Il trono di spade Il trono di spade

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Rebel Luck Opinione inserita da Rebel Luck    29 Giugno, 2017
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META' DEL FERRO, DELLE PAROLE E DEL GHIACCIO.

FERRO, PAROLE E GHIACCIO.

Premessa:
Avevo chiuso con i libri Fantasy da oltre 15 anni, in passato ne divoravo ma poi sono passato ad altri generi che sono stati in grado di ”carpirmi e nel buio delle pagine trascinarmi”. Nell' Ottobre del 2012 mia sorella mi ha passato la prima stagione televisiva di questo ”Trono di spade”… Ed io senza troppo interesse sono andato a guardarmela, senza troppe pretese….
...CONQUISTATO!
Immediatamente, sono andato a comprarmi il primo libro: Il trono di spade-Il grande inverno. Vol. 1-2 (corrisponde ad A Game of Thrones), effettivamente sono stato diverse ore in internet per dare una logica o un ordine o almeno per capire quale fosse il primo… Non sono un asso col PC.
Il Libro si è rivelato un vero e proprio CAPOLAVORO! Non ho perso altro tempo e mi sono immediatamente preso anche i due seguiti: Il trono di spade. Il regno dei lupi e La regina dei draghi. Vol. 2 (corrisponde ad A Clash of Kings), Il trono di spade. Tempesta di spade-I fiumi della guerra-Il portale delle tenebre. Vol. 3 (corrisponde ad A Storm of Swords). PIU’ CHE LETTI DIVORATI!

Questo è appunto, la prima parte dell primo capitolo della saga, pur essendo di ambientazione "fantasy", la storia è credibile, le leggi della fisica sono rispettate, ed il "medioevo" descritto è molto simile a quello studiato sui libri di storia.
Le tematiche trattate sono molto "adulte", questo è decisamente anomalo per un fantasy, ma è chiaro fin da subito che il lettore che lo zio Martin vuole attirare, non è il bambino, non è il preadolescente, ma è un adulto vaccinato.
Poca avventura, poco fantasy, molti intrighi, per un libro che rapisce sin dalla prima pagina, ma che ha la forza di magnetizzarti alle sue pagine da una prosa ed una strategia di scrittura furba e ben studiata.
Martin è vecchio del mestiere, e qui di "mestiere" ne usa in abbondanza.
CAPOLAVORO quindi, e non esagero, perché questo libro è perfetto in tutto, anche nel finale che ti spiazza, che non ti aspetti, e che ti spinge a comprare il seguito...
Commerciale, commerciabile e facilmente consumabile, nonostante la mole spropositata si legge rapidamente, gli innumerevoli personaggi descritti sono ben caratterizzati e non si fa per niente fatica a seguire i vari punti di vista.
Chiudo semplicemente consigliando il libro, vale la pena leggerlo, è appassionante ed il tempo speso viene ricompensato dalle emozioni regalate.

Consiglio però di non acquistare questa edizione ma quella che comprende Il trono di spade e Il grande inverno. Vol. 1-2 (corrisponde ad A Game of Thrones) è più economica e rispetta la pubblicazione originale.

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deedlit Opinione inserita da deedlit    28 Giugno, 2017
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LA SAGA DELLE SAGHE

[ATTENZIONE, SPOILER]

Dopo anni di libro elettronico ho deciso di tornare per questa serie al cartaceo, non solo per il profumo della carta e la sensazione che possono dare le pagine reali da sfogliare, ma anche per l’aiuto che la carta stessa può dare alla mia memoria su una storia così incredibilmente densa di personaggi e luoghi come la saga del Trono di Spade.

Al momento della stesura di questa recensione il “Trono di Spade” noto anche come “Cronache del ghiaccio e del fuoco” è composto da 12 libri ed è ancora lontano del suo epilogo.
Il primo libro mi ha portato solo a voler sapere cosa accadrà in questo mondo fantasy incredibilmente reale creato da George Martin e certamente continuerò la lettura.

Ma torniamo al nostro “Il Trono di Spade”, che di fatto è il primo libro della saga.

La struttura del libro è suddivisa in capitoli, ognuno dei quali porta il nome di uno dei personaggi più importanti e ne porta avanti le vicende.

Ogni capitolo fa parte di un disegno più grande, la storia di ogni personaggio non solo è connessa strettamente a quella degli altri, ma affresca capitolo dopo capitolo questo incredibile mondo che potemmo collocare in un universo parallelo in un’epoca di sovrani e di cavalieri con la spada, ma con continenti propri, dinastie dalla lunga storia che si perdono al tempo degli andali, creature mitiche come i draghi di cui per ora vediamo solo teschi e scheletri, vestigia di qualcosa che potrebbe divenire leggenda ma che porta con sé prove di un’esistenza tangibile ed inconfutabile. Quanto c’è di vero nelle storie che la vecchia Nan racconta ai bimbi del castello? Cosa non è folclore nelle leggende delle grandi casate che capeggiano i continenti?

