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Partita a dadi
Finalmente il dado è tratto: Ofelia ha scoperto la verità sulle ragioni del suo fidanzamento con Thorn e la sua presenza sull’arca del Polo ed è pronta a prendere il suo posto a corte, sotto la protezione del sire Faruk, in attesa che la celebrazione del matrimonio consenta al suo promesso sposo di acquisire il potere di "leggere" il libro di Faruk, vera e propria ossessione dello spirito di famiglia del Polo che nessuno, finora, è mai riuscito a soddisfare. Anche se la verità sembra significare la fine di ogni speranza di un rapporto sereno con Thorn, che le ha mentito fin dall’inizio, Ofelia è incuriosita dalla possibilità di "leggere" un oggetto tanto antico e misterioso e soprattutto ansiosa di trovare il proprio posto a corte, un posto che non si limiti a quello di “fidanzata dell’Intendente”. Per affermare se stessa e i propri talenti Ofelia è disposta a barcamenarsi fra gli intrighi, gli inganni e le illusioni della corte, ma la situazione si complica quando la ragazza inizia a ricevere lettere minatorie che tentano di allontanarla dal Polo, minacciando la sua stessa vita, e, nel frattempo, una serie di misteriose sparizioni si verificano una dopo l’altra a Chiardiluna, sede dell’ambasciata.
Il secondo volume della quadrilogia dell’Attraversaspecchi conferma pienamente tutti gli aspetti positivi già emersi durante la lettura di "Fidanzati dell’inverno": l’enigmaticità dei personaggi, che rende molto difficile, se non impossibile farsi un’idea chiara di loro e dei loro scopi fin quasi alle ultime pagine; la conseguente imprevedibilità degli eventi, che aprono strade sempre nuove e inaspettate, stimolando senza sosta l'interesse, l'attenzione e la curiosità del lettore e spingendolo a interrogarsi di continuo su ciò che legge. Si potrebbe dire che la fruizione del romanzo è tutt'altro che passiva e che si partecipa agli eventi, alle indagini, ai pericoli insieme a Ofelia nel senso più autentico e pregnante dell'espressione. Al tempo stesso, in "Gli scomparsi di Chiardiluna" iniziano a delinearsi con maggior chiarezza quelli che sembrano essere gli elementi portanti della saga della Dabos: il libero arbitrio e il rapporto tra umano e divino, temi che senza dubbio spiccano per l’originalità in un fantasy contemporaneo. Ogni uomo, afferma Thorn, avrebbe il diritto di giocarsi a dadi la propria vita e di lasciare che sia il caso, il destino o la propria abilità a plasmare il futuro. Qualcuno, però, molto tempo prima, gli ha rubato i dadi e si è arrogato il diritto di decidere al posto suo. Vale la pena di lottare per restituire i dadi all'umanità intera?
Se nel romanzo, in generale, si può dire che regni l'ambiguità, quasi una caratteristica necessaria del mondo della Dabos, c'è un personaggio fondamentale sul quale invece "Gli scomparsi di Chiardiluna" getta finalmente una luce chiarificatrice, anche se la sensazione è che non tutte le carte siano state ancora scoperte: si tratta di Thorn ed è uno squarcio che rivela tutto il fascino poetico, malinconico e un po' struggente di questo personaggio. Con la sua freddezza da ghiacciolo e l'ossessione per i numeri, la precisione e la razionalità, Thorn non è certo un tipo sentimentale e sembra, nonostante la buona volontà, scarsamente capace di provare un caldo sentimento per Ofelia o di amare qualcuno in generale. Eppure lo squarcio che qui si apre su di lui, la sua storia personale e i suoi reali obiettivi mostra che sotto la spessa coltre di ghiaccio vibra qualcosa di intenso. Sarà sufficiente a recuperare i dadi e a far innamorare Ofelia? La risposta, forse, nel prossimo volume.