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La signora del lago
 
La signora del lago 2021-11-17 09:23:51 La Lettrice Raffinata
Voto medio 
 
3.3
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
3.0
Piacevolezza 
 
3.0
La Lettrice Raffinata Opinione inserita da La Lettrice Raffinata    17 Novembre, 2021
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Nella TOP 3 delle scuse più ridicole per bombare

Premetto che questa recensione conterrà lievi spoiler relativi agli avvenimenti di questo libro e dei precedenti. Ritengo inverosimile che una persona del tutto estranea alla serie si fiondi a leggere un commento al settimo romanzo, ma un piccolo avviso non costa nulla.
Nel 1999, anno di pubblicazione de "La Signora del Lago", il caro Andrzej dev'essere stato infoiato come un mandrillo; come spiegarsi altrimenti le dozzine di scene pseudo-erotiche e le centinaia di riferimenti sessuali all'interno di questo romanzo? Normalmente non mi lamenterei -infatti negli altri libri della serie non l'ho fatto- ma qui arriviamo al ridicolo: non passano più di cinque pagine senza che una donna salti addosso a Geralt, qualcuno tiri fuori delle scuse allucinanti per farsi Ciri o Yennefer, oppure un personaggio random ci delizi con una canzoncina sconcia.
Per quanto riguarda la trama, la mia impressione è che dopo l'epilogo de "Il tempo della guerra" Sapkowski abbia deciso di seguire una sola linea narrativa, ossia quella dei protagonisti che si cercano a vicenda, e con questa misera idea sia riuscito inspiegabilmente a scrivere ben due libri e mezzo! Infatti, per la prima metà de "La Signora del Lago", la narrazione si focalizza ancora sul viaggio dei nostri tre eroi: dopo una pausa di alcuni mesi, Geralt e combriccola partono per salvare Yennefer grazie ad una convergenza di colpi di fortuna assurda; dall'altra parte troviamo Ciri -ormai con così tanti titoli regali ed appellativi da far invidia a Daenerys Targaryen- che lascia l'isola (per nulla) felice degli elfi e, con una serie di aiuti ancor più assurda, cerca a sua volta di salvare la madre. E se la parziale incompetenza di Geralt non mi stupisce troppo, ammetto che la passività di Ciri in questo romanzo mi ha davvero delusa, soprattutto dopo i passi in avanti fatti ne "La Torre della Rondine", perché qui sembra incapace di procedere nella sua missione senza l'intervento di terzi.
Sullo sfondo si continua a parlare della guerra tra Nilfgaard ed i regni del Nord, guerra che per i protagonisti rappresenta al massimo una scocciatura che li costringe ad allungare un po' la strada, quindi non vedo perché dovrebbe interessare noi lettori. Lo stesso discorso vale per la profezia catastrofica degli elfi, la minaccia dell'epidemia ed il presunto lavaggio del cervello fatto a Yennefer, tutti elementi che sembrano completamente dimenticati nell'epilogo.
In generale, leggendo questa serie ho pensato più volte che l'autore non avesse le idee chiare, ma la presenza di molti dettagli che collegano gli eventi sembra smentire questa teoria. A questo punto direi che Sapkowski è molto capace nel prestare attenzione alle singole scene e molto meno nel tessere un disegno ampio: approvo pertanto i riferimenti tra i diversi elementi, ma boccio lo slegamento generale che costringe il lettore a ricostruire mentalmente la cronologia della storia ad ogni nuovo capitolo. Sono presenti anche delle piccole incoerenze, come l'improvviso ruolo attivo di Regis -tanto immotivato quanto conveniente- che mi spinge a chiedermi perché non si sia dato da fare nei romanzi precedenti.
Il difetto principale de "La Signora del Lago" è da ricercare però negli antagonisti principali. Due di loro vengono presentati come invincibili, per poi essere tolti di mezzo senza troppe difficoltà, perfino senza che i protagonisti elaborino uno straccio di strategia; il terzo si redime di botto, trasformandosi in un personaggio quasi positivo, dopo aver causato la morte di svariate migliaia di persone innocenti.
Per il resto, abbiamo una conclusione (almeno sul piano cronologico) in linea con la serie e una svolta molto apprezzabile data dai viaggi nello spazio-tempo e dai tanti riferimenti al Ciclo Arturiano. Il voto sarebbe anche potuto essere più alto, dal momento che l'odioso Ranuncolo ci ha liberato dalla sua presenza per la maggior parte del volume; invece non lo sarà, sia perché il personaggio sfugge ancora alla morte dolorosa che gli ho augurato per sette romanzi, sia perché l'ultimo libro "La stagione delle tempeste" è ambientato anni prima e pertanto ce lo troveremo di sicuro nuovamente tra i piedi.

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