Il nome del vento Il nome del vento

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Tomoko Opinione inserita da Tomoko    04 Agosto, 2020
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Nuova edizione, stile perfetto!

Ho acquistato l’edizione del decennale del nome del vento edita da Oscar Vault per Mondadori e devo dire che questa pubblicazione è spettacolare ricchissima di mappe e alla fine del libro un piccolo compendio con il calendario di questo mondo fantasy e le varie monete usate.
Tra le pagine ci sono bellissime immagini che a seconda del capitolo, raffigurano perfettamente la scena. Ma anche se questo Drago della Mondadori è bellissimo, è solo la cornice del perfetto libro che lo contiene.
Il nome del Vento è il primo dei tre libri delle cronache dell’assassino del re. Purtroppo il nostro autore Patrick non ha mai dato alla luce il terzo e ultimo libro: the doors of the stone. Ed è un grande peccato visto la bellezza della scrittura e del grande mondo che l’autore è riuscito a creare.
Detto questo, vi spiegherò perché il nome del vento è un bellissimo libro fantasy:
Ci troviamo alla pietra miliare. Una locanda semplice dove i clienti raccontano le loro esperienze.
Arriva Cronista. Che chiede al locandiere di raccontare dall’inizio la storia di Kvote. È da qui che si apre un Flashback:
il Protagonista è un ragazzino dai capelli rossi e occhi verdi, brillante e talentuoso che cerca in tutti i modi di entrare nella più prestigiosa Accademia di Magia. Ma è una magia diversa, alchemica, che nel libro viene chiamata simpatia.
La scrittura di Patrick Rothfuss ha qualcosa di “magico” nonostante il libro sia molto molto descrittivo, il testo non è mai pesante. Tant’è che rimani spiazzato quando arrivi alla fine senza accorgetene. Tutto calza a pennello. Non c’è niente che stona. Non spaventatevi per la mole di questo mattone. Perché lo divorerete. Piacerà sia a chi ama il genere fantasy, sia chi predilige altri generi. È una storia senza luogo e senza tempo. Leggetelo!

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Kvothe Opinione inserita da Kvothe    07 Settembre, 2016
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LIUTO MAGISTRALIS

E' da tanto che volevo fare la recensione di questo libro e adesso è giunto il momento. Mi sono iscritto in questo sito per scrivere di questo libro . Ho inserito come mio nickname "Kvothe" in onore di questo libro e del fantastico personaggio. Ho detto troppe volte libro ah ok scusate. Basterebbe dire solo questo, per far capire quanto questo libro mi abbia lasciato un marchio indelebile. E invece no.


E' iniziato tutto in modo casuale. Appena finito le cronache del ghiaccio e del fuoco ero in astinenz..... ehm...... in cerca di un libro sullo stesso stile. Girovagando qua e là per internet ho trovato vari consigli su che libro scegliere, e la scelta ricadde nel "Il nome del Vento". Ancora non me ne rendevo conto, ignaro com’ ero allora, ma avevo appena scoperto una pepita d’ oro in un filone asciutto.


Iniziato il romanzo ero moderatamente in attesa, per capire, se il libro era buono o un flop. E’ un diesel inizia tranquillamente, ma dopo si riscalda e accidenti iniziai a sentire quel qualcosa, che ti fa capire che qui, si è davanti a qualcosa di veramente notevole e non di un semplice romanzo fantasy medievale, ma il ROMANZO FANTASY MEDIEVALE. Scorre via che è una bellezza, tenti di prenderlo ma lui vola via e in un batter d' occhio ti ritrovi a pensare ma voglio davvero che finisca? Ho pensato, me lo voglio godere piano piano lo sfoglio delicatamente di tanto in tanto e passo ore di buona lettura in compagnia di Kvothe. Resisto anche perchè ha scritto due libri, in 9 anni, come faccio poi mi ritrovo come con le cronache del ghiaccio e del fuoco. Avrò la stessa ansia? un nuovo Martin? NO! MAI! Resisto, ce la faccio, passano i giorni, ma un richiamo si fa sempre più insistente e pressante …… proviene dalla libreria, lo sento più nitido NO! NO! Evito, mi giro, mi tappo l'orecchie niente! Mi è entrato in testa quel soave liuto mi richiama come canto delle sirene irresistibile e CEDO! Cedo all'ipnotico suono e mi abbandono completamente, e quel suono prima assordante, roboante si distende in una eterea melodia. Ormai lo sento, la mia mente è completamente soggiogata. Leggendo, il suono cambia, la melodia diventa come la colonna sonora di un film, che mi accompagna lentamente e dolcemente fino alla fine. Con parole che si trasformano in musica trascritta su un pentagramma. Finito il libro resto un attimo attonito, stordito. Sono completamente assuefatto dalle emozioni mi distendo soddisfatto, mi assale una piccola tristezza come solo un libro bello sa fare. Mi riprendo, mi rallegro perchè so che mi aspetta il secondo libro “la paura del saggio”.

