La bussola d'oro. Queste oscure materie La bussola d'oro. Queste oscure materie

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FrancoAntonio Opinione inserita da FrancoAntonio    14 Ottobre, 2024
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Lyra, i Daimon e l’onnipresente Polvere

Lyra Belacqua è una undicenne orfana dei genitori (o, almeno, così le hanno sempre fatto credere) che è stata allevata amorevolmente al Jordan College di Oxford dagli Accademici e dalla servitù dell’augusto Ateneo. È cresciuta un po’ selvaggia e irrequieta e ora, con un comportamento da vero maschiaccio, è capo d’una banda di ragazzini che imperversa nella cittadina tra battaglie con i coetanei e scorribande sui tetti e nei sotterranei del College. Ma il mondo in cui lei vive non si trova nel nostro universo, ma in uno parallelo, davvero strano. Qui l’Inghilterra è separata dall’Oceano Germanico dalla New France (gli USA?), i crudeli Tartari minacciano i confini orientali dell’Europa e il popolo nomade dei Gyziani ha colonizzato i fiumi e i canali del mondo. Ma, soprattutto, ciò che distingue il mondo di Lyra dal nostro, sono i daimon. Ogni essere umano, sin dalla nascita, è accompagnato da un animale nel quale si incarna la sua anima, con cui si confronta e discute. Fino al raggiungimento della pubertà questi compagni di vita sono mutevoli nell’aspetto, com’è mutevole il carattere dei bambini, poi si stabilizzano in una forma definitiva che conserveranno sino alla morte dell’umano con cui sono accoppiati e che coincide pure con la loro sparizione. La simbiosi umani-daimon è così profonda e sinergica che se, per inconcepibile disgrazia, dovessero essere separati gli uni dagli altri per più di una distanza limite, si determinerebbe la morte di entrambi o quantomeno, un trauma psicologico tale da ledere gravemente il loro equilibrio mentale facendone delle specie di zombie. Un essere umano senza il suo daimon, per quella società, è concepibile come lo sarebbe un essere vivente che vive e cammina senza testa: un abominio.
Però c’è qualcuno che forse sta pensando proprio di operare questa separazione: molti bambini cominciano, misteriosamente, a scomparire, catturati da coloro che la voce popolare ha definito gli Ingoiatori, termine che, da solo, fa intendere le non certo benevole intenzioni di questi individui.
Ma Lyra e il suo daimon, Pantalaimon, non si interessano a tutto ciò: lei è concentrata sui giochi coi coetanei ed è affascinata dalle ricerche che suo zio Lord Asriel sta facendo nell’estremo Nord sulla Polvere – sostanza eterea e visibile solo con appositi strumenti “filosofici”, ma che pare ammanti in abbondanza tutti gli esseri umani tranne i bambini – e su una misteriosa città aerea che appare e scompare, evanescente, nelle aurore boreali.
La sua vita, tuttavia, subirà una drammatica svolta. Affidata dal Maestro del Jordan alla misteriosa, ma affascinante, signora Coulter, conoscerà un mondo nuovo a volte seducente, ma, più spesso, pericolosissimo. Farà scoperte sconvolgenti sulla propria vita che la lasceranno frastornata; si unirà ai Gyziani per andare alla ricerca dei bambini scomparsi. Dovrà lottare più e più volte per la vita propria e delle persone che le sono care, ma soprattutto si troverà ad affrontare a una serie di sfide e missioni che, alla fine, potrebbero influire in maniera drammatica e definitiva sulla stessa trama del mondo come lo ha sempre conosciuto lei.

