Harry Potter e la maledizione dell'erede Harry Potter e la maledizione dell'erede

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GioPat Opinione inserita da GioPat    01 Agosto, 2018
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Diciannove anni dopo

Contrariamente a quanto si possa pensare, questo racconto non rappresenta l’ottavo libro della saga di Harry Potter. I fatti narrati partono dai famosi diciannove anni dopo la Battaglia di Hogwarts, e hanno come protagonisti Albus, nonché il secondogenito di Harry e Ginny, e Scorpius, figlio di Draco Malfoy.

Non aspettatevi un romanzo con descrizioni perché questo libro non è altro che la sceneggiatura dello spettacolo teatrale portato in scena a Londra, dunque al suo interno vi sono solamente le battute che i personaggi scambiano ed eventuali stati d’animo degli stessi e movimenti scenici. Lo stile non è criticabile perché si tratta appunto di una sceneggiatura, dunque sono scritte le battute e queste danno corpo al libro.

La trama è avvincente, ogni tanto un po’ lenta perché ci si sposta dalla storia dei ragazzi, più movimentata, a quella degli adulti, più statica. Tuttavia in genere il libro scorre e la storia è lineare, seppur ci si sposti nel tempo tra passato e futuro. Nonostante siano solo battute, si riesce a stare dietro alla storia che, a tratti, è stata in grado di lasciarmi con il fiato sospeso. Nel corso del racconto vi sono particolari che a volte sono narrati in maniera sbrigativa ed è facile comprenderne il perché: trattandosi di un’opera teatrale si dà maggiore spazio alla storia in sé e allo sviluppo di essa, tralasciando i particolari. Alcuni eventi affondano le proprie radici nei sette libri della saga antecedenti a questo, che qui vengono narrati dal punto di vista di altri personaggi, e tale scelta consente al lettore di avere una consapevolezza maggiore di quanto accade.

Ho apprezzato che molti personaggi abbiano mantenuto le stesse caratteristiche comportamentali dei libri della saga, ma per lo stesso motivo sono rimasto deluso dalla scelta di far cambiare radicalmente comportamento ad altri personaggi, che a tratti rispecchiano lo stile adottato nei libri, ma ogni tanto si perdono e diventa quasi impossibile riconoscere quel determinato personaggio all’interno di quel determinato stile comportamentale. Ho apprezzato altresì i riferimenti che sono stati effettuati: riproponendo alcune scene già presenti nella saga si aiuta il lettore a collocare temporalmente l’evento narrato in questo libro tra quelli presenti negli altri scritti. Trattandosi di una sceneggiatura, e dunque essendovi solo dialoghi, bisogna attribuire loro un ruolo fondamentale e ritengo che gli sceneggiatori a questo siano stati molto attenti, dal momento che la storia si svolge più o meno ai giorni nostri e i dialoghi sono molto attualizzati poiché presentano alcuni vocaboli che fino a poco tempo fa nella lingua comune non venivano utilizzati. Un altro aspetto che mi ha colpito positivamente riguarda i comportamenti dei due giovani protagonisti: pur essendo due quattordicenni che nel corso della storia prendono decisioni importanti e agiscono in modo talvolta pericoloso, traspare la loro ingenuità, impulsività e il loro essere, in fondo, ragazzini.

In conclusione è un libro che consiglio a chi ama la saga di Harry Potter perché da una semplice sceneggiatura ne è scaturita una storia complessa piena di intrecci e in grado di evocare, nei più nostalgici, ricordi della trama raccontata nei sette libri precedenti con il ritorno di tanti personaggi più o meno amati. Nonostante personalmente non mi abbia entusiasmato quanto gli altri libri, non mi sento di sconsigliarlo perché è una lettura piacevole che per i fan della saga potrebbe rivelarsi un punto di svolta nella storia.