Mentre conosciamo per la prima volta i numerosi personaggi del libro vediamo tutto un mondo che si delinea intorno a loro, controllato dalle grandi Famiglie, ognuna delle quali sembra avere un proprio spazio naturale, un proprio ambiente, delle usanze profondamente radicate e legate al clima ed alle caratteristiche del proprio regno, comunque intrecciate tra di loro in un mondo di matrimoni di convenienza dove solo i fortunati trovano pace ed amore.

Nel primo libro facciamo principalmente la conoscenza della famiglia Stark che regna sul più settentrionale dei sette regni, di Eddard Stark (Ned) capo famiglia responsabile, coscienzioso e serio, marito di Catelyn intelligente e dolce madre di cinque figli: Robb, Bran, Sansa, Arya e Rikon, incapace suo malgrado di amare Jon, il figlio “bastardo” del marito.
La famiglia Stark inizialmente unita nel suo lontano Nord viene divisa dall’arrivo del Sovrano Robert Baratheon, amico di infanzia di Ned ma ormai distante dalla persona di un tempo, avvelenato dal potere, dagli intrighi, da una moglie che non lo ama e da parte della di Lei insalubre famiglia.
Vedremo quindi Ned partire alla volta della capitale al seguito di Robert che lo vuole Primo Cavaliere del Regno, con sé porterà le due figlie Sansa ed Arya, sorelle diverse quanto il giorno e la notte, la prima vera principessa elegante ed obbediente, la seconda un maschiaccio poco portato per le carinerie e più prossima all’uso della spada.
Anche Catelyn Tully dovrà lasciare Grande Inverno per recarsi in prima persona a dare a Ned un importante avvertimento su gravi sospetti non solo ai danni del sovrano, ma anche del piccolo Bran, che pagherà le conseguenze per aver visto troppo.

Iniziamo a vedere la famiglia Lannister, intrecciata alla famiglia Baratheon da un matrimonio senza amore tra l’attuale Sovrano dei sette regni Robert Baratheon e la bellissima ed algida Cersei. In questo primo libro cominceremo a conoscere principalmente Tyrion Lannister, fratello nano di Cersei e Ser Jaime, a mio avviso uno dei personaggi più belli e sfaccettati della serie, sempre sarcastico e pungente, estremamente reale nelle sue parole e reazioni; assolutamente memorabili alcune delle sue battute, cito ad esempio: “mai, mai dimenticare chi sei, perché di certo il mondo non lo dimenticherà. Trasforma chi sei nella tua forza, così non potrà mai essere la tua debolezza. Fanne un’armatura, e non potrà mai essere usata contro di te”.

Ci portano invece su altro continente le vicende della piccola Daenerys costretta dal fratello tirannico, menefreghista e profondamente inconsistente a sposare Khal Drogo, capo del fiero e selvaggio popolo Dothraki. I capitoli a lei dedicati ci danno modo di danzare tra eventi passati e presenti e quindi di conoscere la storia dei Targaryen, la famiglia spodestata dal Trono di Spade in un conflitto terminato in un bagno di sangue parallelamente alla storia della piccola Daenerys stessa, costretta a crescere in fretta mostrerà mano a mano una forza che sorprenderà prima di ogni altro lei stessa.

Ad incombere su questo mondo il vero dettaglio che ci fa capire quanto non possa essere la nostra amata Terra in un'altra epoca, la paura incombente di un inverno rigido e minaccioso atteso dopo una prosperosa estate durata così a lungo che un bimbo di otto anni non lo ha mai visto.
Con sé questo inverno porterà la minaccia di leggendarie creature provenienti dall’estremo nord oltre la barriera, controllata ormai da una troppo ristretta cerchia di Guardiani della Notte. Di questo ordine decadente verrà a far parte un giovane Jon Snow, figlio al di fuori del letto di nozze di Ned Stark, Jon porta infatti il cognome designato dalle terre del Nord per i figli illegittimi.

In un mondo che sembra perdere sempre più il proprio equilibrio, ognuno dei personaggi sembra essere portato dalle difficoltà a trovare la propria forza anche dove non sembrava potercene essere, e mentre gli intrighi si infittiscono e le trame si complicano i personaggi crescono e si fortificano, perché l’inverno stà arrivando.