Chi è appassionato e, chi suona uno strumento capisce la straordinaria bellezza di quello che è riuscito a fare Rothfuss. Inserire la colonna sonora in un libro praticamente è il sogno nel cassetto di ogni scrittore, il romanzo perfetto.
Per tutto quello che mi ha fatto provare, lo ringrazio perchè ha tirato fuori dal cilindro un piccolo coniglio, nascosto nel doppio fondo del cappello, facendolo diventare con una magia una bellissima colomba. Il libro in sè per sé non è innovativo, tranne per alcune idee interessanti (Lo sviluppo della trama con Kvothe che racconta a cronista e la musica). Ma non è la trama ad avere dello straordinario, che è un mix di tutti i più famosi fantasy, ma è lo stile il fiore all’ occhiello che lascia strabiliati ed esterrefatti : per l' accuratezza delle parole, per l' impatto visivo che hai leggendole, per la ricerca pignola della parola perfetta da inserire al momento giusto per far provare una determinata emozione. La musica come ho detto è come se fosse lì con te ad accompagnarti dolcemente, per traghettarti nel magico mondo di Kvothe: rassicurandoti quando le cose volgono al peggio, per rallegrarti nei momenti tristi e per gioire nei momenti più belli. La trama non la scrivo, secondo me, per godervi a pieno il romanzo dovreste viverla momento per momento, scoperta dopo scoperta perchè signore e signori, questo libro non va letto. ma assaporato e degustato come un buon vino. Ascoltato, come un bel pezzo di musica classica, disteso sul letto a viaggiare venendo cullato da alti e bassi, entrando in sinergia con la stessa, come un unico essere indivisibile. Rischio di essere ripetitivo lo so, ma a me ha fatto questo effetto e spero, che proverete lo stesso vortice di emozioni anche voi.

L'unica cosa che posso (non è spoiler) "spolierarvi" della trama è la magia. Bellissimo come viene rappresentata la simpatia (magia "comune") in questo libro, mai avevo visto una cosa del genere; di solito descritta in altri libri come: inaccessibile, fortissima, abilità innata e limitata a pochi eletti (come per esempio Harry Potter; si c‘era un mondo pieno di maghi, ma come sempre esclusiva di pochi). Spiegata in maniera scientifica,razionale applicata da leggi della fisica, come se quasi, con la forza di volontà e lo studio c' è speranza per tutti. In questo modo Rothfuss me l’ha resa reale,.questo è un sogno ad occhi aperti, per chi, come me (vi sfido a dire il contrario), da bambino ha sognato di avere poteri magici e per questo dico grazie a Rothfuss.



PD: Si vede che Patrick ha passato tanto tempo con la creatura che ha creato, l’ha coccolata e perfezionata e risultati si vedono. L’unica nota amara è che è un scrittore molto lento, ( Martin fa scuola!!!! Mannaggia) però se questi sono i risultati sono contento di aspettare, forse chi lo sa, si velocizzerà con il tempo essendo solo uno scrittore DEBUTTANTE ( lo so incredibile vero), io incrocio le dita ma ci credo poco mi sembra che Martin gli fa veramente da modello visto che si conoscono. Mi dispiace della lunga recensione, per chi si appresta a leggere, io di solito non le digerisco, ma era tutto necessario per descrivere le emozioni scaturite da questo fantastico romanzo fantasy.