La Bussola d’oro è il primo romanzo di una trilogia intitolata “Quelle oscure materie” nella quale l’A. in un’atmosfera dai toni steam-punk, affronta molteplici temi inquietanti e discutibili oltre che effettivamente discussi nelle critiche successive all’uscita dell’opera.
La lettura di questo primo libro mi ha lasciato piuttosto perplesso per la sua intrinseca ambivalenza e ambiguità.
Ha la tipica impostazione che ormai è diventata un classico di questo genere letterario: abbiamo un giovanissimo eroe, dotato di volontà e capacità uniche, che lotta strenuamente contro il mondo degli adulti che minacciano di distruggere tutto. La magia e le arti esoteriche aiutano e influiscono pesantemente sul succedersi degli eventi. Animali parlanti (orsi guerrieri corazzati!) e, più genericamente, creature fantastiche e misteriose svolgono ruoli non secondari nelle vicende. L’ambientazione, poi, è in un universo immaginario o, quantomeno, distopico non troppo dissimile dal nostro, ma nel contempo inquietante.
Tuttavia, nonostante queste struttura e ambientazione fantasy, i contenuti effettivi del romanzo ne sono solo marginalmente influenzati, perché appare evidente che il bersaglio dell’A. sia il nostro mondo, al quale, entro la metafora narrata, porta un attacco diretto.
Proprio per i temi trattati non può essere considerato un romanzo rivolto a un pubblico giovanile o adolescenziale. Molti, troppi sono i contenuti che possono essere compresi e valutati compiutamente e criticamente solo da un lettore intellettualmente e culturalmente più maturo.
Ho avuto la netta sensazione di trovarmi di fronte a una trattazione speculare, cioè uguale ma contraria, sia negli argomenti che negli intenti, rispetto alla saga de “Le cronache di Narnia”. Dove nei libri di C. S. Lewis, praticamente ogni situazione, ogni paragrafo è permeato da un afflato religioso e i precetti del cristianesimo si respirano ovunque, qui è proprio l’apparato ecclesiastico, la Chiesa, con il suo organo deliberante e decidente, il Magisterium, il nemico da battere, la cupa minaccia, la cappa plumbea calata su una società soffocata e guidata in modo tirannico che Pulman pone sul banco degli imputati e non certo in modo velato. Ogni crimine, ogni turpitudine è fatto risalire ad essa.
Non solo le attività quotidiane, ma pure tutte le ricerche che noi definiremmo “scientifiche” (e qui sono definite “filosofiche sperimentali”) sono caricate di contenuti teologici e hanno come unico scopo quello di acclarare la verità dei dogmi religiosi negando il libero pensiero. L’ortodossia ecclesiastica è così autoritaria che discostarsene può significare la condanna per eresia e, in ultima analisi, la morte.
Gli Ingoiatori, o, meglio l’Intendenza per l’Oblazione, come realmente si chiama l’organizzazione che perpetra abominevoli esperimenti sulle anime incarnate nei daimon, è approvata e sostenuta dalla Chiesa, ma commette crimini che noi assoceremmo solo ai cosiddetti scienziati nazisti di cui Josef Mengele è da ritenersi il prototipo.
Dove, a Narnia, tutti gli esseri viventi sono accumunati da una fratellanza quasi francescana, qui si assiste a una pesante segregazione razziale e classista. I nobili e gli accademici appartengono a una aristocrazia che non si mischia con il popolino o la servitù, considerati appartenenti a una classe inferiore relegata a svolgere solo i lavori manuali che gli altri disdegnano. La cesura è così netta che pure i daimon ne dànno una visibile testimonianza: i servi sono accompagnati solo da daimon in forma di obbedienti e disponibili cani, ben diversi dai felini, dai rapaci, dai minacciosi rettili o dai primati che sfoggiano le classi superiori.
I Gyziani, poi, rappresentano il popolo inferiore, il diverso; il nome stesso (evidente crasi tra gypsy, zingaro, e egyptian, da intendersi come africano non cristiano) ne fa degli emarginati, tollerati solo per le eventuali utilità che se ne possono trarre, ma, per il resto invisibili; perciò il rapimento dei loro figli per gli esperimenti è tollerabile e ignorato dalle autorità. Il nemico alle porte, poi, (i Tartari con le loro lupe-daimon) è accreditato di comportamenti barbarici, crudeli e, sostanzialmente inumani.