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Il Signore degli Anelli, La Spada di Shannara, Harry Potter, Eragon...
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Vivix Opinione inserita da Vivix    28 Ottobre, 2016
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Diverso da ogni altro

Il trono di spade è la book series più fortunata di tutti i tempi, seconda solo al nostro maghetto preferito Harry Potter; dai libri di Martin è stata sviluppata una serie ormai famosissima credo in ogni angolo del globo. Non dico di essere stata presente agli albori di questo fenomeno, ma sono stata a conoscenza della sua esistenza per anni prima che diventasse così popolare. Vedevo i volumi in libreria ma, sebbene fossi convinta che poteva essere una storia degna di nota, non mi decidevo mai a comprarli, nemmeno quando iniziarono ad essere conosciuti. Dopo anni dall’uscita della serie decisi di superare i miei pregiudizi e le mie paure, dovute all’eccessiva violenza che mi era stato assicurato fosse nei romanzi così come nella serie TV, e comprai il primo volume.
Inizialmente rimasi sconvolta dalla giovanissima età dei rampolli Stark e dai modi antichi di comportarsi anche tra marito e moglie, non riuscivo ad immergermi nella storia perché la percepivo lontana anni luce da tutto ciò che avevo letto fino a quel momento. Mi rendevo conto però che forse non era così terribile come me l’avevano fatta credere perciò dopo pochi capitoli sospesi la lettura e passai alla serie TV. Inutile dire che è stata la mia rovina: mi sono completamente innamorata del mondo creato da Martin e del modo in cui gli showrunner lo presentano al pubblico. Dopo aver divorato in poche settimane le sei serie disponibili decisi di riprendere in mano il libro.
Adesso gli innumerevoli personaggi presenti e citati non mi disorientavano più, non disprezzavo più il modo di scrivere di Martin, così diverso da quello degli altri scrittori, né il modo di parlare arcaico m’infastidiva, anche se mi faceva ancora una certa impressione l’età dai protagonisti. La cosa peggiore, tuttavia, era che la suspance si era andata a farsi benedire, non nego che mi annoiavo a morte leggendo cose che erano ancora ben stampate nella memoria. Per questo motivo avevo deciso di rinunciare all’idea di leggere i libri ma poi mi sono ricreduta: sono arrivata a capitoli che narravano di vicende che non ricordavo bene o che non erano state presentate allo stesso modo nella serie TV e con mia sorpresa ho notato che non riuscivo più a smettere di leggere.
Per quanto riguarda la violenza e la presunta mancanza di fantasy dirò poche parole. A proposito del primo punto, in questo libro non mi è sembrato che ci fossero spargimenti o violenze particolarmente insopportabili: al contrario della serie televisiva Martin, sebbene inserisca squartamenti e stupri, non vi indugia particolarmente, ma –e non stenterei a crederlo- potrei anche essere diventata più coriacea guardando le puntate in TV. A proposito del secondo punto, è vero che in questo volume la componente fantasy è praticamente nulla eccetto il prologo iniziale, ma personalmente non mi ha creato nessun problema, anche perché so che nel proseguo non sarà così.

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Lady Jane Opinione inserita da Lady Jane    23 Luglio, 2015
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Fondete quel trono, per favore

Lo sto leggendo ora e non credo riuscirò a finirlo.
Lo stile è molto scorrevole per essere tanto accurato nei dettagli e questo mi ha stupita, credevo fosse più pesante. Secondo me è l'elemento che salva il romanzo.
Il fantasy c'è ma si condensa all'inizio e alla fine (sì, ho sbirciato) e mi sembra un po' carente, ma non so come Martin l'ha sviluppato nei libri successivi. Se devo basarmi sulla serie tv, mi pare carente.
Quello che proprio non ho apprezzato è l'età anagrafica di molti dei protagonisti, unitamente alla morbosità nell'accumulare violenza su violenza, in maniera distaccata e impersonale. I personaggi sembrano quasi essere sprovvisti della capacità di riflettere, di pensare al di fuori di se stessi e della propria cerchia, se si esclude qualche sporadica eccezione (Danaerys, ma non sempre). Sembrano tutti dare per scontati gli orrori che si accumulano uno sull'altro, e incapaci di andare oltre il presente. A tratti pare proprio una soap opera.
Poi forse dovrei finirlo per vedere se mi sbaglio, ma ne ho avuto abbastanza.

