Dettagli Recensione
Top 50 Opinionisti - Guarda tutte le mie opinioni
L'ambientazione è palesemente Bikini Bottom
La lettura di "The Surface Breaks" non è stata decisamente all'altezza del bel ricordo che avevo di "Solo per sempre tua", altro romanzo di O'Neill letto un paio di anni fa che mi aveva decisamente stupita, in particolare per il finale coraggioso e affatto scontato; per contro qui abbiamo un finale fiacco e terribilmente aperto. Ma partiamo dal principio.
Il romanzo si ispira alla storia de La sirenetta, sia la fiaba di Andersen sia il lungometraggio animato Disney (la descrizione di parecchie scene viene ripresa in modo pedissequo), dimenticando nel mentre che si tratta di allegorie rivolte ad un pubblico giovane e per questo molto semplificate: la cara Louise invece le ha prese alla lettera ed ha pertanto deciso di scriverne una nuova versione femminista da opporre ai messaggi chiaramente misogini di quelle precedenti. Incontriamo quindi la nostra protagonista, la sirena Muirgen "Gaia", che condivide con Ariel l'atteggiamento infantile ed ingenuo, oltre ovviamente alla curiosità nei confronti del mondo umano; Gaia ha però delle motivazioni un po' più valide dal momento che la madre era a sua volta affascinata dagli uomini e pare essere scomparsa proprio a causa loro, e questo evento spingerà la giovane a voler andare oltre il regno marino.
A livello di trama ci sono ben pochi cambiamenti rispetto al materiale di partenza, quindi non vi aspettate grossi colpi di scena, neppure per quanto riguarda gli elementi inediti, che vengono esposti al lettore con tanta chiarezza da farlo sentire preso in giro. In generale tutto in questo libro sembra scritto per un pubblico tardo, con gli stessi messaggi e le medesime riflessioni ripetute ogni due righe: capisco che il target di riferimento sono i ragazzi, ma non si tratta per questo di persone sprovviste di memoria a breve termine. Ed il tutto è ancora più ironico se pensiamo che la CE ha applicato sul volume un'etichetta per sconsigliarne la lettura ai lettori giovani.
Per quanto mi riguarda, penso che da ragazzina avrei molto apprezzato questo romanzo, anche se le tematiche vengono esposte con troppa enfasi. E anche adesso ci sono alcune cose che posso sicuramente salvare: promuovo l'intento dell'autrice se non la forma e la caratterizzazione della protagonista, che pur risultando per molti aspetti fastidiosa è verosimile nella sua misoginia interiorizzata, inoltre mi è piaciuto molto il personaggio di Ceto e trovo che il capitolo extra sul suo passato sia godibile, anche se non indispensabile.
Ma passiamo a qualche difetto minore prima di affrontare la balena nella stanza. I dialoghi vengono costantemente interrotti dai pensieri di Gaia o da spiegoni sul world building, e questa scelta stilistica mi ha fatto perdere il filo della narrazione più di una volta. Alcuni personaggi vengono presentati unicamente per dare all'autrice la possibilità di spiegare qualche aspetto del mondo marino: è il caso di Lorelai o della guaritrice con poteri telepatici che per misteriose ragioni non viene usata come spia all'interno di un regno di stampo autoritario. Ho trovato poi fastidioso il modo in cui vengono inseriti alcuni messaggi sul femminismo: un esempio è quando Gaia riflette su come sia ingiusto che il corpo di una donna debba essere a disposizione di chiunque voglia toccarlo, peccato che questa illuminazione le giunga mentre un'innocente sarta le sta prendendo le misure!
Ed eccoci arrivati al problema maggiore, un problema che non avrei neanche tirato in ballo se O'Neill avesse mantenuto il tono fiabesco dell'opera originale, ma così non è stato e l'elemento che più ne ha risentito è indubbiamente l'ambientazione. Per quanto riguarda il mondo umano, passiamo da abiti che necessitano dell'aiuto di una domestica per essere indossati alle minigonne: in un primo momento mi stavo impegnando nel cercare di inquadrare l'epoca storica, ma verso l'epilogo sia io sia la cara Louise abbiamo gettato la spugna. Il mondo delle sirene è ancora più incomprensibile, e se alcune incongruenze possono essere giustificare dal fattore fantasy (la luce del sole che arriva negli abissi, il fatto che tutti parlino la stessa lingua, la capacità di sentire gli odori o di piangere sott’acqua), altre semplicemente non hanno senso: le figlie del sovrano che salgono in superficie da sole, le troppe informazioni sul mondo umano (tra cui il modo in cui misurano il tempo), i poteri magici del tutto randomici e funzionali alla trama, il vaghissimo sistema religioso, le ancor più vaghe Outerlands (magari sarebbe stato utile vedere una sirena venire esiliata, anziché raccontarcelo e basta!) e le convenientissime Sea Laws che tappano i buchi di logica.
A fine lettura mi rimane anche un grande interrogativo: perché includere la figura delle Rusalkas? Tutto sommato, la storia sembra essere ambientata in Irlanda, Paese natale dell'autrice dal quale provengono le Banshee, una creatura leggendaria molto simile alle Salkas. Quindi perché non inserire le Banshee autoctone ma andare a sradicare un essere mitologico dal folklore slavo?
NB: Libro letto in lingua originale
Indicazioni utili
- sì
- no