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Nadiezda Opinione inserita da Nadiezda    03 Gennaio, 2017
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Il libro copione

Per chi era abituato alle lunghe e spassionate descrizioni dell'autrice, J. K. Rowling, nei precedenti testi, in questo caso si troverà di fronte ad un'opera teatrale o meglio: al libro copione.
Siccome è un dramma teatrale, le descrizione sono quasi nulle e danno spazio alla suddivisione in atti ed alla interpretazione dei vari attori.
Alcune scene sono state descritte per comprendere meglio come verrano esposte nella rappresentazione teatrale stessa.
In questa opera teatrale ci saranno delle scene che ricorderanno il passato.
Nei figli, dei protagonisti principali dei precedenti libri, troveremo alcune delle caratteristiche dei genitori, anche se ci saranno delle grosse sorprese.
Il dramma è stato ambientato diciannove anni dopo il romanzo "Harry Potter e i Doni della Morte".
Narra la storia del secondogenito di Harry e Ginny, Albus Severus Potter.
Harry è diventato il Capo dell'Ufficio Applicazione della Legge sulla Magia e ha avuto tre figli.
Hermione è Ministro della Magia, è sposata con Ron, il quale ha ereditato il negozio Tiri Vispi Weasley.
Hanno avuto due figli, i quali portano il cognome di entrambi i genitori.
La storia si apre di nuovo alla Stazione di King's Cross, i ragazzi sono al famigerato binario nove e tre quarti e stanno per salire sul treno che lo porterà a Hogwarts.
La copia italiana ha lo stesso formato dei precedenti sette libri.
Il font del titolo è stato cambiato e la copertina richiama molto una pergamena per i suoi colori giallo/oro, con un ragazzino racchiuso nel suo "nido".
Anche se a molti questo scriptbook non è piaciuto, nel mio caso ne sono rimasta molto entusiata e vorrei tanto vedere anche la rappresentazione teatrale.
Harry Potter è stato messo un po' in disparte perchè, secondo un mio modesto parere, l'autrice ha voluto dare più spazio alla prole dei precedenti personaggi principali.
Vi auguro una buona lettura.

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violetta89 Opinione inserita da violetta89    09 Novembre, 2016
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Harry è Harry, però....

Avevo letto molte recensioni negative per cui mi ero preparata al peggio, invece è andata meglio di quanto mi aspettassi.
Ovviamente non è assolutamente all'altezza della saga, anzi non ci sono proprio paragoni, però ho trovato la trama credibile per cui almeno da questo punto di vista non sono rimasta delusa. Sapevo che si trattava di una sceneggiatura teatrale e infatti secondo me è in questo che perde tanto: mancano le descrizioni, manca il filo della storia, soprattutto mancano le parole della Rowling. Soprattutto la prima parte, dove salta da un anno all'altro nel giro di una pagina, va bene che serviva un prologo però non sa veramente di nulla secondo me. Dopo la storia si riprende, diventa plausibile e anche carina, i personaggi stessi sono molto credibili e rispecchiano quelli che erano da giovani (tranne forse un po' Harry, che ho trovato un po' troppo costruito in certi punti).
Nel complesso non mi è dispiaciuto, però di sicuro questo non mi lascerà assolutamente il segno come è stato per gli altri. Per cui alla fine della fiera mi chiedo: ma ce n'era davvero bisogno?

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Sydbar Opinione inserita da Sydbar    08 Novembre, 2016
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Ritorno al futuro

Ma mi chiedo perchè? Perchè andare ad intaccare la saga fantasy più coinvolgente e di maggior successo degli ultimi anni?
Partiamo con grado...i protagonisti ormai sono adulti e vaccinati nonché sposati e genitori, lo saranno fino alla fine del libro?
Questo non è un romanzo ma una sceneggiatura teatrale e già questo un po' fa calare il ritmo, ma la cosa più irritante a mio avviso è l'andare a resuscitare delle sceneggiature cinematografiche per dare un senso a questa trama che lascia molto a desiderare.
Nella lettura l'opera risulta scorrevole ma vuota nei contenuti...per lo stile a parte qunto detto in precedenza comunque si nota la mano dell'autrice J.K. Rowling che però forse risulta un po' impacciata.
Il titolo della mia recensione è abbastanza eloquente, ai posteri l'ardua sentenza.
Buona lettura a tutti.
Il Syd

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martaquick Opinione inserita da martaquick    03 Novembre, 2016
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A ME è PIACIUTO MOLTISSIMO!