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A chi ama uno stile scorrevole e non si sofferma troppo a riflettere sui contenuti.
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giada78 Opinione inserita da giada78    25 Luglio, 2014
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Lasciate in pace i bambini

Questo primo volume dell'interminabile soap opera di Martin era sul comodino di mio marito da alcuni giorni. Il segnalibro fermo sempre allo stesso punto. Incuriosita ho iniziato a leggere il prologo e poi il primo capitolo e così via tutti gli altri fino alla fine del primo volume e del secondo (ovvero il primo libro in lingua originale). Lo stile di Martin è ineccepibile: le scene sono descritte molto bene ed il lettore ha la netta sensazione di essere presente lì dove ha luogo la storia, riesce a sentire gli odori, il freddo o il caldo, la sensazione di disagio. E non a caso Martin è uno che si è occupato e si occupa della scrittura di sceneggiature. Ben caratterizzati anche i personaggi . Ben curati i dettagli: con una lettura attenta dell'opera il lettore riesce ad intuire le soluzioni del giallo che di fatto è il filo conduttore del primo libro, ovvero il motivo dell'uccisione del maestro di lord Stark. Questo grazie ad una cura estrema nei particolari: tutto quanto viene descritto da Martin ha una coerenza assoluta, nessuna nota stonata, tutto è perfettamente armonizzato, tutto si spiega, tutto trova una sua ragione di essere, ogni dialogo, ogni battuta che sembra detta per caso. Nonostante questo il romanzo non mi è piaciuto per una serie di motivi che elencherò di seguito. Innanzitutto è eccessivamente lungo e manca ancora di un finale: mi chiedo se Martin abbia una qualche idea di come far finire il tutto oppure se ad un certo punto manderà un meteorite dal cielo (tipo estinzione in massa dei dinosauri). Secondo, come fantasy è un po' troppo poco fantasy: il prologo inzia con gli zombie... poi non ci sono più e compaiono per un misero capitoletto solo alla fine del secondo volume; di fantasy ci sono solo i racconti -sempre interrotti- della vecchia balia della famiglia Stark (avvincenti comunque). Terzo, dovendo leggere una storia di ambientazione medioevale (Stark=York e Lannister=Lancaster non a caso, e Drogo=Gengis Khan) preferisco di gran lunga Ivanohe di Walter Scott al quale, a mio avviso, Martin ha preso forte ispirazione (vedi ad esempio il racconto della giostra con tutti i suoi tornei). Quarto, il motto di casa Stark è "l'inverno sta arrivando" ma non si riesce a capire quali regni effettivamente risentiranno di questo inverno, sembra infatti che in alcuni regni sia perennemente estate (maggiori dettagli non erano male per mantenere credibile la storia). Quinto, le scene sono violente -troppo violente- non c'è capitolo dove non ci sian qualche stupro, qualche uccisione o qualche abuso/sopruso: posso accettare la violenza nei libri, ad esempio, di Isabel Allende e in quelli di altri scrittori impegnati a fare arrivare il proprio messaggio di denuncia, ma non la violenza gratuita in quelli di Martin dove non vi è alcun messaggio di denuncia, anzi in alcuni casi sembra voler giustificare la violenza (ad esempio Drogo giustifica gli stupri inferti alle donne "agnello" dai propri condottieri dicendo che devono essere intesi come un onore...). Sesto, non c'è quasi mai amore nei rapporti, solo morbosità. Settimo, e più importante, i personaggi di Martin sono bambini: Daenerys, Sansa, Joffrey, Arya, Robert ecc. sono soltanto dei bambini: avrei preferito di gran lunga -e sarei meno indignata nei confronti di Martin- se l'età di tutti loro fosse stata aumentata di una decina d'anni (e non vale la scusante che in epoca medioevale tutto succedeva prima, perchè allora Martin non avrebbe dovuto introdurre vecchietti allupati di quasi novant'anni che riescono ancora ad avere figli da mogli sedicenni: non avevano ancora inventato il viagra nel medioevo). Posso solo concludere che il romanzo di Martin, anche se scritto bene e curato, mi ha disgustato. Ed ha disgustato anche mio marito che aveva smesso di leggerlo molto prima di me.

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Opinione inserita da Filippo    21 Luglio, 2014

Un libro non adatto a tutti

Questo libro è solo l'inizio di una lunga storia e diciamolo chiaramente: le prime 200/300 pagine sono più noiose che divertenti o godibili.
Martin è stato bravo però nelle prime 300 pagine a raccontare le vicende che coinvolgono i protagonisti di questo primo libro e cioè la Casa Stark, Re Robert e i suoi figli e soprattutto i Lannister. Questo primo libro è più un intreccio di storie e di personaggi che una storia che fila via facilmente, infatti spesso si fa riferimento a personaggi ormai morti o eventi precedenti alla storia raccontata dal libro ma non per questo la lettura diventa pesante, solo un pizzico noiosa.

Martin è stato fenomenale nel rappresentare la crescita dei figli di Lord Stark e cioè Arya, Sansa, Brann, Robert e Jon che nel corso del libro conoscono una loro evoluzione davvero significativa.

