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La mezza guerra
 
La mezza guerra 2024-11-12 16:04:55 La Lettrice Raffinata
Voto medio 
 
4.5
Stile 
 
5.0
Contenuto 
 
5.0
Piacevolezza 
 
4.0
La Lettrice Raffinata Opinione inserita da La Lettrice Raffinata    12 Novembre, 2024
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Raro esemplare di grimdarkromantasy

Confesso che "Mezzo mondo" aveva notevolmente raffreddato il mio entusiasmo verso la serie per ragazzi di Abercrombie. Ed a gettar acqua sul fuocherello delle mie aspettative c'era anche la media delle valutazione assegnate a "La mezza guerra", molto più bassa rispetto a quella del secondo capitolo. Però con un ribaltamento degno di Alessandro Borghese, vi informo che questo libro non solo mi è piaciuto, ma è riuscito perfino a diventare il mio preferito della trilogia.

La trama ci porta due anni in avanti e ad un totale di ben tre POV tra i quali destreggiarsi. Quello principale è affidato sicuramente a Skara, nipote ed erede di re Fynn, che all'inizio del romanzo vede il Throvenland cadere sotto l'attacco di Yilling lo Splendente; dopo aver chiesto l'aiuto dei sovrani vicini, la ragazza assume un ruolo di comando nella guerra contro il Gran Re con il fine di riscattare il suo regno. Fortemente collegato al suo, troviamo il punto di vista di Raith -un guerriero del Vansterland tormentato dalla sua stessa propensione per la violenza-, mentre la terza prospettiva ha una maggiore autonomia, oltre ad essere un gradito ritorno: si tratta di Koll, il giovane liberato dalla schiavitù per merito di Padre Yarvi, che ora lui sta addestrano per farne a sua volta un ministrante.

Chiaramente il conflitto contro il Gran Re e la sua ministrante Wexen rappresenta ancora una volta l'obiettivo finale della narrazione, ma questo non impedisce all'autore di dedicare ad ognuno dei protagonisti parecchio spazio; sia per esplorare i loro trascorsi, sia per crescere e superare le situazioni di stallo in cui si trovano imprigionati. Skara, Raith e Koll sono infatti combattuti tra una sorta di obbligo che sentono di dover rispettare e la propria indole personale, ed i loro percorsi individuali li portano a capire come potersi liberarsi delle pressioni esterne e scegliere in modo indipendente. Non tutte le risoluzioni sono però felici, perché il caro Joe ha ben pensato di donarci un finale dolceamaro, eppure molto soddisfacente.

La presa di coscienza non è l'unica tematica del romanzo perché, in particolar modo attraverso la prospettiva di Skara, si affronta l'argomento delle responsabilità, delle quali la ragazza deve farsi carico in quanto sovrana. Sempre tramite il suo POV, ma anche quello di Raith, si parla del modo in cui elaborare un trauma subito; affrontare le consegue delle proprie azioni è invece il tema principale nel punto di vista di Koll. Tutti questi spunti non solo sono perfettamente adeguati per gli adolescenti che costituiscono il target di riferimento (sì, sto ancora rosicando per colpa di "Graceling"!), ma vengono anche declinati in diverse prospettive, portando a delle conclusioni per nulla scontate.

Tra i pregi del romanzo voglio includere anche i personaggi, senza troppe distinzioni: che si tratti di caratteri già presentati nei capitoli precedenti (e penso specialmente al burbero Jenner il Gramo) oppure figure del tutto nuove -come la protettiva Madre Owd-, tutti ottengono una caratterizzazione più che degna e coerente. L'unico aspetto negativo su questo frangete è rappresentato dalla rapidità, che incide sia sulla partenza in cui non si fa in tempo ad inquadrare bene i nuovi personaggi, sia su alcune morti molto affrettate a livello narrativo, seppur non pecchino di incisività emotiva.

Pur avendo apprezzato molto come l'autore ha portato a compimento la trilogia, voglio togliermi qualche altro sassolino dalla scarpa. Per i miei gusti, la componente romance è eccessiva: non dico andasse esclusa, ma di certo non avrei sentito la mancanza di un soapoperistico quadrangolo amoroso. Non posso dirmi un'entusiasta neppure delle scene di battaglia -che in alcuni casi risultano un po' noiose a causa della loro lunghezza- e della sinossi scelta dalla CE italiana, ancora una volta falsa come una moneta da tre euro ed incapace di rendere il contenuto del volume.

Concludiamo però su delle note positive, date in particolare dal world building e dal foreshadowing. Come nel secondo libro, sono presenti degli sviluppi del mondo immaginato da Abercrombie, ma in questo caso arriviamo a delle rivelazioni estremamente interessanti, che gettano un'ombra del tutto nuova sull'ambientazione; il tutto rimanendo allo stesso tempo fedeli a quanto mostrato finora. Mi è piaciuto molto anche il modo in cui tanti dettagli dei primi libri sono stati qui ripescati, diventando utili all'intreccio e mostrando un'evoluzione di storie e caratteri che farebbe una figura di tutto rispetto anche in una narrazione per lettori adulti.

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