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Half Bad
 
Half Bad 2022-07-15 10:09:58 La Lettrice Raffinata
Voto medio 
 
4.0
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
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Piacevolezza 
 
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La Lettrice Raffinata Opinione inserita da La Lettrice Raffinata    15 Luglio, 2022
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Da diversi anni ero incuriosita da questa trilogia, di cui non si sente parlare spesso ma che ha dei fan veramente appassionati. Finalmente mi sono convinta a recuperarla e devo dire di essere non poco stupita, perché non è per nulla la tipica serie YA che un po' mi aspettavo: non solo la narrazione non è particolarmente prevedibile, ma il tono scelto è maturo e la descrizione di diverse scene a dir poco cruda. E anche solo per l'originalità, con me "Half Bad" parte avvantaggiato.
La trama da seguire non è proprio chiarissima, e questo perché il focus della storia è destinato al percorso di formazione del protagonista, Nathan Byrn, unico Mezzo Codice di tutta la Gran Bretagna; nel mondo immaginato da Green sono infatti presenti persone dotate di poteri magici chiamate Incanti, e si disgiungono tra Bianchi e Neri. Diviso a metà tra queste fazioni, Nathan cresce abituando alle angherie di chi non lo ritiene abbastanza Bianco, cosa che lo porta a sviluppare in risposta un atteggiamento violento. Sullo sfondo della sua crescita intravediamo la lotta tra gli Incanti Bianchi -che sembrano aver istituito una sorta di governo ufficiale- e quelli Neri, in particolare il potente Marcus, padre di Nathan.
Noterete una certa incertezza in quest'ultima frase; questo perché il world building è decisamente lacunoso, un po' come la trama ma qui non abbiamo un contrappeso a bilanciare. Ero curiosa di vedere come la cara Sally avesse immaginato la contemporaneità con l'aggiunta della magia, ma di questo mondo alternativo, oltre la casa di Nathan, i boschi in cui campeggia e un paio di capitali europee all'apparenza deserte, vediamo ben poco. Mi ha interdetta soprattutto notare come la vita dei Profani (ossia delle persone prive di poteri magici) non sembri per nulla influenzata dalla presenza degli Incanti.
In generale le informazioni sull'ambientazione ed il sistema magico sono scarne e confuse: dopo quasi quattrocento pagine non si riesce a capire quale sia nel concreto la differenza tra Incanti Bianchi e Neri (ad eccezione dei luccichii che alcuni vedono nei loro occhi) e perché siano in guerra da secoli: visto che l'atteggiamento individuale non è un fattore determinante, rimane solo la discendenza da una determinata stirpe, e mi pare un po' fiacca come motivazione.
Oltre a questo aspetto, i punti deboli del libro si riducono al poco approfondimento dei personaggi secondari (ma aspetterò i seguiti prima di emettere un parere definitivo a riguardo) e alcuni refusi nel testo, anche facili da individuare e correggere. Nel complesso apprezzo comunque l'edizione italiana per aver mantenuto la bellissima (doppia) cover originale.
Gli elementi migliori del romanzo sono da ricercare nello stile, nelle tematiche, ma soprattutto nella caratterizzazione del protagonista. Nathan non è sicuramente un personaggio positivo, ma come lettori riusciamo a comprendere ogni sfaccettatura dei suoi pensieri, anche nei momenti in cui commette azioni sbagliate o moralmente dubbie, e questo lo rende un protagonista molto interessante da seguire, oltre ad influenzare anche l'atmosfera generale del libro, che tende ad essere sinistra e a tratti perfino deprimente: si percepisce una pesantezza di fondo, persino nei momenti teoricamente positivi.
Ho apprezzato molto come viene trattato il tema della discriminazione, reso con l'allegoria degli Incanti Neri -e di chiunque si trovi a metà delle due fazioni- discriminati unicamente in base ad un pregiudizio dal momento della nascita, senza tenere in alcun conto le loro azioni. Si cerca in più punti di parlare anche di PTSD, ma in modo meno attento. Per quanto riguarda lo stile, si nota una spiccata semplicità, ovviamente voluta per richiamare il modo di esprimersi non troppo ricercato dello stesso Nathan, che dimostra delle difficoltà date da una forma di dislessia. Nonostante la trama non sia particolarmente ricca, soprattutto nella prima metà, ho trovato alquanto incalzante il ritmo; l'unico elemento stonato è la scelta della seconda persona nel prologo, che non mi sembra venga poi giustificata.
Tutto considerato, la reputo una buona lettura e sono genuinamente interessata a leggere presto il seguito, anche perché a quanto pare dovrebbe arrivare a breve un adattamento per Netflix, e una volta tanto vorrei essere in pari con i libri prima.

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