In questa ambientazione plumbea la trama si svolge in modo coerente con le premesse, portando con sé perennemente la sua carica d’ansia per i protagonisti, gli eroi buoni e bistrattati della vicenda, mentre per il lato oscuro di questa società c’è solo un cumularsi di crimini e crudeltà. Scene sanguinarie e violente si incontrano spesso e, in genere, la storia è cruda, non edulcorata e, non di rado, crudele. La separazione rigorosamente manichea tra gli attori del dramma aiuta sicuramente a immedesimarsi, ma, una volta di più, mostra come il pubblico a cui è destinato il libro non sia quello dei ragazzini.
I colpi di scena, i rivolgimenti di fronte sono ben calibrati e lo stile è fluido e leggibile, anche se, talvolta può risultare un po’ lento e pesante.
Per le ambientazioni, poi, l’A. ha scelto, o gli austeri ambienti di un college dall’aura vittoriana, o le gelide e buie terre dell’inverno a nord del circolo polare. Queste, contribuiscono ad aggiungere cupezza alla storia che, ovviamente, essendo questo solo il primo dei romanzi della trilogia, si interrompe senza un epilogo catartico, lasciando il lettore con il fiato sospeso su quale potranno essere i futuri sviluppi.

In definitiva il romanzo è un ibrido non perfettamente comprensibile, proprio perché collocato a cavallo di più generi ben distinti. Alle narrazioni avventurose e appassionanti che ne sono la colonna portante, fa da contraltare la critica sociale e teologica, l’allegoria crudele della nostra società.
Proprio per questo motivo il mio giudizio, per quanto positivo, resta in sospeso in attesa di scoprire come si evolverà la storia e quali saranno le conclusioni finali a cui deciderà di giungere l’Autore.

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martaquick Opinione inserita da martaquick    10 Giugno, 2021
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IL VIAGGIO VERSO NORD

La bussola d’oro è un romanzo sicuramente dedicato ad un pubblico giovane, ma può benissimo andar bene anche ad un lettore adulto.
In questo caso con me la lettura non mi ha catturato da subito, mi sembrava il tipico incipit della bambina destinata a grandi cose, in un mondo di adulti bigotti e noiosi.
Invece mi sono ricreduta proseguendo con la storia. La protagonista Lyra ha un carattere con molte sfaccettature, coraggio e generosità non le mancano ma ha anche dei difetti, è impulsiva e impaziente.
La sua avventura attraverserà il nord Europa per riuscire a salvare il suo amico e ritrovare lo zio, accompagnata da diverse persone che la aiuteranno o la ostacoleranno, sempre affiancata dal suo daimon, un essere speciale che fa parte della sua stessa anima e che tutti gli umani possiedono.
Un personaggio che mi è piaciuto molto è l’orso corazzato Iorek, anche io mi immaginavo a cavallo di questa creatura possente.
Il romanzo è un fantasy semplice ma con dei sotto argomenti più complessi, come la scienza e l’universo, il destino e la spiritualità.
Adesso non mi resta che leggere il seguito.

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Pelizzari Opinione inserita da Pelizzari    13 Aprile, 2019
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Scenari di un altro mondo

Primo libro di una trilogia fantasy che può essere adatta anche a giovani lettori. La protagonista è Lyra, una bambina vivace, un po’ monella, coraggiosa, piena d’ardore e di astuzia, buona, che ti conquista non appena la conosci. Capace di una gratitudine che è a tratti anche commovente. Molto particolari sono i personaggi dei daimon, una sorta di angeli custodi degli umani, che cambiano sempre forma, tengono compagnia, ispirano anch’essi simpatia e riflettono nei loro movimenti e nei loro atteggiamenti lo stato d’animo degli umani che rappresentano. Incredibili gli scenari dei mondi dentro cui Lyra si muove, soprattutto l’aurora boreale, nella sua evanescente delicatezza ed inimmaginabile bellezza.

