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Fidanzati dell'inverno. L'Attraversaspecchi
 
Fidanzati dell'inverno. L'Attraversaspecchi 2022-06-08 08:14:50 La Lettrice Raffinata
Voto medio 
 
3.5
Stile 
 
3.0
Contenuto 
 
3.0
Piacevolezza 
 
4.0
La Lettrice Raffinata Opinione inserita da La Lettrice Raffinata    08 Giugno, 2022
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Ma quindi Anima è un'utopia comunista?

Come mio solito, arrivo in gran ritardo su una serie che ha vissuto il suo momento di popolarità, almeno in Italia, ormai due o tre anni fa. Infatti, solo dopo aver recuperato tutti e quattro i volumi de L'Attraversaspecchi mi sono finalmente decisa a leggerla, ma ammetto che non mi pesa aver evitato il picco dell'hype: il fatto che sia ormai scemato mi ha permesso di affrontare la lettura di "Fidanzati dell'inverno" con delle aspettative più contenute.
Il romanzo si ambienta in un mondo dalle caratteristiche tipiche del gaslamp fantasy, ma incentrato su una società nata in seguito ad un'enorme catastrofe: da quanto possiamo carpire nel testo, il pianeta è stato colpito con una forza tale da generare delle "scaglie" dagli strati esterni che ora orbitano attorno al nucleo incandescente e, nel caso delle più ampie, sono diventare delle colonie dette arche, popolate da umani con poteri sovrannaturali in quanto discendenti di spiriti immortali, da loro visti come divinità. Già da questa premessa capirete come sia necessario accantonare ogni preconcetto basato sulla fisica, sulla geologia e sul buon senso.
La trama segue Ofelia, un'abitante di Anima e in quanto tale dotata di un legame speciale con gli oggetti (che a contatto con gli animisti sviluppano un'anima, appunto) dei quali può leggere il passato; la giovane, in grado anche di viaggiare attraverso gli specchi e di rompere qualunque stoviglia abbia la sfortuna di finirle tra le mani, viene costretta dalla sua famiglia a contrarre un matrimonio di interesse con Thorn, proveniente dalla gelida arca Polo. Ovviamente non viene spiegato perché in questa società sposarsi e metter su famiglia siano tanto importanti, né perché la protagonista -che in questa realtà è nata e cresciuta- sia restia ad accasarsi, al punto da aver già rifiutato diversi pretendenti. Dopo una breve introduzione su Anima, la maggior parte del volume è dedicata al viaggio verso Polo e ai primi mesi in questo ambiente fatto di antagonismi tra clan e crudeltà gratuite, dove l'ingenua Ofelia è a suo agio quanto la sottoscritta che entra al Lidl con la mascherina quando non la portano più neppure i commessi.
Pur risultando molto scorrevole alla lettura, il volume presenta uno sviluppo decisamente lento della narrazione, perché per quasi tutto il libro la protagonista non ha un suo obiettivo: si limita ad apprendere nuove informazioni su Polo e i suoi abitanti e a cercare di sopravvivere, ma non trattandosi di un thriller d'azione questo non è sufficiente ad ottenere un buon ritmo. Solo verso l'epilogo sembra che la ragazza giunga finalmente ad una risoluzione sul suo futuro; peccato che tutto il resto del cast punti fermamente in tutt'altra direzione! e si tratta tra l'altro di un finale atipico, in cui non si arriva ad alcuna conclusione perché la cara Christelle si limita a troncare di netto una scena.
Ma accantoniamo un attimo le lamentele per parlare di un elemento che grosso modo mi ha convinta: i personaggi. Innanzitutto vengono descritti in modo vivido e dettagliato -rendendoli così subito identificabili dal lettore-, inoltre voglio spezzare una lancia in favore di Ofelia che sarà anche tonta ma almeno ha il coraggio di riconoscerlo e cerca genuinamente di migliorarsi. Devo dire poi che, quando l'azione cambia location nella seconda metà del libro, entrano in scena alcuni tra i personaggi migliori, dai quali mi aspetto molto nei seguiti. Sulla figura di Thorn voglio sospendere invece il mio giudizio, che per ora non sarebbe comunque troppo lusinghiero, in attesa di scoprire qualcosa di più concreto oltre lo stereotipo dello stronzo violento che cela un animo sensibile e tormentato dai traumi infantili.
Alla pari dei personaggi, il world building viene tratteggiato con cura e grande fantasia, soprattutto nei piccoli dettagli magici, e appare come uno degli aspetti migliori del libro. Almeno fino a quando non ci si rende conto che è appunto solo apparenza: tutta estetica atta a distrarre il lettore dalle incongruenze di questo mondo fantastico e delle sue regole magiche, che seguono i piani di Dabos anziché la logica. Questa ricerca della bellezza si riflette anche nei dialoghi, che spesso suonano artefatti e pomposi.
Devo però ammettere che "Fidanzati dell'inverno" ha saputo intrattenermi e divertirmi molto: mi è piaciuto perdermi per un po' nella sua atmosfera fiabesca, a metà tra un mondo creato da Diana Wynne Jones e quello di un classico Disney, e tutto sommato sono soddisfatta di come l'autrice ha affrontato il tema dei legami familiari tossici. Spero che i prossimi libri acquistino un tono più maturo, accompagnando di pari passo la crescita della protagonista.

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