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«Tra la vita e la morte c’è una biblioteca. E all’interno di questa biblioteca, scaffali e scaffali di libri che si rincorrono all’infinito. Ogni libro offre la possibilità di vivere un’altra delle vite che avresti potuto vivere. Di vedere come le cose avrebbero potuto essere, se avessi fatto altre scelte… Avresti agito diversamente, se ti fosse stata concessa l’opportunità di gettarti alle spalle i rimpianti?»
Il suo nome è Nora Seed, ha trentacinque anni e la sua vita non è proprio il sogno che si immaginava da piccola quando tutte le possibilità erano aperte e possibili sulla sua strada. Il suo lavoro non le piace e non l’appaga, oltretutto si ritrova a perderlo per “la sua faccia triste”, il suo gatto rosso Voltaire, detto Volts, viene rinvenuto privo di vita, non ha un compagno, i genitori sono venuti meno, con il fratello non riesce a intessere un rapporto nel presente, la sua unica vera amica Izzy si trova in Australia e i legami si sono sfilacciati e a far da padroni nella sua esistenza sono i rimpianti. Rimpianti di un tempo in cui poteva sognare, i rimpianti per quei sogni non intrapresi, i rimpianti per quella carriera sportiva non imboccata, per quel palco non solcato con la band, per quella musica non abbracciata quando avrebbe potuto, i rimpianti per quel padre scomparso troppo presto e che sente di non aver davvero soddisfatto. Perché vivere? Perché continuare ad andare avanti? Cos’ha questa realtà da offrirle? Cosa può dare lei che è una depressa a questo mondo? Due messaggi in segreteria, un biglietto d’addio e il gioco è fatto: Nora ha deciso di smettere di vivere. Ma Nora, tuttavia, non ha fatto in conti con una dimensione parallela dove ad attenderla vi è Mrs Elm, la bibliotecaria che le ha rivolto il gesto gentile per eccellenza quando il babbo è venuto a mancare. Ma cos’è “La biblioteca di mezzanotte”? È un luogo di passaggio, un punto di transizione all’interno del quale poter scegliere di vivere infinite altre vite sino a che non si è giunti a trovare la vita perfetta.
«Quando un gran numero di esseri umani si radunano muovendosi all’unisono, diventano altro. Il ruggito collettivo le fece venire in mente un animale del tutto diverso. Dapprima alquanto minaccioso, come se lei fosse Ercole che affrontava l’Idra dalle tante teste, poi però il suo verso si trasformò in un ruggito di sostegno assoluto, e il suo potere le diede forza. Si rese conto, in quel momento, di essere in grado di fare cose di cui non si credeva capace.»
Ma esiste davvero una vita perfetta? Esiste davvero un luogo in cui il nostro percorso fatti di scelte, sbagli, cadute, sconfitte, vittorie, sorrisi e rimpianti può venir meno per lasciar posto ad una realtà alternativa? Ed è davvero questo ciò che vogliamo? Siamo davvero certi che il luogo in cui vogliamo vivere sia un altro e non la nostra vita stessa? Nora inizia un percorso alla ricerca di se stessa, un percorso che la porterà a vedere la sua vita se avesse intrapreso decisioni diverse, se avesse mantenuto rapporti o se ancora questi fossero venuti meno, una vita in cui è stata popstar internazionale, madre, moglie, proprietaria di un pub. Il lettore, insieme a lei, sarà chiamato a interrogarsi sul suo cammino e, per mezzo degli occhi della protagonista costruita da Matt Haig, richiamerà alla memoria il proprio percorso, le proprie più intime scelte, i rimpianti, i rimorsi e li osserverà da una diversa prospettiva.
«Non devi comprendere la vita. Devi semplicemente viverla.»
Con “La biblioteca di mezzanotte” Matt Haig torna in libreria con un titolo evocativo, empatico e curioso. La storia forse non è delle più originali e risente di una battuta di arresto nella parte centrale a causa del perpetrarsi delle possibili altre vite ma si riprende con facilità tanto da condurre con facilità il conoscitore verso quello che è un degno epilogo fatto di riflessione, gentilezza e buoni propositi. Da leggere e gustare un poco alla volta.
«”Sta per vincere questa partita”, osservò Nora.
Mrs Elm si illuminò all’improvviso. “È questo il bello, no? Non puoi mai sapere come va a finire.” E Nora sorrise mentre fissava i pezzi che le erano rimasti, pensando alla sua prossima mossa.»
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Grazie per la segnalazione, Maria!
Un abbraccio,
Manu