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Mian88 Opinione inserita da Mian88    18 Agosto, 2018
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Lyra

«Questo è il compito dei vecchi» disse il bibliotecario «essere preoccupati per i giovani. E il compito dei giovani è di schernire le preoccupazioni dei vecchi» p. 34

Primo capitolo della trilogia intitolata “Queste oscure materie”, “La bussola d’oro” si apre con la presentazione della giovane protagonista Lyra, undicenne che vive al Jordon College in quel di Oxford. Ella è tutt’altro che la classica eroina a cui siamo abituati: ribelle, maschiaccio, bugiarda per natura e di professione, astuta, scherzosa e tutt’altro che “manovrabile” questa trascorre le sue giornate tra scorribande clandestine e scorrazzate per i luoghi più poveri della città con i suoi amici monelli. In tutto questo la bambina, così come ogni altro essere umano di questo mondo ideato da Pullman, è accompagnata da un Daimon: quest’ultimo è un compagno, una parte dell’io di sesso opposto al proprio, una proiezione di sé che fa sì che mai l’individuo si senta solo. Quello di Lyra si chiama Pantalaimon e poiché ancora non è stata raggiunta dalla sua umana l’’età della pubertà, muta continuamente forma a seconda delle emozioni e degli stati d’animo provati. L’adolescente è ignara del mondo che la circonda, del fatto che questo è governato dal Magisterium, tirannica organizzazione mondiale che sfocia nell’ambito religioso, del fatto che l’universo è governato dalla Polvere. Ma che cos’è la Polvere e perché al solo pronunciare il suo nome tutti cambiano atteggiamento, risultano spaventati, mutano argomento quasi come se questa fosse un taboo? Non solo. Nella realtà Oxfordiana improvvisamente, si diffonde un fenomeno già presente nelle cittadine vicine; tanti bambini misteriosamente, cioè, iniziano a scomparire. In merito si sviluppa la leggenda dei c.d. Ingoiatori, uomini che per non si sa bene quale ragione li fanno sparire nel nulla. Perfino Roger, l’amico del cuore della ragazza e sguattero presso la cucina del Jordan College, verrà rapito. Ma perché? Cosa ne è di questi fanciulli? Chi li sequestra e per quali ragioni? Chi sono gli Ingoiatori? Cosa sa davvero in merito alla polvere e a queste scomparse Lord Asriel, all’inizio dell’opera, zio di Lyra? E chi è davvero la signora Marisa Coulter?
Lyra per molteplici ragioni verrà resa destinataria di uno strumento rarissimo, l’Aletiometro, oggetto dalle sembianze di una bussola d’oro e esemplare di cui ne esistono soltanto sei pezzi e che è fortemente desiderato dalla stessa Marisa. Prima sotto l’ala protettiva della signora Coulter, poi sotto quella dei Gyziani, ancora sotto quella dell’orso Iorek Byrnison avrà inizio per Lyra e Patalaimon una delle più belle e sensazioni avventure per la libertà, la riflessione e la conoscenza.
Detto ciò “La bussola d’oro” potrebbe ritenersi essere un perfetto romanzo d’amicizia con caratteri non solo avventuristici ma anche fantasy e dunque un testo adatto al pubblico meramente giovanile. In realtà non è così. Da una più precisa analisi il lettore più attento e adulto non potrà non notare i continui rimandi letterari, morali e filosofici tanto che quella che potrebbe da una prima impressione considerarsi una storia leggera e volatile, si tramuta essere, un connubio vero e proprio di analisi introspettive e di riflessioni teologico-filosofiche. E questo perché l’autore, tra le righe, rimanda ad autori quali Milton e il suo “Paradiso perduto”, ma anche proprio alla filosofia, alla religione, alla teologia, alla politica, ai giochi di poteri, a letterati del passato nonché ai temi del libero arbitrio, della vita, della morte, del giusto e dello sbagliato, del bene e del male, della sopravvivenza, della voglia di vivere, della lealtà, e molto molto altro ancora.
Il tutto con un linguaggio fluido e diretto, descrittivo e tridimensionale che si fa divorare.

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noemi.musica Opinione inserita da noemi.musica    13 Febbraio, 2015
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Stupefacente

Ho amato questo libro fin dall'inizio. Ottimo davvero sotto ogni punto di vista. Intanto mi trovo d'accordo con chi dice che questo libro prende infiniti livelli di lettura. In alcuni punti sembra complicato, per poi semplificarsi poco dopo. I personaggi sono perfetti nella loro complessità. Ogni tipologia di essere (orsi corazzati, streghe, tartari) è descritto perfettamente e sono resi quasi reali, sembra quasi di toccarli. Non vedo l'ora di leggere il prossimo!

