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Infiniti libri, infinite vite
“Ogni singolo libro contenuto in questo luogo, ogni singolo libro di questa intera biblioteca – a eccezione di uno solo- è una versione della tua vita. Questa biblioteca è tua. E’ qui per te. Vedi, l’esistenza di ognuno può prendere infinite strade. Questi libri sugli scaffali sono la tua vita, e iniziano esattamente nello stesso identico momento. Adesso. Mezzanotte. ...Ma tutte queste possibilità di mezzanotte non sono uguali”.
La sinossi di questa “favola filosofica” di Matt Haig è contenuta proprio nella citazione: la protagonista, Nora, insoddisfatta della piega presa dalla propria esistenza, in crisi nel gestire le relazioni personali (in primis con il fratello), ed in definitiva piuttosto depressa, tenta di suicidarsi. Viene invece catapultata in un limbo tra la vita e la morte ritrovandosi all’interno di una biblioteca sterminata, infinita, con gli scaffali pieni dei libri delle sue possibili vite, che magicamente le concederanno nuove opportunità, provando così a sperimentare potenziali esistenze alternative frutto di tutti i rimpianti maturati.
Precedentemente ho usato il termine favola perché Matt Haig propone al lettore una storia magica, dal sicuro appeal, in quanto il desiderio di vivere infinite esistenze, di potere scegliere vite alternative provando finalmente a capire “come sarebbe stato se avessi scelto così….” è insito in ogni individuo. Allo stesso tempo però questa favola solo apparentemente leggera, svela contenuti più profondi, filosofici, che sconfinano anche nel campo della fisica (quantistica) considerato che l’autore sostiene la teoria del “multiverso” dell’esistenza di mondi alternativi a quello nel quale viviamo, con infinite esistenze tutte ugualmente possibili. Nora saltando di vita in vita, trovandosi di volta in volta nei panni di una nuotatrice ex olimpionica, di leader di una band musicale di successo planetario, di una glaciologa, o semplicemente sposata con il suo ex e tanto altro, imparerà a riflettere sul senso della vita, sul fatto che alla fine “L’unico modo per imparare è vivere”, che i rimpianti forse sono solo frutto di nostre congetture in quanto non esistono a priori scelte giuste o sbagliate perché le variabili da considerare sono troppe e sfuggenti.
Nora apprenderà che “...quell’albero che è la nostra vita – dà origine a dei rami, che si moltiplicano a loro volta in altri rami….In ogni istante di ogni giorno si formano nuovi rami”.
L’autore affronta con leggerezza, ma senza risultare banale, riflessioni comuni a tanti individui perché ci ricorda che il senso di smarrimento, di insoddisfazione, sono parte della natura umana, ma allo stesso tempo si deve pensare che forse il segreto ad un approccio positivo sta nel fatto che “la tristezza è parte intrinseca della trama della felicità. Non si può avere l’una senza l’altra”. La soluzione va trovata nel rapporto con la realtà, con la natura ed a tal proposito strizza anche l’occhiolino a David Thoreau, il filosofo-scrittore americano citato diverse volte nel corso della narrazione.