Dettagli Recensione
Racconti di uno strigo
Ho sentimenti contrastanti riguardo questo libro. Fin da piccola ho divorato Fantasy e la conseguenza è che ora ogni storia mi sa di già letta.
The Witcher non sa di già letto, ha la sua originalità, ma che per me è anche un difetto. In questo primo libro, infatti, non abbiamo una storia “classica” in cui il personaggio ha uno scopo, un viaggio, un mentore, un antagonista, un conflitto interiore. Non c’è la dicotomia tra bene e male che tendenzialmente caratterizza il Fantasy puro.
C’è Geralt e ci sono le sue avventure. Ogni capitolo racconta un frammento della vita dello strigo, una battaglia contro un mostro o l’incontro con altri personaggi, e finisce lì. Più che un romanzo è dunque proprio questo: una serie di racconti.
Solo per citarne alcuni, non ha nulla a che vedere con libri come Il Signore degli Anelli, Il Trono di Spade o, contando anche qualcosa di nostrano e di più recente, le Cronache del Mondo Emerso.
Ed ecco il perché dei sentimenti contrastanti. Volevo qualcosa di originale e l’ho avuto. Mi ha soddisfatto? Non lo so.
Passando invece alla questione di come è scritto il libro, ho trovato un po’ noiose alcune parti con dialoghi decisamente troppo prolissi, mentre mi ha infastidito il fatto che durante le battaglie Geralt usi degli incantesimi (i Segni) di cui spesso e volentieri non vengono descritti gli effetti. Così come spesso vengono citati mostri senza dire minimamente cosa siano.
Quindi è un libro che ha le sue pecche, ma non posso negare che sia comunque scorrevole e carino. Non è epico come i sopracitati (e tanti altri ancora), né ha la pretesa di esserlo.
Per il momento ho deciso di continuare col secondo romanzo, che sembra essere della stessa pasta. Vi farò sapere una volta terminato. Sono soprattutto curiosa di capire se saranno sette libri di racconti o se prima o poi anche Geralt troverà uno scopo nella vita per cui combattere, perché al momento non lo ha. Ed è un po’… triste.
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