La mano sinistra di Dio
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Devo dire che parlare de "La mano sinistra di Dio" mi riesce abbastanza difficile, perchè ho apprezzato parecchi suoi aspetti mentre ne ho disprezzati altri, ma partiamo dal principio.
Quando vidi per la prima volta questo libro mi colpì parecchio per il soggetto: ordine monastico guerriero, addestramento al limite delle capacità umane nel luogo più inospitale esistente sulla terra; e lo confusi erroneamente per un romanzo storico. Quando,dopo mesi, ebbi modo di trovarlo e di iniziarne a sfogliare le pagine capii che si trattava di un "simil fantasy" (perdonate il francesismo ma non saprei come definire un simile libro dati certi elementi che lo compongono). Inutele riassumere la trama già ben chiara,vorrei parlare di quelli che, secondo me, sono gli aspetti positivi e negativi.
Positivi
La trama: come detto prima ho apprezzato parecchio il soggetto, di conseguenza anche la trama. In generale la si potrebbe riassumere in 5 passaggi fondamentali: introduzione ai personaggi, la fuga, la scoperta del mondo, la disfatta e la conclusione. Le vicende in generale ruotano tutte intorno a Cale,ma questo non diviene chiaro fin quando non si legge il finale. Vengono narrate storie in parallelo, vicende quotidiane,intrighi di corte e ci si perde anche sul narrare i particolari del mondo fittizio creato da Hoffman.
Io sono uno che guarda molto ai particolari e non ho potuto fare a meno di notare la meticolosità posta dallo scrittore nel creare i vari ruoli di comando di ufficiali e nobili, i giochi di potere e qualche elemento di storia riguardo uomini, conflitti e città.
Molti hanno ritenuto fosse un problema unire elementi del mondo reale a quello fittizio di Hoffman, mentre penso che basti vederlo come una semplice realtà parallela alla nostra dove ad esempio L'Unica Vera Fede prende palesemente il posto del cristianesimo e il redentore impiccato altri non è che Gesù Cristo (nel libro viene fatto il nome di Gesù stesso ma non è chiaro se lui e il redentore siano figure distinte).
I personaggi: A fronte di una buona caratterizzazione mi duole ammettere che certi personaggi risultino marginali, basti vedere Riba che fa solo qualche comparsa tra le pagine e nulla più.
Negativi
In primis, il protagonista, Cale, molti lo hanno definito come individuo prevedibile, in tutta sincerità ho trovato questo personaggio davvero complesso e a tratti contraddittorio. Il libro perde delle pagine per definire quanto questo ragazzo sia freddo e indomabile ma dal percorso di vita che stava compiendo io mi sarei aspettato un effettiva sua crescita, mi spiego meglio:
Come ho già detto prima la trama si distingue in cinque fasi principali: introduzione,la fuga,la scoperta del mondo, il disfacimento e la conclusione . Adesso,per quanto io comprenda la crudeltà dell'educazione monastica dei redentori, immaginavo che in qualche maniera il viaggio con Idriss Pukke e l'amore nei confronti di Arbell avrebbero reso Cale un ragazzo nuovo ma vi è solo qualche nota di cambiamento.
La guerra (spoiler): davvero difficile a credersi che il popolo più potente della Terra dimostri una così tale inettitudine sul campo di battaglia, facciamo i seri, lo stesso Maresciallo era stato temprato dalle battaglie passate quindi quello di cui stiamo parlando non è un Popolo che semplicemente oziava del proprio nome e del proprio passato evitando i conflitti,ma un popolo dotato di un'esercito molto sofisticato e ben addestrato e mi ha suscitato non poca ilarità leggere che tra le fila dei Ferrazzi non ci fosse nemmeno un arcere. Hoffman nel suo stesso libro afferma che non sempre i cattivi debbono essere in vantaggio,eppure qui è stato in grado di forzare l'esito di una battaglia.
Il finale: essendo una diretta conseguenza della battaglia non posso dire che mi abbia convinto,anzi, mi sono sorti tanti punti esclamativi, in particolare "cioè tutto questo casino per un finale simile?"
Non penso continuerò la saga, ho apprezzato molto questo libro ma si perde sul finale. Viste certe recensioni e avendo riassunti dei seguiti preferisco tenere un bel ricordo del primo capitolo piuttosto che rovinare tutto.
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Grande Avventura
Allora a me questo libro nel complesso mi è piaciuto. è un libro che scorre bene, molto avventuroso, che ti lascia tranquillamente viaggiare con la fantasia; immaginarsi tutta l'ambientazione e la città diventa automatico, e questa qualità in un libro mi esalta molto .... insomma è un libro dalla grande personalità.
