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Umano, anche troppo
Avevo già letto diverse opere sulla mafia, compresi il libro intervista di Michelle Padovani e il saggio di Pino Arlacchi citati in questo stesso libro. Avevo già visto anche diversi film. Questa è la prima storia a fumetti, una novità che mi ha consentito di seguire gli stessi avvenimenti da una prospettiva diversa, mi ha aiutato a collegare diversi “fili” sparsi e mi ha insegnato anche qualcosa di nuovo. Inoltre, la storia è ben scritta, ben disegnata, ben strutturata.
La prima parte non è molto scorrevole, ma probabilmente è la complessità stessa della storia rende difficile la narrazione. Le tavole acquarellate, molto belle e realizzate con cura, aiutano a caratterizzare i personaggi e l’ambientazione. Avrei preferito l’utilizzo di caratteri più leggibili, ma nel complesso la parte grafica mi sembra di qualità eccellente: immagini e parole si fondono insieme per raccontare molto di più su un passato recente che troppi non conoscono, conoscono in modo confuso o hanno dimenticato.
Ottima anche la scelta dell’ispirazione ai pupi e ai cunti (il cunto è l’antica forma di racconto orale, da cui è nato anche il racconto fiabesco scritto che conosciamo oggi) di Mimmo Cuticchiu, che consente di agganciare la narrazione a un filone più ampio. Ho apprezzato in modo particolare l’approfondimento delle storie familiari dei protagonisti, perché la società non è altro che “la famiglia della famiglia”.
La storia non è leggera e nemmeno a lieto fine: ho assegnato il punteggio massimo per la piacevolezza valutando il modo in cui è stata raccontata. Un ottimo lavoro, da non perdere.
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