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Shadowhunters. Città di ossa
 
Shadowhunters. Città di ossa 2022-01-24 10:50:35 La Lettrice Raffinata
Voto medio 
 
2.8
Stile 
 
2.0
Contenuto 
 
3.0
Piacevolezza 
 
3.0
La Lettrice Raffinata Opinione inserita da La Lettrice Raffinata    24 Gennaio, 2022
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Pensavo peggio (in senso buono, però)

Come la serie The Witcher mi ha tenuto compagnia durante il 2021, così i primi libri dell'universo narrativo Shadowhunters saranno una parte consistente nelle mie letture per quest'anno. Premetto che, pur non essendomi mai interessata a questa serie a causa delle abominevoli cover nostrane, conosco già la storia per aver sito la serie TV di qualche anno fa; e questo è forse il motivo per cui i colpi di scena mi sono risultati tanto prevedibili. Avevo però sentito che erano state apportate diverse modifiche nell'adattamento, quindi spero ancora che i seguiti mi sapranno sorprendere.
L'intreccio narrativo si sviluppa in modo davvero rapido, senza tempi morti (al massimo ci sono scene fini a se stesse), e segue le avventure dell'adolescente Clarissa "Clary" Fray, aka la classica protagonista YA: si sente diversa dagli altri, è bellissima ma non lo sa, ha un amico del cuore che le muore dietro e detesta qualunque personaggio femminile venga anche solo menzionato di striscio nel testo. L'estate della nostra eroina viene stravolta quando scopre l'esistenza del Mondo Nascosto, popolato da ogni sorta di creatura fantastica, ma soprattutto quando questi esseri attaccano la sua casa e rapiscono la madre; da qui parte la missione di Clary per salvare la donna, missione nella quale avrà il supporto di un gruppo di giovani Shadowhunters, l'equivalente della polizia in questo mondo sovrannaturale.
Ammetto di aver affrontato questa lettura in un'ottica prevenuta, ed ero già pronta a maledire la me stessa del passato per aver acquistato i libri; inaspettatamente, sono però riuscita a trovare qualcosa di positivo in "Città di ossa". Innanzitutto approvo in pieno la scelta di raccontare la storia in terza persona, perché rimanere prigionieri nella testa di Clary sarebbe stato un incubo; la narrazione ha poi un ritmo tale che risulta impossibile annoiarsi, inoltre abbiamo alcuni personaggi parecchio interessanti anche se marginali (in particolare ho apprezzato Raphael, Alec e Magnus) e un world building che mi ha incuriosita molto: non vedo l'ora di esplorarlo maggiormente nei seguiti! Ho anche trovato la parte romance meno predominante di quanto mi aspettassi; e sì, c'è un mezzo-quadrilatero scemo, Clary è davvero urticante e il capitolo conclusivo è di pessimo gusto vista la direzione presa dalla trama, ma per lo meno non è questo il fulcro della storia.
E ora passiamo ai tasti dolenti, che non sono pochi anche tenendo a mente la data di pubblicazione. Come già accennato, abbiamo una protagonista a dir poco fastidiosa oltre che del tutto incoscien... cioè, coraggiosa! e il resto del cast ricalca dei ruoli abbastanza stereotipati quindi (a parte le eccezioni già menzionate) non mi ha colpita particolarmente. Ci sono poi delle incongruenze a livello narrativo -ad esempio, Simon che dice di voler passare in serata e poi si presenta a casa di Clary dopo dieci minuti- che si potevano sistemare con una semplice rilettura; altre inconsistenze sono invece un po' più problematiche: l'immotivata presenza di Simon alla festa, l'ignoranza dei giovani Shadowhunters sul passato della loro stessa organizzazione, oppure le tempistiche incomprensibili nei piani dell'antagonista.
Il vero problema di questo libro è però lo stile di Clare, della quale avevo letto fin'ora solo la serie Magisterium, che però rientra nel target middle grade ed è stata scritta assieme ad un'altra autrice. La prosa non ha nulla di personale, se si escludono le metafore banali oppure nonsense ed i riferimenti al mondo dell'arte che dovrebbero convincerci della grande passione di Clary; il testo è inoltre farcito da pesanti infodump, che sembrano vere e proprie lezioni non richieste sul world building, e dagli ingenui tentativi dell'autrice di creare tensione ed atmosfera, purtroppo senza risultato. Però bisogna ammettere che si percepisce il suo desiderio di non prendersi troppo sul serio, cosa che ha spinto anche me ad essere più tollerante nella valutazione.

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