La trama è molto intrigante e ben sviluppata: Thomas Cale, il nostro protagonista, è un ragazzo di 15 anni molto riservato, intelligente, affascinante, violento, sanguinario, senza cuore e senza compassione umana. I suoi genitori lo vendono da piccolissimo ai Redentori e cresce nel loro Santuario, un "luogo di culto" dove vivono diecimila ragazzi come lui. Tutti questi ragazzi, sin da bambini, vengono addestrati in modo durissimo, violento, senza pietà per diventare dei soldati invincibili. Questi duri allenamenti sono uniti ad una vita indecente: i Redentori infatti trattano questi ragazzi peggio delle bestie, facendo loro patire la fame, il freddo, impartendo punizioni corporali e obbligandoli ossessivamente alla preghiera; tutto questo per distruggere le emotività di questi ragazzi perchè solo così possono farli diventare dei veri soldati temerari della morte.
La svolta a questa vita indegna la troverà involontariamente Thomas che un giorno apre la porta sbagliata al momento sbagliato ed è testimone di un atto indicibile, che va contro a quel 'CREDO' che i Redentori gli hanno inculcato fin da tenera età. Il ragazzo a quel punto sceglie di scappare dal Santuario e si porta dietro gli unici suoi due amici e a una ragazza.
Quello che ho scritto adesso è solo l'inizio del libro che a mio avviso è avvincente e sempre attivo. Chiaramente è un Fantasy quindi lo sconsiglio caldamente a storici ed appassionati del vero medioevo...
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Molto Bello
Trovo questo libro molto bello e ben fatto, i personaggi non sono descritti in modo dettagliato fisicamente ma non si può dire altrettanto caratterialmente: quello che mi ha incuriosito di più è il personaggio di Henry il vago che nonostante sia trattato nello stesso modo in cui vengono trattati gli schiavi (come tutti gli accoliti) rimane il più sfacciato di tutti, come se in tutta quella pazzia che gli inculcavano in testa ogni giorno fosse riuscito a tenere una mentalità umana propria a tal punto da prendersi gioco dei suoi superiori. la lettura è molto scorrevole e una volta affezionato ai personaggi non è difficile che sbrani tutto il libro in pochissimi giorni. La forza di questo libro sta nella semplicità dei suoi personaggi, nella loro amicizia e nella narrativa tipicamente da romanzo epico.
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Addestrato per uccidere
Il libro si pare ambientato nel Santuario, una prigione dalle dimensioni colossali e dall’atmosfera cupa. Da lì fugge il giovane Cale che aveva sempre vissuto solo nel Santuario e che affronta quindi tutto un altro mondo da scoprire, i dintorni, i paesaggi e la città di Memphis. Il romanzo è abbastanza noioso, soprattutto in alcuni punti, come ad esempio la descrizione della battaglia finale. La cosa più bella è proprio l’aurea creata attorno a questo misterioso giovane protagonista, dagli occhi senza anima, dal freddo e silenzioso autocontrollo, incapace di controllare la propria aggressività, addestrato ad uccidere per necessità di sopravvivere. Tutto il resto, veramente, non è niente di speciale.
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Un buon incipit aiuta
Come potete evincere dal titolo quello che me lo ha fatto comprare è stato sicuramente il suo incipit molto invitante.
Sono d'accordo con coloro che dicono che a metà libro la storia sembra tranciata, non si capisce ancora se volutamente oppure che l'autore ad un certo punto non sapendo come proseguire abbia preferito questo.
Lo stile usato mi piace molto specie per le descrizioni.
I personaggi non sono dei trattati psicologici come ci si potrebbe aspettare in un libro del genere ma semplici, in bianco e nero senza troppe complesse sfacciettature a parte forse il mio amato Thomas Cale che è quello con maggiore profondità, gli altri sono solo accennti e delineati. Interessante il rapporto che il giovane sempre avere con Bosco. La storia d'amore con Arabel è scontata banale ed a volte rasenta i limiti dell'incongruenza e dell'assurdo sembra messa lì perchè il sesso e l'amore in un romanzo di questo tipo ci devano essere per forza.
Io faccio fatica a considerarlo un fantasy in quanto è una sorta di minestrone che sa di grottesco. Si nota che lui è uno sceneggiatore americano, non mancano infatti le note caratteristiche di una serie televisiva americana e le esagerazioni su alcune parti.
In compenso mi è piaciuto per cui comprerò il seguito per vedere dove andremo a finire.
