Dettagli Recensione
Natale al Castello
Un lussuoso albergo di montagna sulle Alpi svizzere, immerso nelle neve e nella natura. La praticante annuale Fanny Funke, diciassette anni, di Achim presso Brema, che cerca disperatamente di cavarsela tra bambini impossibili, capi terrificanti, macchie di cioccolato, colleghe odiose, un cliente bellissimo e misterioso e il dolce figlio del proprietario dell’hotel. Sparizioni improvvise, gioielli favolosi, ospiti tanto ricchi quanto difficili da accontentare, problemi di cuore, ladri e società segrete. Aggiungete una deliziosa atmosfera natalizia, un po’ di "romance", una bella dose di ironia, qualche episodio tragicomico, un tocco di thriller, shakerate bene il tutto e "Il Castello tra le nuvole" è pronto per essere letto e gustato dalla prima all’ultima pagina.
Meglio conosciuta dai suoi lettori per la trilogia delle gemme, Kerstin Gier mette da parte il fantasy e apre le porte del Castello tra le nuvole, un incantevole, vecchio albergo in stile Belle Époque che deve il proprio nome alla posizione sulla vetta del mondo e dove Fanny, che ha deciso di prendersi una pausa dagli studi, finisce a occuparsi dei terribili, viziati, adorabili bambini degli ospiti dell’hotel. Mentre cerca la sua strada, Fanny si scontra con Tristan, ospite affascinante ed enigmatico, si prende una cotta enorme per Ben, figlio di Roman Monfort detto "l’irascibile" e nipote di Rudi Monfort detto "lo smidollato", proprietari del Castello tra le nuvole, subisce pazientemente i rimbrotti della signorina Müller, la governante, si ritrova coinvolta nei piani di una misteriosa società segreta ed è costretta a fronteggiare pericolosi criminali internazionali, anche se niente è peggio del dover sopportare le quattro colleghe stagiste che la guardano dall’alto in basso e le giocano scherzi odiosi. A parte forse il diabolico Don, figlio di uno degli ospiti più importanti e facoltosi dell’hotel, che si diverte a spadroneggiare indisturbato e a tiranneggiare la baby-sitter. Nulla a che vedere con la piccola Dasha, figlia di un oligarca russo, dolce e allegra come un uccellino.
Fortuna che, a parte Ben, la nostra eroina ha anche altri aiutanti: ad esempio Monsieur Rocher, il "concierge" storico dell’albergo, saggio, gentile e affettuoso, o Pavel, responsabile della lavanderia, che a vederlo sembra un brutto ceffo appena uscito di prigione, muscoloso, rasato e tatuato, e invece è buono come i dolci di Madame Cléo, la pasticcera, canta arie d’opera tutto il giorno e beve in compagnia del vecchissimo Stucky, custode dell’albergo da tempo immemore, che parla un dialetto incomprensibile e manda giù grappa alle pere come se fosse acqua fresca. Tutti loro e molti altri ruotano intorno a Fanny, una carrellata di personaggi perfettamente scolpiti, comici, odiosi, subdoli, misteriosi, inquietanti, che danno vita a un racconto quasi corale, sebbene il centro della narrazione vivace e brillante sia sempre saldamente occupato da miss Funke.
Forse, però, il vero protagonista è proprio il Castello tra le nuvole ammantato dalla neve, con la sua atmosfera d’altri tempi e l’incantevole veste natalizia, la biblioteca, il centro benessere, la sala da ballo, la scuderia, la giostra con i cavalli: una volta varcata insieme a Fanny la porta girevole che conduce al foyer non vorrete più abbandonarlo. È garantito.