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Opinione inserita da Antonello    22 Aprile, 2014

fantasy...ma non solo

il confronto con l'altra saga, più famosa e quasi coeva, di harry potter viene spontaneo, per vari motivi. Io ho letto da "adulto" entrambe. Il maghetto è, alla fine, più avventuroso e sicuramente più per ragazzi (ma i confini sono sempre labili). Questa è più filosofica, a tratti più faticosa, ma mi è sembrata più profonda. Le metafore, i paradigmi e le chiavi di lettura sono tanti. Tra l'altro, coraggiosamente, l'eroe è una ragazza (su questo la rowling poteva forse osare di più...). Ho anche capito (mi sembra) perché, a parte gli incassi, il primo film non abbia avuto il seguito: c'erano tutte una serie di questioni relative alla religione, al libero arbitrio, ecc. forse non così facilmente (e "politicamente"?) trasferibili.
Un romanzo di formazione, di riflessione, di scavo.

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F.Angeli Opinione inserita da F.Angeli    13 Aprile, 2014
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INFINITI LIVELLI DI LETTURA

Leggere la bussola d'oro trasporta in una superba atmosfera chimerica: nel mondo di Lyra Belacqua gli esseri umani possiedono un daimon, un animale di forma diversa a seconda della persona a cui è legata. La storia è apparentemente semplice, ma possiede innumerevoli sfumature e allegorie, più livelli di lettura che lo rendono un'opera perfetta. Tratta temi estremamente delicati, ovvero la religione, e il nemico stavolta non sarà qualche essere malvagio come nella maggioranza dei romanzi fantasy: stavolta il nemico è la Chiesa, chiamata Magisterium.
Lyra potrà usufruire di uno strumento unico, l'aletiometro, il cui funzionamento si capisce dal nome stesso. Grazie a questo manufatto Lyra verrà a conoscenza di verità nascoste, rivelazioni sconvolgenti sulla natura dell'uomo e del mondo. Se avete visto solo il film, leggete anche il romanzo: il finale, la parte più bella di tutte, è stato completamente tagliato, forse perché sarebbe stato considerato troppo impressionante e diffamatore per ciò che viene Lyra viene a sapere sulle particelle di Rusakov.

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Queen D Opinione inserita da Queen D    20 Gennaio, 2014
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Un'allegoria della condizione umana