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Martin - E chi come me si è da poco affacciato al fantasy
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F.Angeli Opinione inserita da F.Angeli    24 Agosto, 2014
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BIOGRAFIA DI KVOTHE

A Patrick Rothfuss bisogna riconoscere un grande merito: è riuscito, con una trama piuttosto comune, a scrivere un libro davvero profondo e accattivante. Ovviamente all'inizio è stato rifiutato da tantissime case editrici, fortunatamente è stato poi pubblicato a seguito della vittoria del concorso Writers of the Future.

La trama ricorda in parte Harry Potter, in parte la saga del mago di Earthsea. Kvothe è un ragazzo che possiede, come Ged di Ursula K. Le Guin, un talento innato, e (mi permetto di fare una piccola anticipazione) rimane orfano come Harry Potter. La sua storia si verrà a sapere perché un individuo, denominato "Cronista" nel libro, verrà a cercarlo per chiedere di raccontargli le sue leggendarie avventure. Patrick Rothfuss dà vita a un'imponente personaggio, che vive ora tra le pericolose strade di Tarbean cercando di non morire di fame, ora nell'accademia dei maghi, dove eccelle e spadroneggia su tutti quanti. Si inizierà a intravedere una lenta "crescita" del personaggio, che nonostante tutto ciò che passa riesce a mantenere alta la testa. Non demorderà quando dovrà dormire sui tetti, quando rischierà di essere ucciso, quando rischierà di essere espulso. Kvothe è un personaggio molto forte caratterialmente, e forse anche un po' malvagio. Ci regala una storia davvero molto istruttiva, un'esperienza nelle conseguenze dell'arroganza e nelle ostilità degli invidiosi. E, infine, le esperienze con i primi amori, è davvero bellissimo leggere del potente Kvothe che soccombe agli occhi dolci di una ragazza. C'è un equilibrio pazzesco: tensione e emozione si amalgamano tra di loro in maniera superba. E la cosa che mi ha sorpreso di più è che il libro è scritto non bene, ma benissimo! Non so se è merito anche della traduzione, ma Rothfuss è davvero un maestro nel descrivere situazioni e personaggi, la personalità di Kvothe emerge in una maniera impeccabile quando racconta la sua vita al Cronista. Le figure retoriche che usa sono davvero ben studiate, e gli eventi stessi che accadono spesso sono fortemente simbolici, e non mancano comunque mai di coerenza col filo conduttore della trama.

In pochissimi libri fantasy ho riscontrato un livello così alto nella scrittura e nei contenuti, Il nome del vento è una vera e propria dimostrazione di talento e padronanza dello stile. Leggetelo, ci sono pochi fantasy di questo calibro in circolazione!

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Fantasy! Se si è amanti del genere non può mancare nella propria libreria. Tuttavia, non lo consiglio a chi si vuole avvicinare al genere, o a chi è alle prime esperienze con la lettura. La prima volta che avevo provato a leggerlo era qualche anno fa, ma l'avevo trovato davvero troppo lungo e prolisso. Rimase purtroppo abbandonato a metà, e per fortuna poi ripreso con grande entusiasmo.
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Queen D Opinione inserita da Queen D    29 Gennaio, 2014
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Il silenzio e il grido di Kvothe