Harry Potter: un mondo magico creato per gli amanti della fantasia, una saga che ha fatto la storia.
Io personalmente ho adorato tutti i libri letti nella mia adolescenza e ho guardato i film più e più volte, personaggi indimenticabili sia buoni che cattivi, tifavo per Harry e odiavo Piton, divoravo le pagine che parlavano di Silente e devo dire che mi piacevano anche un sacco Draco Malfoy e Voldemort come antagonisti.
Questo ottavo libro che ho accolto non come seguito ma come un'opera a parte com'era stato annunciato, l'ho letto tutto d'un fiato e mi è piaciuto moltissimo!!
Il titolo la maledizione dell'erede non mi suonava accattivante e mi ispirava una trama scontata che forse poi alla fine un po' anche lo è ma leggendo le pagine, i dialoghi ben strutturati e le poche frasi che ti danno l'imput alla fantasia mi sono immersa completamente nella storia.
Devo dire che ovviamente per chi sperava nella classica storia romanzata sarà stato sicuramente deluso e capisco perchè sarebbe stato bellissimo leggere un altro bel libro con tutte le descrizioni e le solite parole usate dalla Rowling, ma come era stato detto e ridetto questo è un copione di un'opera teatrale (di successo) riadattato per i fan della saga e forse, con furbizia, anche con scopi lucrativi e quindi non si prefigge di essere come gli altri 7 libri.
Io personalmente sono abituata a leggere di tutto, da libri a fumetti e manga e quindi trovare una struttura diversa non mi è dispiaciuto, anzi. I dialoghi costruiscono una storia che mi è piaciuta sebbene forse una storyline che tutti si aspettavano.
Non mi dilungo nel commentare la trama e tutti i personaggi ma rispecchiano la mia aspettativa di crescita e i nuovi personaggi introdotti, i figli di Harry e Draco mi sono piaciuti e anche il rivangare vecchie vicende che non erano state ben raccontate negli altri libri sono state piacevoli da leggere.
Io lo consiglio a tutti gli amanti del mondo di Harry Potter!

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AndCor Opinione inserita da AndCor    12 Ottobre, 2016
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Una minestra riscaldata rimasta un po' fredda

Diciannove anni dopo le vicende narrate in 'Harry Potter e i doni della morte', il mago più famoso del mondo è diventato adulto e sembra condurre una vita normale, forse fin troppo: svolge le mansioni di un impiegato annoiato presso il Ministero della Magia, e a casa è marito di Ginny e padre di tre figli. Tutto sembra procedere secondo una abulica routine, ma il secondogenito Albus è costretto a sopportare il gravoso riflesso del padre e un rapporto di amore-odio fra i due ne è la naturale conseguenza. A questo scomodo conflitto, si aggiunge inaspettatamente il passato di Harry, che vuole tornare in auge attraverso il suo peggior incubo di sempre, ma guai a sottovalutare Scorpius Malfoy, figlio di Draco e Astoria Malfoy e miglior amico di Albus, e lo stesso Draco Malfoy, che potrebbero riservare colpi di scena tanto sorprendenti quanto deliziosi.

Nato sotto l'egida di 'mamma' Rowling secondo i canoni dell'opera teatrale, la scelta di snaturare la saga rinunciando a un intreccio variegato e ai poliedrici effetti che solo le scene in prosa romanzata possono regalare lascia più di qualche velato dubbio.
Prima parte del romanzo sottotono e rivedibile, che mette in scena un Harry indolente, privo della benché minima empatia col mondo intero e impegnato solamente nell'indossare al meglio le vesti di un anonimo pappamolla, mentre il salvataggio 'in corner' avviene grazie alla perfetta costruzione di uno Scorpius eclettico, frizzantino e capace di instaurare un bellissimo rapporto di amicizia con Albus. Sono proprio i due giovani maghi a riportare le nostre menti al (tra)passato Prigioniero di Azkaban grazie a un particolare oggetto magico, e i tremendi ostacoli che si frapporranno lungo la loro strada dovranno essere rimossi al più presto per non dare vita a un vero e proprio cataclisma che coinvolga presente e futuro.