Ho letto per la prima volta questo libro tanti anni fa e mi ricordo, come se fosse ieri, quello che ho provato quando l'ho finito: Ossessione. Con la “O” maiuscola. Ossessione per averlo terminato troppo presto, ossessione per non averlo scoperto prima, ossessione per non essere io Lyra; lo sognavo di notte,di giorno e anche quando mangiavo.
Di solito il metro di giudizio che uso quando valuto un libro è chiedermi se avrei voluto essere io l'autore del libro: con "La bussola d'oro" mi sono letteralmente dannata.
Perchè diavolo le idee geniali sembrano sempre così semplici? In questo sta la bravura di un autore: far apparire una montagna come una briciola. E questo libro (credo di sminuirlo definendolo così semplicemente) ne è l'esempio perfetto.
Prendete Lyra Belacqua, la nostra protagonista: bambina sveglia, coraggiosa e tenace, pur essendo orfana non potrà mai soffrire la solitudine, perché accanto a sé, da quando è nata fino alla fine della sua vita, avrà il suo daimon, ovvero la trasposizione fisica della sua anima, plasmata sotto forma di animale. Ora ditemi come questo possa non suonare geniale: un animale, che è la rappresentazione di quello che siete nel vostro profondo, che non vi abbandona mai, perché è una parte di voi stessi, del vostro io. Ebbene la prima cosa che mi sono chiesta io è stata: "chissà che animale rappresenterebbe il mio daimon, semmai ne avessi uno..una tigre? o magari un serpente? o peggio, una mosca?". Ecco cosa fa questo libro: scompone la mente in mille domande, costringendola a mettere in dubbio un sacco di certezze date per scontate.
Brevemente la trama: Lyra, 12 anni, vive in un college di Oxford (Pullman è lui stesso oxfordiano), ribelle ai suoi insegnanti e felice delle sue scarrozzate clandestine in giro con i suoi amici monelli, assolutamente ignara del mondo in cui vive, un mondo governato dal Magisterium, tirannica organizzazione religiosa mondiale, e delle avventure pericolose a cui è destinata. In seguito a diverse circostanze, Lyra diventerà custode di una bussola preziosa, chiamata nel libro aletiometro, che è capace, se interpellata, di mostrare la verità. Tale dono sarà solo l’inizio delle avventure di Lyra: filo conduttore di tutta la trama, la bussola la porterà prima sotto l’ala protettiva della misteriosa signora Coulter, poi sotto quella degli Gyziani e infine sotto la zampa possente dell’orso Iorek Byrnison. Il suo non sarà un viaggio di piacere, ma un viaggio per la speranza, la libertà e la conoscenza.
Riassunto così potrebbe sembrare un libro simpatico e piacevole per ragazzi, sollazzo da estate sotto l’ombrellone: niente di più sbagliato. A mio avviso non è un libro per ragazzi, anzi correggo il tiro: è sì un libro per ragazzi, ma letto, interpretato e spiegato per loro da un adulto. Mi spiego: se un ragazzo di 11-12 anni leggesse “La bussola d’oro” da solo ne dedurrebbe che è una bellissima storia d’amicizia e d’avventura. Ok. Va benissimo, niente di sbagliato. Ma se lo stesso ragazzo sentisse la storia di Lyra narrata da un adulto che ha capito i suoi rimandi letterari, le sue perle nascoste, i suoi insegnamenti morali? allora quella non sarebbe solo una storia da leggere e dimenticare subito dopo, ma diventerebbe una lezione più profonda, da ricordare molto più a lungo. Io stessa ho letto il libro da adolescente e poi l’ho ripreso poco tempo fa per rileggerlo con nuovi occhi e vi assicuro che mi sembrava di leggere un libro completamente diverso.
Pullman non è un autore facile: la sua penna rimanda al “Paradiso perduto” di Milton, ai filosofi del passato, a mio avviso anche a Shakespeare, spaziando da argomenti quali la religione, la filosofia, la politica a temi come la vita, la morte, il libero arbitrio.
Non per questo però la lettura è pesante, lenta, drammatica. E’ proprio questo quello di cui parlavo all’inizio: una montagna che scende giù con la facilità di una briciola.

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Yoshi Opinione inserita da Yoshi    13 Gennaio, 2014
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la bussola d'oro

Ultimamente tendo a meravigliarmi sempre più spesso quando mi trovo fra le mani un libro che da soddisfazione e credo sia una cosa tristissima.
Nel mare di libri che le librerie e le biblioteche ci propinano non sempre c'è del buono (classici a parte ovviamente).
Le novità sono spesso poco approfondite creando quindi una sorta di torpore, noia e che una volta chiusi e riposti in libreria tendono a non lasciare nulla.
Oppure capita di trovare quelle novità che ti catapultano in un mondo stupendo, talmente scritto bene che è reale e materiale, e trovare libri che entrano nella seconda categoria è come cercare un ago in un pagliaio, soprattutto ultimamente.
Ma di questo do la colpa a me, forse non sono in grado di vedere, non lo so.
La bussola d'oro è uno di quei libri che ti risucchiano completamente in una dimensione parallela, ti assorbono nella loro magia, ti ammaliano con i suoi personaggi e ti fa perdere il senso della realtà.
Non pensavo che sarei tornata a provare sensazioni di questo genere, pensavo che nulla potesse essere paragonato alla sensazione che altri fantasy mi hanno fatto provare e invece.......
Mi è piaciuto moltissimo, l'ho letto velocemente senza rendermene conto, ho cercato di rallentare il più possibile, ho tentato di godermi i minimi dettagli, non volevo fare lo stesso errore che ho fatto con Harry Potter o il Signore degli Anelli.
Non ci sono comunque riuscita, più facevo resistenza e più il libro mi tirava a se.
Allora ad un certo punto non ho potuto fare altro che godermi la storia con Lyra e il suo daimon, con Iorek e Jhon Faa nelle terre freddissime del nord di questo mondo fantastico ed infinito.
La scrittura è scorrevole e piena di dettagli e vicende che ti tengono attaccato al libro, l'interesse che si prova per questa storia è costante ad alti livelli con picchi di enorme suspance e mistero.
Mi ha commosso, mi ha fatto ridere, mi ha fatto pensare e non vedevo l'ora di scrivere la recensione per poterlo consigliare a tutti.
Veramente bello.....Forse si era già capito senza che specificassi no?