Mi sento di paragonare questo libro ad un bracciale d'oro pieno di pietre preziose, poste ad intervalli regolari una dall'altra, dove per oro intendo la trama e per gemme intendo i colpi di scena e i punti salienti che brillano grazie al nostro protagonista Kvothe, altrimenti conosciuto come Edema Ruh, Maedre, El'lir, Dulator, Shadicar, Ditoleggero, Seicorde, Kvothe il Senzasangue, Kvothe l'Arcano e Kvothe il Regicida.
Ogni gemma incastrata nella trama della sua vita e della storia ci chiarirà il motivo dell’assegnazione di ogni nomignolo e di come e perché è arrivato a conquistarlo. Da ciò potete dedurre che ne ha combinate veramente delle belle!
Ma chi è il nostro Kvothe? Di sicuro non il triste locandiere che si spaccia di essere, proprietario di una taverna in uno sperduto villaggio di una sperduta regione di uno sperduto regno di fattezze pseudo medievali. La sua monotonia e quella del suo aiutante Bast (anch'egli sotto "falsa copertura") viene spezzata dall'arrivo di Cronista, famoso scriba, che vuole raccogliere le memorie del grande, grandissimo, mitico, leggendario Kvothe, il quale, riluttante da principio, accetta poi di collaborare. Si dipana così, a partire dall’originale trovata di far raccontare al protagonista i propri ricordi, la storia della vita di Kvothe, straordinario artista di strada, la cui vita viene sconvolta da una tragedia che gli segnerà l’anima in modo irreversibile. Nell’ovattato dolore autoimposto alla sua mente, Kvothe, poco più che bambino, imparerà a combattere, a sopravvivere, ad arrangiarsi per non soccombere. E quando deciderà di far riaffiorare i ricordi tenuti sopiti per tanti anni, la sorda sofferenza verrà sostituita con un sentimento più bruciante: la rabbia e quindi la ferma volontà di vendicarsi, di uccidere chi gli ha portato via la sua infanzia e la sua dolce ingenuità.
Già arrivata a questo punto ho incontrato, nel mio cammino immaginario, tante piccole pietre preziose che definiscono il carattere di Kvothe, ma è il suo esame di ammissione all’Accademia, tempio della cultura e delle arti magiche, che ci pone davanti il primo vero diamante: fantastico, indimenticabile e assolutamente brillante.
Da questo punto in poi sarà tutto un crescendo: la sua musa Denna, il suo acerrimo e odioso nemico Ambrose, la prima lezione di Kvothe ai danni del Magister Hemme, il luminoso successo come artista, le canne del talento conquistate, i tentativi di ucciderlo sventati, la misteriosa bestia del fuoco blu e, ultima ma non ultima, l’acquisizione di un grande potere.
Il fatto poi che il racconto danzi tra passato e presente non fa altro che accentuare ulteriormente la voglia del lettore di saperne di più, soprattutto per merito di uno schema fisso che ho notato ripetersi costantemente: alla fine di ogni capitolo riguardante il passato, il racconto ( e da qui ne deduco l’abilità dell’autore) ci lascia con un punto interrogativo che ci spinge a leggere più in fretta, perché l’attrazione del lettore nei confronti della risoluzione del mistero diventa assolutamente irresistibile.
Inoltre il finale del libro si ricongiunge al suo inizio in un cerchio che si chiude così com’è iniziato: due liuti, due prepotenti, due reazioni diverse alla violenza. Non ci lascia con un colpo di scena sconvolgente, ma con tanti piccoli assaggi su quella che sarà la continuazione della storia.
Ho trovato incredibilmente affascinante il protagonista, con la sua arguzia, la sua lingua tagliente e il suo talento fuori dal comune: nonostante le difficoltà non perde la sua inventiva e anche quando sembra nei guai fino al collo non si arrende; ma soprattutto quando vince, e vince da vero eroe, non si gonfia d’orgoglio per gli applausi e la fama, ma rimane con i piedi ben piantati a terra, perché conosce il sapore della miseria e di quanto velocemente può tornare a farsi viva.
Ottimo il ritmo del racconto, le sue quasi 900 pagine scivolano via facilmente e personalmente non vedo l’ora di affrontare le altre 1000 pagine che mi aspettano sul comodino, perché già mi manca terribilmente il racconto delle avventure di Kvothe dai capelli rossi come il fuoco e dalla volontà ferrea che riesce a piegare al suo volere il vento.

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Sam93 Opinione inserita da Sam93    25 Luglio, 2013
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Grazie, Rothfuss

Ho appena scoperto con grandissimo orrore di non aver ancora parlato di questo libro, nonostante l'abbia consigliato a chiunque conosca e ne abbia parlato per mesi.
Prima di qualunque cosa, vorrei ringraziare il tizio che lo stava leggendo (ancora un anno fa) nella sala d'aspetto dell'avis e che me l'ha consigliato. Mi è rimasto nel cuore, attualmente è il mio libro preferito, scalando la mia top10 già al secondo capitolo.
L'idea di fondo è diversa da quella del solito fantasy: il cronista intervista il locandiere Kote, che racconta le avventure di un se stesso più giovane e pieno di belle speranze. Il libro racconta la sua vita in prima persona, senza risparmiarsi dettagli.
Le emozioni sono il punto forte di questo libro: Rothfuss riesce a trasmetterne a iosa, tutte fortissime, che ti fanno tifare per questo fantastico personaggio. La storia è accattivante, coinvolgente e, come ho già detto, emozionante.