Nota più che positiva per i dialoghi taglienti e ben curati ai quali ci ha ben abituato (e, diciamolo pure, viziato) l'autrice, con tanti personaggi più o meno secondari rispolverati e ricollocati in scenari più appetibili, con i temi della morte, dell'amicizia come sentimento purissimo e incontaminato, della nostalgia, del riscatto e delle responsabilità che derivano dalle nostre scelte intrecciati fra di loro con un unico filo conduttore.
Nulla da dire sulla messa in scena e sulle note di colore, imponenti e rutilanti in tutte le introduzioni ai vari atti, mentre è da rivedere la frammentazione della continuità narrativa della trama, che ha appesantito la lettura e che l'assenza di prosa ha reso ancora più marcata.

Quasi scontato consigliarvi la lettura dell'ottava avventura di uno dei simulacri della lettura fantasy, ma altresì permettetemi di mettere (scusate il gioco di parole) le mani avanti: non verranno fuori le emozioni vissute, rivissute e stravissute nelle letture dei sette precedenti capitoli.
Qualcosa di simile giusto nella bellissima parte conclusiva, ma non con l'intensità e la profondità di quelle passate.
Purtroppo.

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Tutta la saga di Harry Potter.
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Elisabetta.N Opinione inserita da Elisabetta.N    12 Ottobre, 2016
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Ancora a Hogwarts

Da tantissimo tempo sento parlare di questo libro, nel bene o nel male.
C'è chi voleva un seguito della saga e nonostante le dichiarazioni della Rowling che "non si tratta di Harry Potter 8", molti se lo aspettavano ugualmente e sono stati inevitabilmente delusi.
C'è chi si sente tradito dallo stile teatrale usato, insomma tantissime sono le critiche ricevute, ma questo libro non riceverà critiche da me.
Non nego che Harry Potter sia un libro importante per me, un libro che mi ha accompagnato durante la crescita e mi ha aperto il mondo della fantasia e anche questo sentimento gioca un ruolo fondamentale in questa lettura.
Ma andiamo in ordine.

Ho trovato intelligente la decisione della Rowling. Non ha scritto un seguito, lei stessa lo ha dichiarato più volte, ma sulla base dei suoi scritti, con l'aiuto di altri, ha creato un'opera teatrale. Un opera teatrale di successo a quanto si dice.
Diciamolo apertamente, è stata un'idea anche molto furba.
Infatti sono fermamente convinta che qualsiasi cosa avesse scritto la Rowling come seguito (o simili) alla saga di Harry Potter sarebbe stato criticato. Si sono spese troppe parole sul seguito, troppe fanfiction sono nate, alcune davvero degne di nota. Lo scrivibile è stato già scritto, ogni scenario immaginabile è stato già illustrato, ed infatti alcune delle critiche ricevute da questo libro miravano anche al contenuto che non rappresentava nulla di nuovo rispetto alle innumerevoli fanfiction.
Ma è proprio qui che la Rowling stupisce. Proprio quando non avrebbe potuto fare nulla, creaa un opera teatrale che come tale ha i suoi pregi e i suoi difetti.
Uno dei pregi e il lasso di tempo che può racchiudere un unica opera: si potrebbe parlare di un intera vita in pochi atti; uno dei difetti è che non si sono molte descrizioni.

Per quanto riguarda i personaggi, invece, credo che siano degne evoluzioni dei ragazzi che abbiamo conosciuto.
Harry è più maturo, ma predilige sempre più l'azione che non la teoria; come padre, sembra bravissimo con James e Lily (dei quali però sappiamo davvero poco) e un po' meno bravo con Albus che, a mio avviso, ha il suo stesso carattere e la sua perenne convinzione di essere l'incompreso.
Hermione, come Ministro della Magia, ha rappresentato egregiamente la sua evoluzione da ragazza più dotata del suo anno.
Ron, liberatosi dagli eventi del passato, aiuta il fratello nel negozio di scherzi. Come nella saga, è sempre lui che spezza la tensione con una battuta.
Draco è sempre il solito arrogante, forse un po' addolcito dagli anni e dalla morte di una moglie che amava.
Passiamo ora ai veri due protagonisti di questo romanzo: Albus e Scorpius tanto amici quanto erano nemici i loro genitori.
Albus è uguale a suo padre. Come lui infatti sente il peso di un destino che crede non gli appartenga, come il padre prende decisioni avventate peggiorando la situazione (si vedano ad esempio le vicende dell'Ordine della fenice).
Scorpius è un mix tra Hermione e Ron e davvero non si capisce come sia Figlio di Draco.
Manca totalmente dell'arroganza del padre, è un ottimo studioso ed è anche divertente.