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Un fantasy diverso dal solito
Il primo di una trilogia(probabilmente) che parte con il piede giusto. La trama è ben sviluppata,riesce a coinvolgere il lettore fin dalle prime pagine. Personaggi ben caratterizzati. Soprattutto il protagonista,Thomas Cale, che subisce un'evoluzione durante tutto l'arco del racconto. Sua peculiarità è la capacità di anticipare di un secondo l'avversario in combattimento, appresa a seguito di un trauma cranico. Con una formazione militare tattica e pratica pressoché perfetta contrapposta ad una inesistente conoscenza del mondo esterno,a seguito della fuga dal Santuario dei Redentori,dove veniva addestrato a suon di combattimenti,punizioni e preghiere,si ritroverà a dover affrontare da un lato un mondo a lui sconosciuto e dall'altro i monaci che lo vogliono riportare nel luogo dal quale è fuggito.
Lande desolate e metropoli gigantesche si alternano nel mondo descritto da Hoffman.
In conclusione un libro che, se ben continuato, può dare il via ad una saga che verrà sicuramente apprezzata.
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Se la sinistra è cosi, figuriamoci la destra!
I miei colleghi recensori hanno già descritto in modo più che esauriente la storia del romanzo, quindi passerei subito col cercare di spiegarvi perchè questo libro mi abbia lasciato veramente l'amaro in bocca.
La pecca più grave che ho riscontrato è l'assenza di una coerenza interna. Ma andiamo con ordine.
Personaggi. Tutti i protagonisti del libro hanno caratteri troppo delineati, quindi risultano piatti, scontati, prevedibili persino nei dialoghi. Un personaggio vi starà simpatico o antipatico dall'inizio alla fine perchè terrà sempre la solita condotta durante la storia.
Ambientazione. Una cosa che mi ha veramente lasciato perplesso è la scelta del mondo della storia. Un medioevo completamente fantasy nelle popolazioni e nella geografia (con Impero e città inventate), ma con alcuni riferimenti storici veritieri. O l'una o l'altra!! Non puoi dirmi che un Impero inventato regna su delle popolazioni storicamente reali! Un po' come se durante Il S. degli Anelli Frodo dicesse: < E basta con questa spedizione, io vado ad Ibiza e cavoli vostri!>.
Coerenza della storia. Questa parte è un po' spoiler, vi avverto.
Non è possibile che un Impero descritto come il più potente e ricco rischi di cadere perchè il suo UNICO esercito ha perso una battaglia. Al contrario un esercito di monaci i cui membri si allenano alla guerra dall'età di 6 anni vince per caso e ne prende per tutto il libro.
La battaglia, cioè lo zenit del libro. Possibile che Hoffman (laureato con lode ad oxford o simile, non ricordo) non sappia inventarsi una battaglia? Ha descritto perfettamente, e senza cambiare una virgola, la battaglia di Poitiers tra Francesi ed Inglesi. Purtroppo una battaglia che compare su focus, history channel, superquark etc etc una volta ogni due mesi. L'avrete letta o la leggerete sicuramente per sbaglio una volta nella vita.
Bene, io la mia parte l'ho fatta, ora i soldi sono i vostri. A voi la scelta.
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La mano sinistra di Dio
Un libro originale, con una storia che incrocia il fantasy con il thriller prendendo una sua scia. Ho noleggiato questo libro attratto dalla copertina che secondo me è fatta molto bene e sono stato felice di scoprire che il libro non era per niente male. La storia parla di un ragazzo Cale che vive in un monastero dove molti ragazzi vengono trattati come schiavi fino all'età di 15 o 16 anni, quando vengono mandati nel fronte a combattere. Cale però ha un piano per fuggire e non appena ne ha l'occasione lo fa, insieme ad alcuni suoi amici e ad una ragazza. Fuggono fino alla capitale di un regno dove scopriranno un nuovo modo di vivere. Ma al monastero non restano con le mani in mano. Un bel romanzo che comprende vari duelli e guerre e che termina con un finale molto aperto che introduce il secondo libro della trilogia. C'è sempre il solito difetto però presente in molti altri libri: tutto gira intorno a Cale, anche quando ci si riferisce ai vari suoi amici o ai "monaci" del monastero, al 90% questi si riferiscono a lui. Beh non vedo l'ora che ne esca il seguito.