Le vicende dalla casa reale e dei lord di "Grande Inverno" sono le vicende che accadono all'interno del Regno; al di fuori di questo la giovane e bellissima Daenerys Targaryen va in sposa al Khal dei Dhotraki (popolo nomade delle città libere) con l'obbiettivo di tornare all'interno del Regno con intenti non propriamente pacifici.

Un libro ben fatto ma piuttosto complesso, che vive di continui intrecci e stratagemmi dei personaggi e per questo alla fine il libro risulta essere un po' pesante da leggere ma comunque bellissimo

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chiara19 Opinione inserita da chiara19    22 Giugno, 2014
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l'inverno sta arrivando

Pensavo che questo libro fosse un fantasy classico come il signore degli anelli (che ho trovato molto noioso) invece mi sono ricreduta. All'inizio non mi prendeva molto poi andando avanti a leggere ho cambiato idea e ho deciso che prenderò anche i seguiti per vedere come prosegue. Ci sono troppi nomi, è vero, ma i personaggi principali sono ben caratterizzati. L'ho letto saltando qualche pezzo anche perchè non tutte le vicende mi interessavano ugualmente ( la mia preferita è arya) e nonostante tutti gli intrighi e i tradimenti non è uno di quei libri che mi ha fatto stare con gli occhi incollati alle pagine. Concludendo penso che sia un libro che possa valere la pena di leggere senza però entusiasmarsi troppo.

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Yoshi Opinione inserita da Yoshi    19 Mag, 2014
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VALAR MORGHULIS

"Death is so final. Whereas life, life is full of possibilities."
Tyrion Lannister


Questo è il primo di una lunghissima serie di libri che parla di molte storie. Molte casate. Molte vite che si intrecciano inesorabilmente l'una con l'altra.
Non mi soffermerò a fare un breve riassunto perché sarebbe praticamente riduttivo e inutile.
Mi limiterò a dare un giudizio in base a ciò che mi ha fatto provare, che è una delle cose che so fare meglio.
Questo libro (come la serie del resto) anche se è un fantasy direi che è veritiero.
L'uomo che distrugge per ricchezza e potere. L'uomo che schiaccia il debole per ottenere ciò che vuole. Violenta, uccide, scuoia, impicca, decapita, avvelena e chi più ne ha più ne metta.
Uno degli insegnamenti che ho ricevuto da questo libro e dalla serie tv è sicuramente:
VALAR MORGHULIS. All men must die.
Ovvero: non affezionatevi a nessun personaggio perché vi spezzerà il cuore.
Ebbene si!
George R.R. Martin ha la mania di sorprendere il lettore dall'inizio alla fine, creando un perenne stato di instabilità perché quel personaggio che tanto amavate, il capitolo successivo sarà il più feroce sanguinario della terra o alla meno peggio verrà ucciso brutalmente da qualcuno.
La cosa bella di questa serie (mi riferisco sia al libro che alla serie tv) è la meravigliosa capacità di mettere in luce sia il lato positivo sia il lato negativo dei personaggi.
Non come nelle fiabe in cui questi due aspetti fanno parte solitamente di due personaggi distinti.
Se avete preso fra le mani il primo libro di questa saga e vi siete spaventati del carattere piccolo e le tantissime pagine colme di inchiostro non dovete preoccuparvi.
La scrittura è scorrevole, i dialoghi sono interessanti e i personaggi ben caratterizzati.
Per non parlare della descrizione dei paesaggi: sentirete freddo quando sarete alla Barriera insieme ai confratelli e avrete caldo quando sorseggerete del vino fresco su una terrazza ad Approdo del re.
E' incredibile come la storia e i personaggi ti entrino dentro e diventino parte integrante di te.
Sto seguendo sia la serie tv e sia il libro ma ovviamente il secondo ha sempre la meglio proprio per il fatto che il libro ti da la possibilità di entrare in sintonia con i personaggi, sentire familiari i luoghi e le vicende.
Avvertenze: sentirete la necessità di gettare il libro nel fuoco, prendere un aereo e andare a dare due pugni in faccia a Martin. Non scoraggiatevi! E' normale e ci siamo passati tutti e nonostante questo sentirete comunque l'impellente desidero di continuare la lettura.
E' strano l'effetto che fa questo libro. Crea dipendenza e non sto scherzando.