"Ho sottratto principesse a re dormienti nei tumuli.
Ho ridotto in cenere la città di Trebon.
Ho passato la notte con Felurian e me ne sono andato sia con la vita, sia con la sanità mentale.
Sono stato espulso dall’Accademia a un’età inferiore a quella in cui la maggior parte della gente viene ammessa.
Ho percorso alla luce della luna sentieri di cui altri temono di parlare durante il giorno.
Ho parlato a dèi, amato donne e scritto canzoni che fanno commuovere i menestrelli.
Potresti aver sentito parlare di me."

Solo da questo si può capire quanto è bello, scritto bene e dalle premesse magiche questo libro... Dai, quanto è scritto bene? Sembra che ogni parola sia stata pensata e soppesata per arrivare al perfetto equilibrio letterario e stilistico. Non importa se è fantasy: quest'uomo sa scrivere e io sono veramente felice di aver letto questo capolavoro.
Inoltre, un grande merito va anche al traduttore, che ha fatto un lavoro egregio con questo libro (dopo averlo letto in inglese, posso dire che già di per sè era scritto molto bene, ma la versione italiana è qualcosa di meraviglioso!).
Posso dire solo un'altra cosa: questo è quello che vorrei leggere sempre! Dunque, un enorme grazie a Patrick Rothfuss per aver donato al mondo questo capolavoro!

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A chi piace il fantasy, anche se andrebbe consigliato a chiunque piaccia un libro scritto bene!
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McLennon Opinione inserita da McLennon    13 Novembre, 2012
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Tante emozioni

Ho sempre storto il naso all'idea di leggere un libro fantasy, ma dai commenti e dalle recensioni su quest'opera e sul suo seguito (La Paura del Saggio) ho avuto l'impulso di leggerlo nonostante la mia perplessità sul genere e devo dire che è stata una lettura tra le più piacevoli e appassionanti.

Tante, troppe le emozioni che il libro trasmette...Rothfuss ha saputo sapientemente creare un mondo e ha avuto la capacità di renderlo pulsante, vivo, credibile..

La lettura, nonostante le settecento e passa pagine, scorre che è una meraviglia alternando le fasi al passato, che narrano la storia di Kvothe, il protagonista, a quelle del presente, della Locanda "La Pietra Miliare" dove egli stesso sta raccontando le sue eroiche gesta affinchè siano trasmesse in modo veritiero ai posteri.

I personaggi hanno una caratterizzazione molto marcata e alcuni sono veramente riusciti e non potrete non affezionarvici (parlo di Denna, Elodin, Simmon e Ari ma ce ne sono anche altri..) così come le località ed i luoghi che l'autore ci fa conoscere durante questa lunga avventura...sono tangibili e risultano reali e ci si sente catapultati fra quelle lande, quelle città, quell'Accademia.

Mi sento di consigliare vivamente la lettura di questo straordinario libro a chiunque, anche a chi come me non sembrava molto incline al genere, anzi, forse soprattutto a loro.

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Pelizzari Opinione inserita da Pelizzari    09 Agosto, 2012
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Lettura in crescendo

E’ un fantasy, genere che non mi è congeniale, ma davvero bello, con una trama avvincente ed una scrittura scorrevole. Il protagonista è una figura che conquista, coinvolge ed entusiasma: in lui vediamo prima di tutto l’uomo e solo dopo l’eroe, è quindi un modo per introdurre lentamente al personaggio, creando sintonia con il lettore. E’ una storia che si sviluppa in crescendo, in alcuni punti è forse ridondante, in altri è denso, imponente, misterioso. Va letto secondo me lentamente, per poterlo apprezzare di più. Lo stile è particolare, passa frequentemente dalla prima alla terza persona. La trama incolla il lettore alle pagine. La narrazione è ricca di dettagli, aspetto che rende queste pagine vive.