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L'ordine combattente
Prima opera dello scrittore Paul Hoffman “La mano sinistra di Dio” è il primo di una trilogia, di cui ad agosto 2011 uscirà la seconda parte, in inglese, con il titolo “The last four things”. Il romanzo è un fantasy d'avventura, ben strutturato, che si legge agevolmente ma che mantiene però, forse volutamente, alcuni punti oscuri che non vengono chiariti.
Nel santuario di “Shotover Scarp”, vivono migliaia di bambini, tra stenti, fatiche e punizioni tremende, trovandovi spesso pure la morte. Non vengono iniziati allo studio delle letture sacre e alla carità, ma in nome del Redentore Impiccato vengono addestrati con fanatismo ad un futuro da soldati, di combattimenti per quella che sembra una vera e propria crociata contro gli infedeli. E' da qui che parte il percorso della figura principale, Thomas Cale, un ragazzo con doti speciali destinato nelle menti contorte dei Redentori a realizzare oscuri e quanto mai enigmatici piani (salverà o condannerà il mondo). Il personaggio Cale viene ben caratterizzato e delineato, con la sua anima combattuta: violenta e spietata da una parte (come del resto gli è stato insegnato) ma capace di eroismi e di spirito di sacrificio dall'altra. Forse altrettanta cura nella definizione del carattere era necessaria anche per i suoi compagni d'avventura e per alcuni personaggi importanti incontrati nel corso della storia.
Più interessante la prima parte, quella con la descrizione del santuario, di chi vi abita e delle condizioni di vita. Nella seconda parte il romanzo sembra perdere un po' di brio ed interesse, interrotto qui e là da qualche sprazzo d'azione che ne vivacizza il decorso. Il mondo è ambientato in un periodo quasi medioevale, in equilibrio precario tra violenza e civiltà. Alla fine dei conti un buon romanzo, non eccelso, non impegnativo, da leggere con spensieratezza per chi apprezza il genere fantasy d'azione.
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Bello ma non troppo
La trama sul libro sembra dire già abbastanza tutto, ma invece non è così. O meglio delinea più o meno l’inizio della storia.
Oggettivamente posso dire che non mi è dispiaciuto. Non mi ha fatto impazzire però. Per quanto trovo che la casa editrice (Nord in questo caso) abbia fatto un buon lavoro di marketing e che la copertina sia molto suggestiva, la mia opinione rimane che se lo scrittore e la storia non sono da 10 e lode c’è poco da fare.
A questo primo libro della trilogia, do un tranquillissimo 7. Paul Hoffman (l’autore) ha una scrittura scorrevole e una forte capacità descrittiva che mi è piaciuta molto. Peccato però che la storia abbia numerosi buchi temporali e altrettante incongruenze che nel filo logico della trama ti lasciano con dei punti interrogativi che non vengono spiegati.
In compenso l’idea di questo mondo fantasy abitato da personaggi molto forti e con una sottile linea di demarcazione tra bene e male è particolarmente avvincente.
Il non poter schierarsi totalmente da una parte o dall’altra, ovvero tra i cosiddetti “buoni” e “cattivi” è una visione dei fatti molto realistica e che ci avvicina al mondo odierno.
Come apripista alla storia direi che “La mano sinistra di Dio” è un libro leggibile, magari in tascabile, perchè 16.90€ mi sono un po’ pentita di darglieli.
Ammetto che comunque la storia un po’ ti prende e quindi ammetto anche che attendo (senza particolare ansia) i seguiti, più che altro per vedere come va a finire!
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Molto bello
Considero questo libro una piacevole sorpresa,ha delle atmosfere davvero suggestive, dando l'impressione di essere ambientato in una sorta di mondo parallelo ma contiguo al nostro,con delle ambientazioni quasi da mondo post-atomico o post-qualche disgrazia che possa aver "resettato" il mondo reale.E' un pò Hitman, un pò Assassin's creed e un pò MadMax, con qualche accenno ironico e no-sense. la storia passa dalla più truce delle realtà, all'interno del "Santuario", (ed io mi auguro che la visione anticlericale che m'è parso di constatare sia parte del messaggio dell'autore) ad una realtà che seppur altrettanto grave e impegnativa non viene mai presa effettivamente sul serio (sono molte le battute no-sense sullo stato del mondo fuori del santuario). Inoltre il protagonista, ad un tempo Assassino e Innocente e veramente un bel personaggio, credo sia una lettura meno superficiale di quanto si possa credere; tuttavia non essendo scritto con uno stile tradizionale (i libri che consiglio hanno uno stile simile) è necessario avere un tipo di immaginazione particolare, non troppo legata a schemi convenzionati per apprezzarne le sfumature.
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William Goldman "la principessa sposa"
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