Troviamo tante cose dei precedenti libri, come ad esempio la giratempo e la famosissima pozione polisucco.
Ho amato rivedere alcuni personaggi scomparsi da tempo e l'evoluzione della storia.
Ho amato anche il finale. ero così concentrata sulla storia che, nonostante lo stile teatrale, mi sono commossa.

In conclusione, ho amato tornare ancora una volta ad Hogwarts , nonostante il modo alternativo con il quale ci sono tornata.
Non considererò questo libro come un seguito di Harry Potter, ma un bellissimo assaggio del mondo magico nel teatro.
Mi piacerebbe davvero vedere lo spettacolo teatrale, sono sicura che sia splendido!!

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Hertzrozen Opinione inserita da Hertzrozen    09 Ottobre, 2016
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Una delusione firmata Rowling

*CONTIENE SPOILER*

E così dopo mesi e mesi di attesa, Harry Potter and the Cursed Child viene lanciato sul mercato inglese. E mesi dopo, su quello italiano. Mezzo mondo pronto a fare una fila di ore di fronte alle librerie a mezzanotte per tornare ad immergersi all’interno del mondo creato dalla penna di J.K.Rowling.
Peccato che “La Maledizione dell’Erede” non permetta di fare niente di quello che preannunciava di fare: non permette di tornare all’interno dello stesso mondo, non intrattiene e lascia una volta finito, l’amara sensazione di essere stati anche un po’ presi in giro.
Ma andando con ordine.
Harry Potter e la Maledizione dell’erede, tanto per cominciare, non è stato scritto come un romanzo, e lo stile di questo, se letto come un romanzo, risente tantissimo. Non se ne può fare una colpa a Tiffany e Thorne (in fondo è stato scritto per essere una rappresentazione teatrale che a livello visivo sono pronto a scommettere sia bellissima), ma è comunque qualcosa che vale la pena di essere tenuto in considerazione. Si fa fatica ad entrare tanto nella storia quanto nelle emozioni dei personaggi, che privi della caratterizzazione descrittiva, appaiono tutti relativamente piatti, la brutta copia dei personaggi della serie di film di Harry Potter. I personaggi, sviluppati in sette libri, spesso appaiono come OOC (out of character, fuori dal personaggio) Ron è relegato al ruolo di spalla comica, la sua relazione con Hermione a una mera coincidenza e all’invidia che provava nei confronti di Krum, Harry passa da essere il personaggio più “nobile” della serie a quello quasi più crudele (nei confronti di suo figlio) cosa che rende l’epilogo completamente inutile. Per chi lo ha letto, saprà che Harry conclude il discorso ad Albus dicendo che se fosse smistato in Serpeverde, sarebbe stato fiero del figlio. I problemi di Albus nella rappresentazione iniziano quando viene smistato (indovina un po’) in Serpeverde.
Hermione da brillante strega passa a ministeriale ingenua in un universo e a crudele professoressa solo perché non ha sposato Ron (lasciando sottintendere che l’unico modo con cui sarebbe potuta diventare una grande strega è tramite il matrimonio) in un altro.
I problemi purtroppo non si fermano qua, e continuano ad essere basati su errori di continuità (perdonate il gioco di parole). Come la giratempo, il plot device che manda avanti tutta la trama, che la Rowling ha più volte affermato aver distrutto apposta nel quinto libro perché di difficile gestione e virtualmente onnipotente. In La maledizione dell’erede, invece, tornano, non una, ma due (entrambe nel peggior Deus ex machina che si potrebbe pensare), stravolgendo le regole della magia.
Mi concentrerò su questo, dato che è l’errore alla base di tutto il libro: in Harry Potter e il prigioniero di Azkaban viene detto come funzionano le giratempo; ruoti la clessidra, torni indietro nel tempo di tot ore rimanendo nella stessa linea temporale. Puoi infatti, ad esempio, incontrare il tuo “io” passato perché la linea del tempo viene solo “curvata” in un loop. In questo non puoi davvero cambiare il passato perché il tuo cambiamento è già avvenuto (vedi Harry che salva se stesso con l’incanto Patronus).
In La maledizione dell’erede, invece, i viaggi nel tempo seguono la teoria degli universi paralleli: mediante l’effetto farfalla cambiando qualcosa nel passato puoi stravolgere il presente e creare nuovi futuri.
Ma la continuità serve in una saga, e le leggi della magia dovrebbero rimanere costanti. Il mondo dovrebbe essere coerente con se stesso. E invece per mandare avanti la trama, vengono introdotte nuove cose, nuovi plot device per coprire i buchi di trama. E la cosa si vede ed è particolarmente brutto.

