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Il peso delle ali
Alina è fuggita da Ravka, al di là del Mare Vero. Insieme a lei c’è Mal, l'amico del quale è innamorata da quando era bambina, e al collo porta l'amplificatore realizzato con le ossa del cervo che l'Oscuro l'ha costretta a indossare e di cui non può liberarsi. Nascosta nell'ombra, senza più utilizzare il suo potere, con una nuova identità e una vita che ha troncato quasi ogni legame con il passato, spera di sottrarsi all'Oscuro e al suo piano di dominio del mondo. Eppure Alina non ha portato con sé, nella fuga, soltanto Mal e la collana del cervo. Quel passato che cerca a ogni costo di lasciarsi alle spalle ha tracciato dentro di lei un segno difficile da cancellare e inciso nel profondo, a un livello che neppure il fedele Mal può raggiungere e capire. Fino a quel punto, a vedere così in profondità dentro Alina, è arrivato soltanto l'Oscuro, l'unica persona al mondo che possa capire lei, il suo potere, la brama di luce che la tormenta, e al tempo stesso, paradossalmente, colui dal quale Alina deve fuggire se vuole restare libera e non lasciarsi soggiogare.
Ma forse Alina libera non lo è stata mai e mai più potrà esserlo, soprattutto da quando ha scoperto cosa il suo potere è in grado di fare e ha sentito nascere dentro di sé un bisogno crescente e spaventoso di averne sempre di più. Forse, senza nemmeno rendersene conto, ha già imboccato una strada dalla quale non si torna indietro, quella più difficile di tutte: non la fuga, ma tornare indietro e affrontare il destino. «L'uccello avverte il peso delle sue ali?», le ha chiesto una volta Baghra in sogno. Costretta ad addossarsi la responsabilità della salvezza di Ravka, a compiere scelte difficili, addirittura a trasformarsi in qualcosa che non desidera diventare né riesce a comprendere, Alina avverte ormai tutto il peso delle ali che il suo potere le ha dato.
Di solito i secondi volumi delle trilogie soffrono di una specie di "maledizione": spesso infatti sono una preparazione al gran finale, uno step intermedio tra l'inizio dell'avventura, nel primo libro, e l'attesa conclusione, nel terzo, e quindi il loro contenuto non riesce a essere esaltante. "Assedio e tempesta" non fa eccezione a questa regola o almeno non del tutto. Gli eventi davvero significativi per lo sviluppo della trama si concentrano nella parte iniziale e in quella finale, mentre la parte centrale è dedicata per lo più alla preparazione dello scontro con l'Oscuro e allo sviluppo di personaggi e relazioni. Questo penalizza il romanzo o rende la lettura meno piacevole? Assolutamente no e la differenza rispetto ad altre trilogie sta tutta qui. Punto di forza di "Assedio e tempesta", come già del primo libro, è la scrittura della Bardugo, che riesce a essere coinvolgente, evocativa, curata e descrittiva, ma al tempo stesso essenziale, pulita e concisa, senza mai perdersi in chiacchiere superflue o ghirigori stilistici. Quello che si racconta non è tanto importante quando lo si sta raccontando bene.
Anche il contenuto, però, non è affatto superfluo come potrebbe sembrare: nei capitoli centrali del volume si assiste a un approfondimento dei personaggi già noti, come Alina e Mal, e si va alla (meravigliosa) scoperta di quelli nuovi. Uno degli aspetti più vincenti della scrittura della Bardugo è che i personaggi sono così ben costruiti e ricchi di sfaccettature che non si può prendersela comoda nel giudicarli. Succede sempre qualcosa, a un certo punto, che spinge a ribaltare o comunque modificare la propria opinione su di loro, basti pensare alle scelte di Genia, al cambiamento di Zoya o a quello lentissimo, quasi impercettibile e al tempo stesso evidente, di Alina, che subisce sempre più il fascino pericoloso del potere.
Le riflessioni più significative riguardano forse il personaggio di Mal. Lui è un ragazzo come tanti, un orfano terrorizzato alla prospettiva di perdere la sua migliore amica, l'unica persona alla quale sia mai stato legato. Impara a "vederla davvero" solo quando gli viene portata via per trasformarsi in qualcosa che lui non capisce e che lo spaventa, scopre di provare un sentimento che gli era sempre rimasto celato e nel nome di questo sentimento sfida se stesso, le sue paure e i suoi limiti per restare al suo fianco. Ama Alina, ma non riesce ad accettare fino in fondo cosa è diventata. Darebbe la vita per lei, ma la teme. Vuole lasciarla libera, ma non vuole perderla. Ha paura che Alina sia troppo per stare con un semplice soldato, ma nel profondo vorrebbe che tornasse la ragazzina che aveva sempre bisogno di lui. Mal è una mescolanza perfetta di positivo e negativo e proprio questo lo rende uno dei personaggi più complessi, interessanti e soprattutto umani della saga.