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Magnus riuscirà mai a farsi pagare?
"«Che ne dici di questa storia, vampiro?»
«Dico che è pura follia» rispose Simon. «E ha più buchi di Kent Avenue a Brooklyn, che, per inciso, non viene riasfaltata da anni. Non capisco dove spera di arrivare»"
Di solito tendo a scegliere come citazioni delle frasi che richiamino il titolo del libro in questione oppure collegate all'illustrazione sulla copertina, ma per "Città di vetro" ho voluto optare per un breve scambio di battute perché penso che questo dialogo riesca a riassumere in pieno il mio pensiero sulla serie (almeno per ora): è piena di buchi di trama e trovate assurde, però non posso fare a meno di essere genuinamente incuriosita di scoprire dove l'autrice voglia andare a parare.
In questo terzo capitolo, la trama ci porta ad Idris -la patria degli Shadowhunters- anche se non è sempre facile tenerlo a mente: infatti, se si escludono le location diverse, ci ritroviamo sempre con i personaggi conosciuti a New York. La minaccia di Valentine e del suo esercito di demoni diventa sempre più concreta, così i nostri eroi si trovano a dover tentare ogni via per fermalo, mentre sono ancora divisi dai dissidi interni tra Nephilim e Nascosti; un intreccio che ho trovato abbastanza ben gestito e molto più ricco d'azione rispetto ai libri precedenti. Il grosso deficit di questa trama sta nei suoi pretesti fiacchi: le motivazioni che muovono i tre protagonisti sono davvero ridicole, si tratti della sempre presente impulsività di Clary o di un conveniente (ed immotivato) attacco nemico per Jace e Simon.
Pur avendo trovato interessanti diversi sviluppi della storia, mi ha infastidita la rapidità con cui sono stati messi in scena. E questo vale sia per le varie missioni che i protagonisti portano a compimento senza la minima fatica, sia per la risoluzione delle diverse sottotrame romantiche: una in particolare viene sviluppata totalmente off page, tanto da farmi sorgere il dubbio di aver saltato qualche scena. La conseguenza di tutto ciò è ovviamente una narrazione dove si percepisce in modo netto la mancanza del fattore tensione.
Sul versante dei personaggi, ammetto di non provare particolari emozioni per quelli introdotti in questo volume, mentre sui vecchi la mia opinione rimane immutata: i migliori sono quelli secondari, che però dobbiamo sacrificare per lasciare tutto lo spazio ai fastidiosi protagonisti; per lo meno Simon si riscatta un po', dopo tre libri di dubbissima utilità. Mi ha comunque molto divertita notare che ogni personaggio giovane viene descritto come fosse l'esatta copia di uno dei genitori, perché ovviamente tra gli Shadowhunters la genetica segue una logica tutta sua.
Per quanto riguarda world building e sistema magico, preferisco sorvolare: se penso a tutte le regole introdotte da Clare, che vengono smentite dopo tre pagine, mi innervosisco inutilmente. Giusto per menzionare l'esempio più lampante, le difese magiche di Alicante hanno protetto la città per secoli ma in questo libro sono del tutto inutili, tanto che chiunque riesce ad entrare ed uscire senza alcun problema. In pratica, c'erano più controlli da noi ai tempi del lockdown.
Nonostante i molti difetti, il romanzo funziona bene come finale per la serie... peccato che non sia il finale! Ora sono curiosa di sapere cosa succederà nei prossimi tre libri, soprattutto perché gli Strumenti Mortali sono stati scoperti e le poche sottotrame aperte non forniscono indicazioni chiare. Spero soltanto che la cara Cassandra non debba ricorrere a risurrezioni random per giustificare i seguiti.