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Mephixto Opinione inserita da Mephixto    29 Giugno, 2012
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Bello ma nulla piu

E un po che devo scrivere questo parere, e sono combattuato vediamo cosa ne esce ...
Il libro e la storia in se, sono accattivanti, anche se, non so per quale ragione, mi ha ricordato Harry potter versione per adulti condito con oliver twist ... si c'è un po di tutto amore, magia, avventura, eroismo, un pizzico di drammaticità e un mondo vero nei suoi dettagli ma, non so forse saranno le 70 pagine dedicate al "drago" o il continuo spiegare il concetto di simpatia, o forse il fatto che non ero io probabilmente in sintonia con il genere in quel momento, ma posso dire che non lo trovo il nuovo Tolkien come qualcuno ha azzardato.
L'ho torvato attraente a tratti, coinvolgente a sprazzi, si fa leggere con semplicità e la fantasia esposiva del autore si sente, però non lo ritengo un must, un buon libro questo si ma nulla d'eccezionale..
Purtroppo quando si parla di fantasy ho quelle due o tre icone che ormai sono punto di riferimento, e ritengo che qesto autore debba ancora cresscere molto.
Ho trovato invece geniale il flashback narrativo che conduce il lettore attraverso le vicende passate del protagonista.
Quindi a conti fatti, il nome del vento è secondo me un buon libro, ma ancora lungi da essere un capolavoro o una pietra miliare della narrativa Fantasy

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sabrinat2601 Opinione inserita da sabrinat2601    21 Mag, 2012
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Un jot per un pensiero

Affascinata! Un fantasy di oltre 700 pagine fulminato in poco tempo.
Un romanzo intelligente, avventuroso, cinico al punto giusto, istruttivo, emozionante, magico, ricco di melodia e colori. Insomma in una parola imperdibile!
E' la storia in flashback raccontata in prima persona da Kote, un locandiere dall'età indefinita, che narra ad uno scriba la verità autobriografica dell'eroe leggendario che tutti in qualsiasi regno conoscono, ma che per proteggersi ha dovuto comprare e gestire una locanda: Kvote.
Rievoca il suo passato: da giovanissimo girovago tra i carri di Edema Ruh, a orfano senzatetto costretto a mendicare e rubare cibo, passando per illuminato ed indisciplinato studente dell'Accademia, grandissimo musicista ed infine eroe ed uccisore di draghi.
Con lui impareremo cosa sia la "simpatia", come si possa evocare il fuoco, come camminare a piedi scalzi sui tetti, le tecniche di accoppiamento del dracuus comune, ma anche le varie tecniche di borseggio, come sfuggire ad un inseguitore, i primi passi dell'innamoramento e come con astuzia ed arguzia si possa sopravvivere.

Consiglio vivamente questo capolavoro a chiunque riesca ancora ad usare l'immaginazione e non abbia paura a lasciarsi trasportare in un'avventura fantastica.



Una lettura affascinante, intensa...il sig. Rothfuss ha creato un mondo ineccepibile, una storia che rimarrà nella storia.

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rondinella Opinione inserita da rondinella    26 Marzo, 2012
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Che la storia abbia inizio!

Dopo aver letto questo libro posso ancora sperare che il fantasy riesca sempre ad emozionarmi. Mi basterebbe ciò per commentare questo libro, ma a beneficio di chi resta ancora scettico aggiungerò qualcos'altro.

Anno indefinito, medioevo fantastico, Pietra Miliare: l'uomo dietro al bancone, dagli incredibili capelli rossi, passa il suo tempo servendo i rari avventori della sua locanda; la sua nuova vita scorre monotona finché, quasi per caso, un raccoglitore di storie lo convince a raccontare al sua vita vissuta... e questa è un'altra storia.

Ecco brevemente il riassunto di queste magiche pagine. Sembra noioso? Non lo è affatto, perché la vera storia sta nei ricordi, e se volete conoscerla non vi resta che leggerlo.

Il mio voto al libro parla da sé: ottimo in tutti i campi, senza una virgola fuori posto e che si fa leggere volentieri.
Scrittura scorrevole, senza insormontabili ingarbugliamenti, tiene col fiato sospeso dove serve e quando serve, così da non far mai desistere il lettore, ma tenendolo piacevolmente incollato alle pagine; lessico adeguato, pertinente, facile ma non banale, anche se devo ammettere che certi termini di luoghi o alcuni nomi non mi sono piaciuti (ma sono gusti personali, e la maggior parte delle scelte sarà stata fatta dai traduttori italiani).
Paesaggi stupendi, magari anche nella loro 'ordinarietà', ben descritti senza perdersi in inutili divagazioni.
E i personaggi unici, dotati di vita propria e di tutti i pregi e i difetti di un normale essere umano, rimangono nel cuore. e, qualche volta, danno anche un semplice lezione di vita.

