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Se Collins avesse scritto di uomini gay
"The Quick. Misteri, vampiri e sale da tè" è un libro che mi ha incuriosito per anni, specialmente per merito della bella cover realizzata per l'edizione italiana; però finivo sempre per rimandare questa lettura perché non ne ho mai sentito parlare troppo, o in toni particolarmente lusinghieri. E ammetto che inizialmente la media delle valutazioni su Goodreads mi ha frenato un po', ma con il procedere della narrazione mi sono appassionata sempre più alla storia, che si è rivelata alla fine una piacevolissima sorpresa.
Il romanzo segue un gran numero di personaggi e gruppi spesso in contrasto tra loro nell'Inghilterra di fine Ottocento, ma il focus principale è riservato a Charlotte e James Norbury, sorella e fratello di buona famiglia originari dello Yorkshire. Dopo un rapido excursus sulla loro infanzia, la storia inizia effettivamente con l'arrivo di James a Londra dopo gli studi ad Oxford; il giovane spera di fare strada come scrittore, ma si trova suo malgrado coinvolto nei misteriosi affari dell' Ægolius, un club per gentiluomini a dir poco esclusivo.
Come già accennato, il cast dei personaggi è estremamente ampio: questo spunto è solo una minima parte della trama complessiva. A tal proposito, voglio subito menzionare quelli che ritengo essere i due soli difetti del romanzo: la fiacchezza del ritmo nella prima parte e l'eccesso di materiale narrativo; a mio parere, l'autrice aveva abbastanza idee e personaggi interessanti da ricavare per lo meno una trilogia! mi è sinceramente dispiaciuto che figure brillanti e non scontate come Augustus "Gus" Mould, Adeline Swift o Lucy Price venissero relegati a ruoli secondari.
Ad onor del vero c'è un'altra piccola problematica, ma riguarda unicamente questa edizione. Ritengo che la copertina ed il sottotitolo -per quanto carini e in linea con la storia raccontata- potrebbero far pensare ad un libro per ragazzi, mentre l'età dei protagonisti, il tono della prosa e le tematiche affrontate fanno da subito capire quale sia il target in realtà.
Ma passiamo ora ai (tanti) motivi per cui mi sento di consigliare questo titolo, andando in controtendenza rispetto alla maggioranza dei lettori. Il primo elemento ad avermi colpito è lo stile: la prosa di Owen è perfettamente in linea con il contesto storico scelto, ed adegua anche il lessico ai diversi POV presenti. Di conseguenza, un altro aspetto ben riuscito e da subito evidente è l'ambientazione, tratteggiata con grande cura per i dettagli, specialmente quelli legati alla vita quotidiana dei londinesi di bassa estrazione, umani o vampiri che siano.
Ho apprezzato molto anche l'attinenza ad alcuni autori classici, in particolare diversi passaggi mi hanno fatto pensare a "La donna in bianco" di Collins per l'atmosfera e la presenza di documenti nel testo, altri a Dickens: una scena specialmente sembra proprio uscita da "Oliver Twist", ma con dei piccoli vampiri al posto dei ragazzini di Fagin. Ovviamente ho gradito il formato mixed media, che rende sempre più intrigante una lettura, e in questo caso contribuisce in egual modo a creare maggior mistero e a far intuire ai lettori più attenti diversi sottotesti.
Il vero punto di forza di questo libro si scopre solo dopo un po', ed è rappresentato dai suoi personaggi. La cara Lauren è stata molto brava nel capovolgere un sacco di stereotipi e nel creare delle backstory ai protagonisti che permettono di comprendere al meglio gli avvenimenti del presente. A fine lettura mi sono veramente affezionata a tutto il cast, e proprio per questo avrei voluto che ognuno di loro avesse il giusto spazio.
Ma veniamo alla parte spooky: questo romanzo riesce a dare i brividi? Non particolarmente, devo dire: non è il primo elemento che viene in mente se ripenso all'esperienza di lettura; in compenso non mancano dei momenti un po' creepy legati al vampirismo, inoltre il clima gotico e decadente si percepisce molto bene e lo rende comunque un titolo adatto al periodo halloweeniano.