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La cometa di sangue
«Al gioco del trono o si vince o si muore, non esistono terre di nessuno», afferma Cersei Lannister, regina dei Sette Regni, e ora il gioco del trono si è scatenato. Dopo la morte di re Robert Baratheon, ad Approdo del re la corona poggia sui riccioli biondi del suo primogenito, Joffrey delle case Baratheon e Lannister, ma potrebbe essergli strappata via molto presto. I fratelli di Robert, Stannis e Renly, rivendicano per sé il trono di spade, mentre Robb Stark, proclamato re del Nord dai suoi nobili condottieri, conduce a Sud l’esercito di Grande Inverno in una marcia trionfale contro i Lannister, responsabili della morte di suo padre. L’anziano Balon Greyjoy, intanto, reclama la corona di re delle Isole di Ferro e dichiara guerra agli Stark, che anni prima hanno aiutato Robert Baratheon a sottometterlo.
Mentre divampa la Guerra dei Cinque Re, nel cielo dei Sette Regni compare una cometa rossa come il sangue che inonda le terre d’occidente, un segno nel quale ciascun contendente vede il presagio della propria vittoria, e ad est, al di là del mare, a quella stessa cometa volge lo sguardo Daenerys Targaryen, ultima sopravvissuta della sua dinastia, che con i suoi tre draghi appena nati al fianco cerca un esercito e una flotta che possano restituirle la sua eredità, il trono di spade.
Le ambizioni e la cupidigia di lord, re e regine non sono però l’unica minaccia per la pace dei Sette Regni: oltre la Barriera i Bruti e gli Estranei sono un pericolo sempre più incombente e tuttavia pressoché ignorato dai signori di Westeros, troppo occupati a conquistare castelli e ricchezze per preoccuparsi delle lande gelide e desolate nelle quali un manipolo di Guardiani della Notte, tra cui il bastardo di Ned Stark, Jon Snow, lotta per proteggere gli uomini d’occidente da pericoli così terribili da non poter essere neanche immaginati. Per i Guardiani della Notte, ormai rimasti in pochi e lasciati a combattere da soli, la cometa di sangue significa soltanto una cosa: l’inverno sta arrivando, come recita il motto di casa Stark, e spazzerà via chiunque sarà tanto folle o stupido da non rendersene conto.
In questo secondo volume la saga delle "Cronache del ghiaccio e del fuoco" si conferma il miglior fantasy contemporaneo, originale e innovativo, a cominciare dal fatto che gli elementi fantasy veri e propri – l’ambientazione in una terra inesistente, creature mitologiche, il protrarsi delle stagioni per anni, gli Estranei – non sono una presenza invasiva e si limitano ad arricchire il mondo pseudo medievale creato da Martin e delineato con tale precisione e accuratezza in tutti i suoi aspetti da dare al lettore l’impressione di avere tra le mani un romanzo storico vero e proprio. Il risultato è un’opera fantasy dai toni sobri che si rivolge a un pubblico di adulti o "giovani adulti", una narrazione cruda e realistica che non tace gli aspetti più orribili della guerra, dei giochi politici, della morte, della vita stessa. Quello del "Trono di spade" è un mondo duro e ben poco "fantastico", con pochissimi tocchi di umanità o bontà disinteressata, un mondo nel quale i nostri tempi possono rispecchiarsi e che cattura inesorabilmente il lettore proprio per il suo essere allo stesso tempo così vicino e così lontano da noi.
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Le cronache del ghiaccio e del fuoco sono sicuramente una bellissima saga fantasy ma a mio parere ce ne sono di migliori, come il Signore degli Anelli e le storie del libro Malazan dei caduti di Erikson.
Fammi sapere se alla fine la penserai come me!