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F.Angeli Opinione inserita da F.Angeli    22 Marzo, 2014
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MAESTRIA E FANTASIA

Il primo libro delle Cronache del ghiaccio e del fuoco è l'inizio di un lungo ed entusiasmante viaggio nelle terre dei Sette Regni. La storia viene narrata sotto diversi punti di vista, attraverso i quali viene raccontato un intreccio complesso ed accattivante riguardo la successione del Trono di Spade, che viene conteso principalmente tra gli Stark e i Lannister. Per mezzo di queste vicende vengono delineati personaggi incredibilmente realistici in ogni loro sfumatura: la realtà sociale viene descritta abilmente in ogni suo aspetto, senza alcun velo o tabù, anche se a volte il numero elevato di individui coinvolti nella storia potrebbe confondere il lettore. La vera novità proposta nel libro di George R. R. Martin è la natura ambigua della maggior parte dei personaggi: mentre nei fantasy tradizionali la divisione tra bene e male è evidente, molti protagonisti delle cronache del fuoco e del ghiaccio non sono completamente buoni, e si rimane sopresi da alcune azioni che compiono i personaggi, a cui inizialmente si attribuisce un carattere retto e corretto. I personaggi pienamente positivi, con forti valori morali, si contano sulla punta delle dita.
L'autore Martin ha creato con maestria un'opera davvero notevole, che si concentra più sul descrivere una società medievale in bilico tra la pace e la guerra che sugli elementi fantastici, presenti ma non ancora molto influenti nel primo libro.

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andrea70 Opinione inserita da andrea70    14 Giugno, 2013
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Luce e Ombra

Ho sempre considerato il fantasy un genere fuori dalle mie "corde" , questo ci tenevo a leggerlo perché mi è stato regalato da un'amica ed era giusto darle la mia opinione. Ho scoperto con soddisfazione che non è un fantasy in senso stretto, più che altro si tratta di un poema cavalleresco ambientato in un mondo molto simile al nostro Medioevo, in un regno esteso diviso in varie parti nel quale il trono più ambito è quello di spade, da qui il nome della saga.
Tra scontri cruenti, sottili inganni, incesti, adulteri, vendette e chi più ne ha più ne metta i personaggi perseguono ognuno uno scopo che ovviamente non sempre è quello palesato.
Martin da vita ad un numero impressionante di personaggi in un contesto geografico e storico affascinante (Grande Inverno, la Barriera, Delta delle Acque), difficile ricordarsi tutti i nomi e le parentele. Questo è un lato comunque positivo perché catapulta il lettore in un mondo a parte che lo avvolge e lo affascina e cosa deve fare un libro se non tenerti compagnia e magari fare da rifugio alla mente per qualche ora ?
Molto più discutibile la scelta editoriale della casa editrice che ha frazionato il primo volume originale dell'autore in vari libri (per ovvie ragioni di guadagno) con il risultato che alla fine del primo libro Martin è giusto riuscito a presentare qualche decina di personaggi e a descrivere il piano del gioco ma non è ancora successo nulla. Merito o demerito di un ritmo da soap opera , come pure la morale di molti protagonisti (sesso e potere e via andare), comunque non mi sono minimamente annoiato perché i personaggi per quanto numerosi sono ben caratterizzati e la storia fin qui promette bene.
Certo non è una lettura per tutti, violenza e sesso buttati giù a manciate, nessuno è totalmente cattivo o totalmente giusto, ci sono repentini cambiamenti di "filosofia" , in ogni uomo c'è luce ed ombra in particolar modo nei cavalieri e nelle dame di Martin, la stessa ombra che si allunga minacciosa sul Trono di spade...
Pare ci siano già dieci libri successivi, mi attende un lungo cammino, e "l'inverno sta arrivando"....

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franceschita Opinione inserita da franceschita    02 Marzo, 2013
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Dei antichi e nuovi... siate misericordiosi!

Martin ha la capacità, con il suo stile, di farti entrare nella storia, di ammaliarti e di farti fondere con essa.
Quello che descrive è un mondo fantastico, immenso, pieno di magia antica e dormiente ma non per questo "buono"... anzi, la crudeltà, l'inganno e l'egoismo dei loro governanti aleggiano tra le genti di questo mondo come una tagliola pronta a scattare. C'è abbondanza di dei, nuovi e antichi, che appaiono potenti e buoni con le loro statue e i loro alberi-diga... ma che però non daranno segni evidenti della loro presenza.
Una storia intricata, lunga e affascinante che mostra al lettore il peggio dell'animo umano a volte anche con immagini cruente. Niente è risparmiato, niente è lasciato da parte: odio, sesso, sangue sono descritti senza omissioni, con una particolarità di dettagli quasi eccessiva. La bontà d'animo c'è in questo universo... e chi la vuole mantenere lo farà a caro prezzo. Basti pensare agli Stark, la famiglia 'buona' per eccellenza, dove i pilastri sono l'onore e la compassione: tutti si ritroveranno, chi più chi meno, di fronte ad un baratro nel quale verranno gettati e da dove alcuni ritorneranno ma cambiati e plasmati dal dolore. La grande Fortezza Rossa è il simbolo di questa malvagità imperante, dove il potere ha sede più che in ogni altro posto. E li "al gioco del trono si vince o si muore".
L'unico modo per riuscire a non essere sopraffatti da tutto questo è la scaltrezza, di cui Tyrion Lannister è la punta di diamante... ma neanche lui ne uscirà indenne.
La bellezza di questa saga è che in un libro puoi odiare un personaggio e in quello successivo ritrovarti ad amarlo follemente e a tifare per lui. Niente è definito, tutto è un continuo mutamento: non c'è una differenza distinta e chiara tra malvagità e bontà... esse possono addirittura convivere fluidamente in uno stesso personaggio.
Per chi non lo avesse capito, ho amato questa saga sin dalle prime pagine e per chi ama il genere epico/fantastico è una perla.
State attenti: i personaggi sono molti e a volte stordiscono il lettore... consiglio? Stare ben concentrati sul pezzo! ;)
Altro consiglio: non affezionatevi troppo ai protagonisti... potreste ritrovarvi a compiangerli prima di quanto pensiate!