In conclusione, un gran bel fantasy con ampi tratti originali, di carattere 'fresco' e accattivante, coinvolgente e indimenticabile.
Consigliatissimo per gli appassionati del genere. Buona lettura!

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aeglos Opinione inserita da aeglos    19 Marzo, 2012
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UN MONDO FANTASY ECCELENTE!

Un vero capolavoro del fantasy!Ecco cosè questo libro!
Insieme al protagonista ho viaggiato, ho camminato a piedi nudi sui tetti,
ho conosciuto persone affascinanti, sono entrata a far parte del’Accademia,
ho suonato il liuto e ho potuto vedere un vero drago!
Le descrizioni e la storia sono scritte talmente bene, in modo cosi scorrevole, che
sembra di viverle in prima persona! E il finale è apertissimo, chiaramente c’è il continuo che
spero di leggere molto presto...Quante domande lasciate in sospeso....
Libro consigliatissimo ache a chi, come me, s’inoltra nel mondo fantasy!

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Sydbar Opinione inserita da Sydbar    06 Gennaio, 2012
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Il nome del vento

Cosa pensate che possa contenere un tomo di 728 pagine di genere fantasy???
Un'avventura??? Troppo semplice.
Una storia eroica??? Troppo scontato.
Un mistero??? Riduttivo.
Un racconto dai risvolti amorosi??? Banale.
Quest'opera contiene tutto questo e molto altro, un caleidoscopio all'interno del quale ogni prospettiva viene trasformata e mai creata o distrutta.
Kvothe l'assoluto protagonista è invischiato in ogni genere di accadimenti i cui esiti mai scontati anche se a volte se la fortuna è cieca nei confronti del nostro protagonista la sfiga ci vede benissimo. Ma credetemi a volte non sempre le cose sono come appaiono.
Lo stile dell'opera lo rende scorrevolissimo ed avvincente nella lettura soprattutto dopo il primo quarto di libro.
Il contenuto dell'opera non si può riassumere semplicemente e penso di averlo reso con la mia introduzione, una sola aggiunta, le descrizioni sono dettagliate in ogni circostanza sia dei luoghi che dei personaggi.
Naturalmente tutto genera una piacevolezza di lettura che lascia senza fiato.
Questo è solo l'inizio perchè la storia deve ancora decollare...cosa ne dite, vi basta come invito alla lettura???

Promosso.

Buona lettura.
Syd

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kobe Opinione inserita da kobe    30 Dicembre, 2011
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La Pietra Miliare

Era una domenica pomeriggio di fine autunno quando, dopo essermi recato in libreria per acquistare un nuovo libro, sono tornato a casa e ho cominciato a sfogliarne le pagine un po’ pigramente. Ho notato però subito qualcosa di strano che ha attirato la mia attenzione, davanti ai miei occhi non c’erano semplici pagine con caratteri stampati, ma qualcosa che brillava, un luccichio, all’inizio quasi impercettibile poi sempre più abbagliante… la lampadina che mi sta abbandonando? La vista che fa brutti scherzi? No, niente di tutto questo: non avevo tra le mani un libro, ma un piccolo grande scrigno. Quando l’ho aperto mi si è schiuso un mondo. Avevo trovato un tesoro.
Mi sono addormentato e quando ho riaperto gli occhi era buio e freddo, ero fuori su un sentiero in mezzo ad un bosco ed in lontananza vedevo delle luci...tetti, strade, un paese. Avevo freddo e fame, quindi ho cercato subito un riparo per la notte. Appena superata una fontana in mezzo alla strada, ho visto un’insegna di una locanda sulla mia sinistra, La Pietra Miliare. Bene, ho pensato, almeno così smetterò di tremare e metterò qualcosa sotto i denti.
Sono entrato, la sala era deserta, fatta eccezione per tre uomini seduti ad un tavolo, stavano parlando e si sono interrotti appena mi hanno visto. Uno di loro, con i capelli rosso fuoco, con uno sguardo sereno e accogliente mi ha chiesto gentilmente in cosa poteva essermi utile: era il locandiere. Ho chiesto un pasto frugale ed una camera per la notte. L’uomo è andato dietro al bancone e ha tirato fuori una bottiglia di vino, poi è andato nel retro, immagino in cucina. Gli altri due sono rimasti seduti, uno era un ragazzo che mi ha squadrato da capo a piedi facendomi capire che non aveva gradito l’interruzione, l’altro era più anziano, aveva una penna in mano e alcuni fogli davanti, evidentemente stava scrivendo prima che entrassi.
Il locandiere è tornato dopo poco, mi ha fatto sedere ad un tavolo vicino al loro servendomi una scodella di minestra fumante e un bicchiere di vino rosso. Poi è tornato al suo tavolo, si è seduto e si è rivolto all’uomo più anziano: siamo appena all’inizio, Cronista, c’è ancora tanto da scrivere...dove eravamo rimasti?