Caso eclatante è ovviamente la nascita della figlia di Voldemort, Delphina, nata da una persona che non potrebbe avere figli (Voldemort è sottinteso che non solo non vuole un erede -dato che ambisce all’immortalità- ma che non può averne) e da una che non potrebbe essere incinta in quel momento (Bellatrix dovrebbe aver partorito prima della battaglia di Hogwarts… quindi doveva essere incinta a villa Malfoy. E cosa accade a Villa Malfoy? Ah sì, tortura Hermione).
E si potrebbe andare avanti ad elencare tutto ciò che non va, dalla strega del carrello ai diversi universi (il Ballo del Sangue è agghiacciante e sembra il malsano e sadico sogno di un serpeverde cattivo), al fatto che Cedric diventa un mangiamorte perché viene umiliato in pubblico, al fatto che Harry a quanto pare ha una coperta speciale (mai citata nella serie), ma staremo qua tutto il giorno probabilmente.
In generale la storia sembra una fanfiction, che scritta da una scrittrice di fama letteralmente mondiale, appare più come una trovata commerciale per spremere fino all’ultima goccia una storia che ha già visto la sua fine anni e anni fa.

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cosimociraci Opinione inserita da cosimociraci    03 Ottobre, 2016
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Harry Potter 8. La fine?

Ho letto opinioni molto negative in rete, non sono in questa sede. Tanti lettori hanno pensato che fosse un romanzo rimanendo delusi dal fatto che il libro contenesse la sceneggiatura. Quando ho saputo dell'uscita del nuovo libro su Harry Potter mi era sembrato chiaro che la formula di pubblicazione sarebbe stata proprio quella della sceneggiatura teatrale, quindi non ho avuto alcuna brutta sorpresa nel leggerlo. Per chi come me ha letto altre opere teatrali non potrà che apprezzare il tentativo che gli autori hanno fatto per avvicinare il pubblico ad un genere – il teatro – forse ai più sconosciuto. C'è d'aggiungere che questa formula consente una lettura più veloce che si conclude in un pomeriggio.

Parlando della trama cercherò di non fare spoiler, tuttavia risulta difficile parlarne senza accennare, anche superficialmente, al contenuto.

Naturalmente è fortemente consigliato la lettura dei romanzi precedenti (o almeno la visione dei film) poiché molti personaggi sono poco caratterizzati e tante vicende sono considerate implicite.

Il romanzo non propone delle nuove storie, questo potrebbe implicare una nuova serie ex-novo che potrebbe trasformare il romanzo in una serie infinita – immaginiamo per esempio se dovesse in futuro uscire un racconto sulle fantomatiche vicende del figlio di Albus Severus e via dicendo nei secoli. Piuttosto mi sembra che la storia sia una specie di omaggio ai trascorsi, aggiungendo un "What if" molto interessante che probabilmente potrebbe essere ulteriormente sviluppato.

In breve sono soddisfatto della libro che, anche se non necessario, aggiunge pepe ad una storia che sembrava conclusa.

Sono d'accordo con piero70 che sarebbe bello un prequel (un po' meno sullo spinoff). Chi non vorrebbe leggere le vicende di Salazar Serpeverde?

