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Si sentono meno ruggiti in uno zoo
Tra regole magiche senza senso e indumenti di pizzo a profusione, ho terminato la trilogia Splintered, una serie che forse non mi rimarrà in mente per troppo tempo in termini di qualità, ma sicuramente in grado di regalarmi dei momenti di genuina ilarità per le scene trash immaginate dalla cara Anita, presenti fino all'ultima pagina: come le è venuto in mente di far diventare Jebediah un famoso costruttore di piste per biglie? E soprattutto, in quale realtà parallela si può diventare famosi costruendo piste per biglie?
Se nel primo libro avevamo esplorato una versione timburtoniana del Paese delle Meraviglie e nel secondo eravamo rimasti nel mondo umano, ne "Il segreto della Regina Rossa" arriva un nuovo cambio di ambientazione, infatti ci spostiamo nel Paese dello Specchio. Per arrivare in questo luogo, Alyssa spinge il padre a recuperare i suoi ricordi d'infanzia e partire con lei in una missione per salvare la madre e gli amici, ma anche il Paese delle Meraviglie, colpito dalla maledizione della Regina Rossa. Questa è grossomodo la trama che Howard vorrebbe seguire, peccato che poi arrivi l'inutile parte romance a bloccare il tutto, almeno fino ad una battaglia finale a dir poco deludente.
Scelgo questa definizione perché dopo aver sbandierato per tre libri quanto sia potente Rossa e quanto sarà difficile avere la meglio su di lei, mi aspettavo che i personaggi avessero qualche difficoltà in più, specialmente nel riportare la pace nel Paese delle Meraviglie, cosa che succede del tutto offpage perché la protagonista è debilitata e gli altri preferiscono lasciarla riposare mentre sistemano il tutto. Con il romance va ancora peggio: non solo questa sottotrama interrompe l'avventura principale, ma si rivela tediosa (ho perso il conto delle scene praticamente identiche tra Alyssa e Jeb o Morpheus) e alla fin fine inutile, visto che si arriva alla stessa risoluzione del libro procedente.
Anche in quanto a stile non ci siamo proprio, tra ripetizioni degli stessi termini e dialoghi pomposi e fasulli; inoltre anche in questo terzo capitolo sono presenti decine e decine di inutili descrizioni degli abiti indossati -non solo dai protagonisti, ma anche da comparse random- e perfino del profumo emanato da personaggi che noi lettori sappiamo benissimo non aver visto una doccia da giorni. Mi sembra poi quasi superfluo ricordare che il sistema magico in questa trilogia è totalmente casuale, o meglio è funzionale a ciò che vuole ottenere l'autrice: se ci viene detto che non si può utilizzare la magia nel posto X ma poi vediamo qualcuno farlo, lo dobbiamo accettare senza se e senza ma, perché sicuramente quello è un personaggio specialissimo.
Oltre alle grasse risate però, questa serie qualche merito ce l'ha. Innanzitutto è una delle storie più fantasiose e sopra le righe che vi capiterà mai di leggere, ancor più del materiale originale al quale è ispirata; in secondo luogo, alcuni dettagli horror risultano veramente disgustosi, soprattutto se pensiamo al target giovane al quale si rivolge. E poi non ho mai trovato un escamotage più paraculo di quello pensato dalla cara Anita per risolvere un triangolo amoroso. Chapeau!
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