È così che ho cominciato ad ascoltare una storia, una memorabile storia come da secoli non sentivo. Quale storia, vi chiederete curiosi. Andate in libreria, prendete lo scrigno, apritelo ed entrate nel mondo di Kvothe e degli Edema Ruh, dell’Accademia e dell’Arcanum, di una donna affascinante e sfuggente e di un gruppo di amici come raramente se ne trova, di Magister, Arcanisti e...del nome del vento.

Scusate se adesso vi devo lasciare, ma il locandiere ha ripreso il suo racconto.

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piero70 Opinione inserita da piero70    20 Settembre, 2011
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Se voi...

Se voi mi aveste visto mentre leggevo questo libro avreste notato un leggero tremore delle mani, la bocca leggermente aperta.
Se voi mi aveste visto leggere avreste visto i miei occhi spalancati e febbrili, fissi su pagine, righe e parole che non credevo avrei mai più potuto leggere, dopo Tolkien.
Se voi aveste visto il film Amadeus di Milos Forman, avreste riconosciuto nello sbigottimento e nella sopresa dell'ottimo Murray Abraham che recitava Salieri, nel leggere lo spartito del Requiem di un morente Wolfgang Amadeus Mozart, il mio stesso sentimento, le mie medesime emozioni.
Non ho parole (sì lo so non sembra...).
Questo è fantasy da vette altissime.
Scritto benissimo, e qui devo ringraziare Gabriele Giorgi (come chi è? è il traduttore dall'inglese!!), che ha fatto un lavoro eccezionale, pur tenendo conto che partiva già da una base d'eccezione, ma non dò mai per scontato il risultato una traduzione, viste le recenti e passate porcate che ho letto in giro...
Grandi descrizioni. Parole che sembrano ballerine snelle e aggraziate che ballano su una musica celestiale.
Il primo capitolo del libro mi ha fatto venire la pelle d'oca dall'emozione per come è scritto!
Sembra di leggere Tolkien tradotto da Umberto Eco.
Come dite? La trama? Originale! L'idea di partenza dell'intervista all'eroe è geniale.
Dà un certo senso di sicurezza vedere come sarà alla fine, mentre lo si vede passare tra mille pericoli, nemici, tradimenti.
Come se l'autore ti dicesse subito... Stai tranquillo... Leggerai qualcosa di tremendo, ma vedi che alla fine in un modo o nell'altro ce la farà.
Non fatevi ingannare da questo però. Non è un lieto fine. E le cose non sono mai, in nessun capitolo, come sembrano!
Sono innumerevoli i passi che mi hanno commosso. La stessa struttura "sociale" che si intravede tra le pieghe del libro è eccezionale a mio parere.
Gli Edema Ruh, di cui l'eroe fa parte, ad esempio, sono socialmente accettati tanto da essere la compagnia di teatranti ufficiale del re e averli ospiti anche solo per una sera, è un enorme onore per le cittadine interessate.
La rispettabilità delle persone si basa su quante storie conoscono, in altre parole, su che tipo di memoria collettiva ognuno possiede e può tramandare.
La cultura e chi la tramanda sono tenuti in grandissima considerazione!
Una via di mezzo tra il conte di Montecristo e il Signore degli anelli.
Cosa volete di più?
Insomma lo straconsiglio, anche ai non amanti del fantasy!
E mi precipito a comprare il seguito.

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