Dettagli Recensione
Il dubbio
Da quando Amani ha lasciato la sperduta cittadina di provincia in cui è nata e cresciuta per unirsi ai ribelli che aspirano a sconfiggere il crudele sultano Oman e mettere sul trono il suo legittimo erede, il Principe Ribelle, è cambiato tutto. Ha combattuto al fianco di Amhed, Shazad, Jin, Hala, Imin, è diventata una di loro e per loro ha versato il suo sangue. Ha scoperto cosa significa dare la propria vita per gli altri e amare un'altra persona più di tutto il resto. Ha svelato il mistero delle sue origini e ha iniziato a scoprire chi è davvero. Ha imparato a essere parte di qualcosa, a lottare con i suoi compagni come un sol uomo, a credere in una missione che non sia soltanto la propria libertà, ma quella di tutta il Miraji, stretto nella morsa di un sovrano usurpatore che ha venduto il paese agli stranieri, opprime il suo popolo e schiaccia ogni opposizione senza pietà. Non è più la ragazzina che credeva solo in se stessa e combatteva solo per se stessa. Adesso Amani crede in qualcosa di più grande di lei, ha trovato il proprio posto nel mondo ed è disposta a tutto pur di proteggerlo, anche se questo significa ritrovarsi prigioniera nell'harem del sultano, a Izman, la capitale del regno. Dopo aver attraversato il deserto in lungo e in largo nel primo libro della saga, "Il tradimento" si svolge quasi per intero in un nuovo, affascinante scenario, fra intrighi di palazzo, concubine e ritorni inattesi di vecchie conoscenze.
Chiusa in una gabbia dorata, Amani è di nuovo sola e può contare solo su stessa per sopravvivere. È cambiata profondamente dai tempi di Dustwalk, e la sua evoluzione come personaggio è una delle più profonde e interessanti mai viste in uno young-adult, eppure ora tutto potrebbe cambiare di nuovo: la vicinanza al sultano le permette di conoscere il famigerato nemico della ribellione e fa nascere dentro di lei il dubbio, spingendola a interrogarsi sul senso delle azioni che compie, il significato del potere e la reale capacità di governare di Amhed. Il suo Principe Ribelle, onorevole, generoso, premuroso con gli altri, dolce, cauto, riflessivo, sempre pronto ad ascoltare le opinioni dei suoi compagni prima di decidere, incapace di punire chi gli disubbidisce e di imporre la sua volontà con la forza, è un uomo infinitamente migliore di suo padre, ma sarebbe anche un governante migliore? Il sultano Oman, il "cattivo" della storia, è perfettamente descritto dalla penna essenziale ma sempre efficace di Alwyn Hamilton ed è uno dei villain meglio costruiti e più interessanti che si possano trovare in un fantasy young-adult: un "cattivo" che non agisce per pura crudeltà o semplicistica brama di potere, ma perché crede sinceramente di salvare il Miraji e riesce a essere così convincente da insinuare il seme del dubbio non soltanto nella protagonista, ma perfino nel lettore.
A lottare insieme ad Amani contro i demoni interiori e le spie e i pericoli che riempiono lo splendido harem del sultano non c'è nemmeno Jin, prima impegnato in una missione per conto di Amhed, poi scomparso misteriosamente nel deserto. "Rebel", però, non è una di quelle saghe che in realtà, a conti fatti, sono dei romance con appena un tocco di fantasy, la trama poco più che un contorno o uno sfondo per la relazione sentimentale della protagonista. "Rebel" non è una storia d'amore, o meglio, non è soltanto questo. È la storia del Miraji e della ribellione che punta a mettere sul trono il principe Amhed. L'aspetto sentimentale è presente e ha un ruolo abbastanza importante per lo sviluppo del personaggio di Amani, come è giusto che sia, ma non prende mai il sopravvento. Anche in questo secondo volume, come già nel "Deserto in fiamme", a fare da padrona è l'azione, sempre incalzante e coinvolgente. Anche tra le lussuose mura dell'harem, senza pistole, assalti e fughe nel deserto, non si tira mai il fiato. Gli eventi, le sorprese, le svolte di trama si succedono una dopo l'altra e lo straordinario gusto del racconto, che è uno dei maggiori punti di forza della saga di "Rebel", non viene mai meno neppure per una pagina. È così che dovrebbero essere i romanzi perfetti.