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Red Country
 
Red Country 2023-08-04 13:55:26 La Lettrice Raffinata
Voto medio 
 
4.0
Stile 
 
5.0
Contenuto 
 
3.0
Piacevolezza 
 
4.0
La Lettrice Raffinata Opinione inserita da La Lettrice Raffinata    04 Agosto, 2023
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In pratica, Miele è Gilderoy Allock (ma meglio)

Tra tutti i volumi companion de La Prima Legge, "Red Country" è sicuramente quello su cui ho sentito meno opinioni: anche tra i fan più accaniti di Abercrombie, saranno in pochi a definirlo il loro libro preferito. Nonostante fatichi a distinguersi, questo romanzo ha molti punti a suo favore, specialmente per come riesce ad introdurre degli elementi di originalità all'interno dell'universo espanso, a cominciare dall'ambientazione.

Le vicende si svolgono nel continente ad ovest del Midderland, una terra ancora priva di leggi che ricorda parecchio una versione stereotipata ed un po' cinematografica del Selvaggio West: vediamo avventurieri pronti a partire per la corsa all'oro, tribù di selvaggi con la passione per l'amputazione di appendici varie e carovane in viaggio alla ricerca di una terra incontaminata dove cominciare una nuova vita. Un contesto ben diverso da quello simil-medievale dei capitoli precedenti, nel quale si muovono i due POV principali: la mancata affarista Shy Sud -impegnata nel salvataggio dei fratelli rapiti- e Tempio, inizialmente presentato come il legale al seguito dell'immancabile Nicomo Cosca e della sua Brigata della Fausta Mano.

Attorno ai due protagonisti, ruotano un gran numero di personaggi singoli e di gruppi, che rendono la storia più dinamica ed interessante, ma contribuiscono anche alla poca linearità della trama: l'effetto è quello di seguire dei caratteri lasciati allo sbando, anziché incanalati in una narrazione prestabilita dall'autore. Le vicende narrate rappresentano in effetti il primo scoglio all'apprezzamento del romanzo, perché tutte le svolte sono estremamente prevedibili e la scelta di presentare tante, piccole sfide al gruppo protagonista (invece di una grande missione da portare a termine) non aiuta a consolidare la tensione narrativa.

Tensione che viene ulteriormente smorzata dagli antagonisti, che si dimostrano dal primo all'ultimo una grossa delusione: nessuno di loro si pone neanche lontanamente come una vera minaccia, quindi il lettore non riesce mai a preoccuparsi davvero per la sorte dei protagonisti. Anche le morti non colpiscono più di tanto, oltre ad essere stranamente poche in confronto con gli altri libri della saga.

Ma allora dove sono gli aspetti positivi che vi avevo promesso? a parte la già citata, nuova ambientazione, abbiamo due protagonisti di tutto rispetto. Shy e Tempio mi sono piaciuti molto perché presentano dei caratteri per nulla scontati, che nel corso del volume vengono sviluppati in modo decisamente interessante, e complementare: se lei deve capire come essere più dolce e tollerante (con gli altri, ma anche verso se stessa), lui deve imparare la determinazione perché la via più semplice non è quasi mai quella giusta. Attorno a loro orbitano alcuni comprimari interessanti -in primis, Ro e Corlin-, ma soltanto loro riescono veramente a spiccare ed ottenere il giusto spazio per evolvere come personaggi completi.

Ancora una volta lo stile di Abercrombie si dimostra poi brillante e sagace, perfetto per raccontare questo genere di storie. La sua prosa da il meglio quando descrive delle scene di scontro o nei capitoli in cui alterna un gran numero di POV per trattare un singolo argomento o descrivere una specifica vicenda sotto prospettive diverse. Molto gradito anche il ritorno di tanti personaggi dai capitoli precedenti: un motivo in più per recuperare la serie integralmente ed in ordine, così da cogliere le molte citazioni e non incappare in spiacevoli spoiler.

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