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piero70 Opinione inserita da piero70    29 Settembre, 2016
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Un'occasione persa

Peccato. Sì, peccato davvero. Poteva essere un "vent'anni dopo" clamoroso.
Sono circa dieci anni che noi poveri Pottermaniaci sogniamo un seguito, un prequel, uno spinoff... Insomma qualsiasi cosa che ci porti ancora una volta nel magico mondo di Hogwarts, e la Rowling se ne esce con questo.
Aveva mille possibilità. Ha scelto la più difficile, contoversa e meno affabulatoria. Il copione di un testo teatrale... Andiamo...
Intendiamoci, non è che la trama sia orribile. Ha anche un senso quello che racconta. E il tema dei rapporti padre-figlio è sicuramente azzeccato, però non è questo il modo.
Sarebbe stato un romanzo straordinario. Sarà probabilmente un film altrettanto straordinario. Ma così è solo una manovra per spillare soldi agli appassionati.
L'ho letto in due ore e non perchè mi appassionasse, ma perchè non vedevo l'ora di finirlo.
Peccato zia Jo, stavolta hai steccato.
Da leggere ma giusto per completezza con la saga, ma non aggiunge nè toglie nulla a quanto già scritto

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Mian88 Opinione inserita da Mian88    27 Settembre, 2016
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Albus & Harry

Sono ormai trascorsi circa ventidue anni dagli avvenimenti che hanno visto la conclusione di una delle (se non della) battaglie tra maghi più famosa della storia della letteratura: lo scontro tra Lord Voldemort e Harry Potter (e tutto ciò che ne è conseguito).
Harry ed Hermione continuano il loro operato presso il Ministero della Magia mentre Ron porta avanti la gestione dei “Tiri Vispi Weasley”. Come già avevamo appreso al termine della saga originale, dall’unione Granger-Weasley sono nati Rose ed Hugo, e da quella Potter-Ginny James Sirius Potter, Albus Severus Potter e Lily Luna Potter. Tra tutti Al è quello che più sente il peso della fama del padre. Ed è da qui che muovono le fila del testo: il giovane vive così male questo continuo essere paragonato al mago che ha salvato il mondo, che fa di tutto per scrollarsi di dosso tale macigno. Il suo unico amico è Scorpius Malfoy, serpeverde (casato a cui lo stesso presuntivamente apparterrebbe). E’ giovane ed ingenuo, talché facilmente cade nell’inganno del cattivo di turno. Ruba una Giratempo per tornare nel passato e riportare in vita Cedric Diggory e solo e soltanto dopo aver modificato gli eventi si renderà conto della portata del suo gesto.
E’ bene in primo luogo evidenziare, soprattutto per gli appassionati della serie, che questa non è l’ottava avventura di Harry Potter, o almeno non lo è nel senso classico del termine. Innanzi tutto l’opera non è un romanzo ma uno script teatrale che è andato in scena per la prima volta il 20 luglio 2016. E’ dunque composto interamente da dialoghi e atti che si intercalano tra loro sfruttando quell’atmosfera tipica del teatro. Autori della storia sono tre mani: quelle di J.K. Rowling, quelle di John Tiffany (che di fatto è il creatore della messa in scena teatrale) e quelle Jack Thorne. Se dunque decidete di leggere questa opera non fatelo aspettandovi di trovarvi nuovamente davanti all’atmosfera che i sette libri passati hanno creato. E’ un elaborato a sé stante che come tale va letto.
Circa lo stile, che dire, è scarno e non cattura. Le vicende narrate sono scontate tanto che sin dalle prime battute è intuibile quale sarà lo svolgimento nonché la conclusione dello commedia. Non nascondo di essere stata scettica sulla lettura di questo ottavo capitolo sin dal momento in cui ho saputo che era in pubblicazione, ed ahimé non posso che confermare quanto preventivato. Non mi ha colpito e non mi ha conquistato. Chissà, forse sono troppo vecchia ormai per queste favole, ma francamente non credo che il problema non sia questo visto che i romanzi di Harry Potter sono leggibili a qualsiasi età, personalmente ritengo che il quel che stona sia la formula dello script adottata che si è dimostrata assolutamente inadatta al fine. Come definire questo testo se non come l’ennesimo espediente commerciale?

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no = per chi cerca testi di spessore

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