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Amleto in chiave fantasy
Mi sono interessata a "The Raven Tower" ben prima che venisse pubblicato (e ignorato) in Italia: un adult fantasy con un protagonista queer scritto da un'autrice tanto famosa e premiata non poteva che attirare la mia attenzione. Dopo averlo recuperato in lingua, l'ho lasciato stagionare ben due anni in libreria in attesa di sentire qualche parere in merito, magari da lettori italiani, e... nulla. Sembra che questo titolo -sulla carta molto promettente- sia destinato all'oblio dell'editoria; dubito che la mia recensione possa contribuire a salvarlo, ma proverò lo stesso a portare un po' di attenzione su un romanzo ingiustamente trascurato.
Effettivamente questa lettura potrebbe risultare un po' ostica all'inizio, sia per la presenza contemporanea di più linee narrative che per la scelta di raccontare gli eventi con un mix di prima e seconda persona: il narratore si rivolge direttamente al lettore, non in quanto tale bensì come fosse un personaggio specifico all'interno della storia. Se riuscite ad abituarvi a questa prosa peculiare, siete pronti per una lettura che mescola fantasy politico ed elementi mitologici in un modo inedito.
La prima delle due linee narrative principali riguarda il passato del mondo fantastico creato da Leckie e serve a raccontarci le origini delle numerose divinità che lo popolano, soffermandosi in particolare su un dio con le sembianze di roccia nera e bianca, ossia la nostra voce narrante; la seconda è ambientata invece nel presente, nella confederazione di Iraden, nel periodo tra la morte dell'Instrument (ossia l'animale che ospita la loro divinità protettrice) e la nascita di quello nuovo. Momento delicato perché d'esserci un passaggio di consegne anche tra i rappresentanti umani del dio Raven detti Lease: mentre il vecchio si appresta a sacrificare la propria vita, il suo erede Mawat giunge dal confine meridionale per rivendicare questo ruolo, accompagnato dall'attendente Eolo. L'inspiegabile scomparsa del Lease e l'affrettata ascesa del fratello Hidal danno il via all'intreccio principale, in una narrazione che ricorda per molti versi "Amleto" di Shakespeare.
Ovviamente la parte al passato si focalizza sulla creazione del world building e quella al presente sugli aspetti politici e sulla risoluzione del mistero nella corte della capitale Vastai, ma con il procedere del romanzo i due filoni si avvicinano sempre più. Tra le varie scene, il narratore inserisce anche numerose storie che servono sia ad illustrare dettagli particolari del sistema magico e religioso, sia ad introdurre nuovi personaggi rilevanti.
Come accennato viene inclusa anche una rappresentazione LGBT+, collegata principalmente alla transessualità ma con qualche accenno agli orientamenti sessuali non etero. Non si tratta di un elemento centrale, però ritengo comunque sia stato introdotto in maniera adatta nel testo, soprattutto per la naturalezza con cui i personaggi ne parlano.
I motivi per dare una chance a questo romanzo non sono quindi pochi: un concept originale alla base, un sistema magico ben spiegato e affascinante da scoprire, un intreccio capace di incuriosire ed un paio di personaggi indubbiamente validi. E ora passiamo agli aspetti meno riusciti.
In generale risulta un po' difficile affezionarsi ai personaggi, perché c'è sempre un certo distacco tra loro ed il lettore come se li si vedesse attraverso un filtro dato dalla narrazione della divinità. Un altro problema è rappresentato dalle (fortunatamente poche) scene di combattimento, che non trasmettono mai un senso di tensione o pericolo, oltre ad essere davvero confuse: non è sempre chiaro come un personaggio capiti nel mezzo di una lotta.
E arriviamo all'elefante nella stanza, altrimenti noto come ritmo narrativo. La storia procede in modo terribilmente lento, nonostante non si tratti di un volume lunghissimo: i personaggi ripetono spesso le medesime battute o giungono più volte alle stesse conclusioni. Pur essendo un ritmo adatto ad un fantasy politico, ritengo si potesse tranquillamente fare qualche taglio nel testo, aggiungendo magari quelle pagine nel finale che per contro risulta un po' affrettato.
Come vedete, non si tratta certo di un titolo perfetto, ma penso veramente che abbia le potenzialità per piacere a molti più lettori. E spero di averne incoraggiato qualcuno a dargli una possibilità.
NB: Libro letto in lingua originale