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kobe Opinione inserita da kobe    24 Settembre, 2012
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Dopo l'inverno speriamo torni l'estate

Premessa: la recensione si riferisce al primo volume originale, quindi ai due volumi dell’edizione italiana “Il trono di spade” e “Il grande inverno”.
Era da molto tempo che avevo in mente di cominciare questa saga, attratto dai commenti e dai consigli degli amici. Giudizio positivo, ma con qualche riserva.
Si tratta indubbiamente di una storia intrigante, ben articolata e descritta nei minimi particolari. Niente è dato per scontato ed il lettore è accompagnato per mano nei meandri dei castelli, nelle lugubri foreste del Nord e nel ventre delle battaglie. Mi è piaciuta molto la creazione di una storia del mondo antecedente alle vicende narrate (di Tolkieniana memoria), così come l’ambientazione in un’epoca di cappa e spada che ricorda il Medioevo: intrighi di corte e segreti, doppiogiochisti ed eroi, re e lord, onore e coraggio, giustizia sommaria e decapitazioni come se piovesse.
Nonostante tutto questo, però, non so perché ma a me non ha creato dipendenza, nel senso che non sono corso a comprare il volume successivo (per la verità in libreria ci sono corso, ma a comprarmi un bel thriller!!). Finirò sicuramente la saga, ma con molta calma. In alcuni momenti ho avvertito anche punte di noia, soprattutto nella prima parte: la divisione in capitoli che corrispondono a ciascuno dei principali protagonisti, se da un lato permette di conoscere a fondo il personaggio fino a vedere con i suoi occhi, dall’altro finisce per rendere un po’ pesante la lettura.
In sintesi, mi è piaciuto, ma forse avevo delle aspettative troppo alte. Senza scomodare il Gran Maestro (irraggiungibile), nella mia personalissima classifica Fantasy al momento Martin viene dopo Rothfuss…in futuro chissà…

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Liliana Opinione inserita da Liliana    21 Luglio, 2012
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Winter is Coming

Era da molto tempo che avevo adocchiato i libri di Martin, ed entrando in una libreria mi sono finalmente convinta a comprarli! purtroppo ho dovuto prendere il "malloppone" della Mondadori (che non ti permette di trasportarlo e leggerlo ovunque, per le sue dimensioni extra large!).
Comunque, a parte questo, sono subito rimasta affascinata dalla trama, forse complicata all'inizio per l'elevato numero di personaggi e di luoghi, ma pur sempre intrigante.
Lo stile è semplice e scorrevole. La cosa che però caratterizza il racconto maggiormente sono i personaggi: sono personaggi che ci sembrano sbucati fuori dal Medioevo, intenti in intrighi, sotterfugi e scontri tra signori, re, adulatori, eunuchi che sanno tutto di tutti, e chi più ne ha più ne metta! ma sono anche figure che sono state a contatto con creature fantastiche, come i draghi per esempio, che hanno segnato la loro vita.
Già dal primo libro si notano grandi cambiamenti nei personaggi: prendiamo per esempio Daenerys Targaryen, giovane succube del fratello che presto si trasforma in una vera e propria Khaleesi, forte e sicura di sé!
Ne "Il Trono di Spade" tutto ruota attorno al trono, a chi dovrebbe occuparlo: a causa della tensione sempre crescente per avere la corona di Re si formano vari schieramenti, varie alleanze, e tutti si preparano per una guerra imminente (anche se nessuno lo fa apertamente finchè il Re è vivo!).
Non mi dilungo di più perchè rischierei di svelare involontariamente qualche particolare succulento :)
ma consiglio vivamente questa appassionante lettura (ho divorato il primo libro in meno di tre giorni) a tutti coloro che amano il genere fantasy e anche a chi non lo ama, ne resterete stupefatti!
Poi chi segue il telefilm "Game of Thrones" non può non leggere i libri (che sono stati rispettati in modo molto fedele) da cui è tratto lo show!!
Buona lettura!
E ricordate: Winter is Coming!

