggerimenti. Anche Dimentica il mio nome, come del resto le altre pubblicazioni, è ambientato principalmente nella periferia romana e precisamente nel quartiere di Rebibbia dove Zerocalcare vive tuttora. Pertanto si tratta di una storia dal contenuto fortemente autobiografico che parte da un lutto, la morte della nonna di Calcare, per poi svilupparsi attraverso il meccanismo del flash-back, nel passato raccontando la vita della sua parente. L’infanzia e l’adolescenza passate a Nizza, dove la nonna viene allevata da una aristocratica famiglia russa scappata giusto in tempo dalla rivoluzione bolscevica, il matrimonio con un misterioso signore inglese e le vicende successive che saranno opportunamente svelate in modo da gettare nuova luce sull’alone di mistero che avvolge il passato della nonna e più in generale della famiglia “Calcare”, per lo meno da parte di madre.
In definitiva, rispetto ai precedenti albi Dimentica il mio nome è forse una storia più intimista e matura, che fa solo sorridere e un po’ meno ridere, anche perché prevalgono momenti di tristezza molto personali, peraltro perfettamente calati nel contesto della vita di strada e di periferia in cui non sempre è facile crescere soprattutto se sei un ragazzo chiuso e dotato di molta (troppa) fantasia. A proposito di fantasia anche in questa, come nelle altre storie, vale la pena di evidenziare certi elementi che costituiscono una sorta di marchio di fabbrica di Calcare: la costante presenza di parenti ed amici con le sembianze di animali (tra cui la madre e la nonna appunto), la comparsa di personaggi di fantasia tratti dal mondo dei fumetti, del cinema o dei cartoni animati giapponesi che sottolineano l’anima “Nerd” dell’autore, come “I cavalieri dello zodiaco”, lo spartano Re Leonida del film 300, il cattivo Darth Vader di “Guerre stellari” o personaggi e situazioni della saga fantasy “ Le cronache del ghiaccio e del fuoco” di G. Martin.