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Matteo Vacca Opinione inserita da Matteo Vacca    25 Dicembre, 2012
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Un nuovo modo di scrivere il fantasy

Philip Pullman è un visionario, un sognatore come Lewis Carroll e Philip Dick che riesce a mischiare la cultura, la sua perspicacia di cogliere la realtà e di mutarla in un mondo magico e tecno-scientifico, portatore di valori più o meno simili ai nostri; in questo clima fantasioso si critica la realtà. L'opera di Queste oscure materie è una trilogia non adatta ad un pubblico di soli bambini; ognuno dei romanzi che compongono questa mole immane di lavoro, dovrebbe essere letto assieme ad un adulto (se non un professore!) che possa spiegare al bambino in un linguaggio semplice una parte della verità, non omettendola per lo meno tutta quella 'scomoda', se così vogliamo dire, che Pullman ci racconta. La trilogia è un attacco indiretto, ma in piena regola, a quella ch'è l'istituzione Vaticana, mascherata nel romanzo come il Magisterium. La storia è veramente avvincente; riferimenti filosofici sottesi (il daimon, per esempio), critiche che si insinuano nella mente del lettore fanno di Pullman un ammaliatore, un romanziere che ci tiene incollati fino all'ultima pagina e ci accompagna nel suo punto di vista e, se non si è abbastanza asettici, ci si rimane impantanati e lo si accetta come stato effettivo delle cose. E' un romanzo 'pericoloso' per i ragazzi la cui mente è ancora in stato di formazione e dunque plasmarla con simili riflessioni che delle volte non le si comprendono fino in fondo diviene veramente pericoloso. Per citare Oscar Wilde, "non esistono libri morali o immorali, esistono libri o scritti bene o scritti male" e dunque ritengo l'intera trilogia di Pullman un capo saldo del fantasy contemporaneo, probabilmente anche più innovativo della saga di J. K. Rowling, ma non adatto ad un pubblico puerile a parer mio.
Lo stile è ricco di descrizioni meravigliose, di descrizioni psicologiche dei vari personaggi che vengono tratteggiati con una certa maestria, è dunque un romanzo che si impone sul panorama internazionale anche come modello per un nuovo genere di fantasy, distaccato in parte da quello ch'è il fantasy epico tolkeniano e con punte di fantascienza innovvata dalle riminiscenze asimoviane o dickiane.

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Venenix Opinione inserita da Venenix    10 Settembre, 2012
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Il libro nella sezione sbagliata

Questo libro mi è stato regalato al mio decimo compleanno. Sono passati 9 anni da allora, eppure ancora oggi lo ritengo un libro bellissimo e di altissimo livello.
Sebbene siano passati svariati anni, La Bussola d'Oro, il primo della trilogia di Queste Oscure Materie [His Dark Materials in lingua originale] scritto da Philip Pullman, viene ancora annoverato come libro per bambini e messo nell'apposita sezione.
Mai sbaglio più grande :)
La Bussola d'Oro è uno di quei rari libri che è nato come opera per bambini per poi scoprirsi molto più di questo [la saga di Harry Potter, tanto per citare un libro simile a questo]. Sembra molto carino, innocente e infantile che ogni persona nella storia abbia un Daimon, un piccolo animaletto parlante che accompagna tutti i personaggi presenti nel libro. Peccato che un adulto [o un lettore maturo, se vogliamo essere più precisi :) ] veda il Daimon [mmmh... qui Socrate ci cova!] in un altro modo, in modi molto più diversi e sfaccetati di come farebbe invece un bambino, che continuerebbe a vederlo come un animaletto uscito da un cartone della Disney.
Ci sono molti temi contrastanti ed espliciti, a volte inadatti alla mente di un bambino che non ha ancora assodato il concetto di morte, per esempio.
Ben scritto, intelligente, velato di piccole citazioni colte... insomma, un libro che si apprezza come il biscotto rubato di nascosto dalla dispensa mentre la mamma non guarda: in segreto, ma con il cuore che batte forte un po' per l'emozione e un po' per la paura.
Solo un difetto, anche se non è colpa dell'opera in sé, né tanto meno dell'autore stesso: è messo nella sezione sbagliata :)