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Frax90 Opinione inserita da Frax90    13 Mag, 2012
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Storia o Fantasia?

Prodromo della celeberrima saga “Le cronache del ghiaccio e del fuoco”, “Il trono di spade”è la prima opera di George Martin in cui mi sono immerso.
Nonostante si tratti di una prolusione a un’ennalogia, si può, fin dagli albori, percepire un’anomala e inconsueta concezione di fantasy.
Aspettandomi elfi, draghi, orchi e una variegata pletora di creature nata dalla bizzarria narrativa dell’autore, sono rimasto squisitamente impressionato nel ritrovarmi catapultato in un universo dalle chiare tinte tardo-medioevali, così diverse e discinte balle trite e ordinarie banalità di cui l’attuale letteratura fantastica si sta stupidamente vanagloriando.
Complotti, intrighi di palazzo, truculenti assassinii sono l’ordine del giorno nel freddo mondo di Grande Inverno; ataviche casate si combattono una guerra belluina, accantonando ogni senso etico e morale, per impossessarsi del Trono di spade, ingombrato da un vecchio e opulento sovrano, macilenta ombra dell’uomo di un tempo passato.
Che si aprano quindi le danze su di un regno di duelli, giostre, crapulonici banchetti, subdole spie e ferali avvelenatori, figli bastardi, mandati al confino del dimenticatoio, matrimoni contrattati e stipulati al fine di rimpolpare gli scialacquati calmieri delle casate nobiliari e una buriana di vicissitudini che trasporteranno il lettore in un vortice di emozioni, fondendolo con la carta stampata e cancellandogli dalla memoria il senso della cronologia.
Il tocco d’inventiva c’è, ma è tenue e digradante, stemperato dalle tinte storiche, dure e ferruginose, che impongono la propria volontà, come un gladio ben maneggiato dal maestro lanista, e non lasciano campo ai classici stilemi del fantasy.
Personalmente consiglio la lettura di questo manoscritto, a chiunque ma soprattutto a chi voglia staccarsi dal comune senso di fantasia e avvicinarsi a un romanzo che non mi preoccuperei a definire storico sotto molti punti d’osservazione.
Agognando di non aver inconsapevolmente svelato eccessivi sintagmi della trama (ma comunque aver infiammato il senso della curiosità e del desiderio), auguro a tutti una buona lettura!

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enro Opinione inserita da enro    01 Febbraio, 2012
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Tempi duri!

Ho preso questo libro dopo essere stato incuriosito da un'altra recensione in questo portale..sfortunatamente per me non ho trovato la versione unica del primo romanzo inglese ma ho preso la collana Oscar Mondadori che dai 5 libri per ora editi ne ha ricavati ben 11 col 12esimo in autunno! Essendoci 2 libri futuri promessi dall'autore per concludere la storia immagino ce ne saranno altri 4/6 in Italia..Grazie Mondadori per la semplificazione......!!

Parlando del libro vi dico che mi è piaciuto molto perchè è un fantasy ma non troppo carico di creature e situazioni proprie del genere ma più legato ad un mondo medievale e con quindi degli elementi Fantasy e questo l'ho apprezzato molto perchè in generale non ero mai stato amante del genere..per chi ha notato che ho parlato al passato è perchè ho il desiderio di finire la saga del ghiaccio e del fuoco. La trama presenta intrighi, qualche scontro e la prefazione ad un'enorme guerra tra lord..entusiasmante!

Passando ai personaggi la prima cosa da dire è che sono tanti..il primo mezzo libro mi ha un pò stordito ma poi si associa un volto ad un nome e tutto diventa facile! Unica pecca è che non si possono storpiare i nomi (cosa che mi capita di solito che li adatto a come mi piace leggerli :)) perchè ce ne sono abbastanza di simili.
Come caratterizzazione non sono nulla di che ma essendo il primo di tot libri non poteva parlarne troppo subito.

Lo stile è fluente e ho apprezzato le descrizioni corte ed incisive perchè essendo posti inventati una descrizione lunga e particolareggiata l'avrei ritenuta inutile.

In conclusione lo consiglio, anche se avrei sperato di conoscerlo quando già tutta la saga fosse stata pubblicata. Come libro fine a se stesso dice poco perchè lascia aperte tante porte, adesso ci si butta sui seguiti.

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