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Morrigan Opinione inserita da Morrigan    30 Agosto, 2012
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Sovversivo e intelligente

Un libro fantastico anche per i suoi infiniti livelli di lettura: è una storia per ragazzi, è una riflessione contro tutte le ideologie che obnubilano la realtà dell'uomo, è un romanzo costruito sulle solide basi della filosofia classica e della fisica delle particelle.
La sua carica sovversiva ha infastidito alcuni movimenti radicali anglicani, e ci costringe a porci delle domande su tutti gli -ismi e gli stereotipi che abbiamo assimilato nostro malgrado. La stessa protagonista del libro, apparentemente una semplice bambina come possono essere i protagonisti di Narnia o Harry Potter, rompe con la sua caratterizzazione tutti gli schemi degli eroi infantili: rozza, maleducata, bugiarda di professione, selvatica quanto un gatto randagio,e proprio per questo infinitamente libera.
Un romanzo da leggere a 12 anni e da rileggere per il resto della vita.

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barbara78E Opinione inserita da barbara78E    21 Dicembre, 2010
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primo volume

Questo è il primo libro di una trilogia fantastica. La protagonista Lyra vive al Jordan College di Oxford, in Inghilterra. MA il suo mondo è diverso dal nostro, pur essendo geograficamente simile. Al Polo Nord vivono gli Orsi Corazzati e le streghe, di cui Lyra diventerà amica. Le persone stesse sono diverse: ognuno infatti ha un daimon, una parte di sé di sesso opposto al proprio. E il legame dei daimon col proprio umano è parte degli esperimenti di Lord Asriel, zio di Lyra. Ricercatore e uomo senza scrupoli, sta compiendo studi su una misteriosa Polvere che cade dall’aurora boreale. A questo si aggiunga la misteriosa sparizione di bambini, il cui unico indizio è un’affascinante signora il cui daimon è una scimmia dal pelo dorato. A guidare Lyra alla ricerca di un suo amico rapito e alla verità che si cela dietro, è uno strumento, una bussola d’oro, che risponde tramite simboli da interpretare, alle domande poste dalla ragazzina.
Un romanzo avvincente, con chiari riferimenti filosofici (vedi il daimon di origine socratica), che sa catturare il lettore trascinandolo in un’avventura ricca di colpi di scena.

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piero70 Opinione inserita da piero70    12 Aprile, 2010
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Il primo

Prima di tutto un ringrazimento particolare alla mia publisher preferita, Sabrina. Se non era per lei....
Appena iniziato questo libro mi sono reso conto che avevo in mano qualcosa di straordinario.
Era avventura, mistero, magia, un pizzico di gotico.
Era correre nel fango con Lyra, era volare sui tetti con Lyra, era sospirare ed emozionarsi con Lyra.
Ma questo è solo uno degl innumerevoli livelli a cui possiamo leggere questo libro. E' poesia allo stato puro. E' amore, è commozione. Come è possibile restare impassibili di fronte al rapporto tra umano e daimon? Come è possibile mantenere gli occhi asciutti quando ci si imbatte in Tony Makarios "reciso", che mormora "avete visto la mia Ratter?". Come non schierarsi immeditamente dalla parte di Lyra quando rimprovera aspramente i portatori che avevano mangiato il pesce secco che Tony stringeva come se fosse il suo daimon?
E' impossibile.
E' un libro che coinvolge fino alll'ultima molecola.
Che ti fa immedesimare in Lyra, o nel baffuto conduttore di palloni.
Che ti fa dire immediatamente che non avresti esitato un istante a schierarti coi gyziani e partire a rischio della tua stessa vita.
Che bello... Che magico!
Fantasy da livelli altissimi.

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