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basi di una saga
Breve premessa: chi si aspetta l'avvio di una mitologia epica eviti di iniziare a leggere questo ed i successivi sette libri di Sapkowski che hanno come protagonista lo “strigo” Geralt di Rivia. Capolavori come il Signore degli anelli, tutta la saga di Shannara di Terry Brooks o i testi di David Eddings e finanche Il trono di spade e seguenti hanno infatti rappresentato per il sottoscritto le basi del fantasy, assurgendo a livelli molto alti (senza voler essere blasfemi) come l'Odissea, L'Eneide o L'Iliade. Qui siamo su sentieri più bassi, su una qualità ottima e tematiche scorrevoli e piacevoli. Ma da questo punto di origine, rappresentato da “Il guardiano degli innocenti”, balza agli occhi il diverso approccio sulla materia e lo sviluppo del e dei personaggi. In primis lo strigo (che assomiglia un po' all'elfo nero Drizzt Do'Urden creato da R.A. Salvatore) , appare al lettore come figura singolare, semplice, con caratteristiche evidenti. Non c'è un punto di partenza specifico, una narrazione generale (guerre, ricerche ecc..) ove Geralt si muove. Ci sono sette racconti (frutti di una elaborazione atta a legare i quattro originali apparsi nell'obsoleto “Wiedzmin” testo edito solo in polacco e ceco) che con una certa dose di ironia (evidenti rifermenti alla favolistica con Cenerentola e Biancaneve) propongono lo strigo informandoci brevemente del suo ruolo di cacciatore di mostri quali basilischi, vampiri ecc.. che infestano i villaggi e le città. La professione è altamente disprezzata dalla popolazione e dai nobili, anche se necessaria non soltanto all'eliminazione dei citati ma anche per la liberazione da maledizioni di ogni sorta. Nel mondo di Geralt sono presenti i maghi, i regnanti, i druidi, i cantastorie, i borgomastri, le sacerdotesse ed inoltre elfi, ondine, silvani, nani, gnomi e molte altre creature indicate con i nomi originali in lingua polacca. Nel libro si alternano personaggi affiancati allo strigo, come il bardo Ranuncolo , la sacerdotessa Nenneke e la maga Yennifer. Le vicende sono gradevoli e ben congegnate, e Geralt non viene infuso di un'aura di invincibilità, ma mantiene una dose di umanità che lo rende istintivamente simpatico. Dialoghi e ritmo fanno ben sperare per i futuri romanzi che mi impegno a recensire prossimamente. Non so come giudicare la trasposizione televisiva in serial che è stata annunciata da Netflix. Certamente, considerato che da questi testi è stato tratto un videogioco a quanto pare molto famoso, la mia recensione potrebbe risultare incompleta o non molto attinente e calzante. Soprattutto per i più giovani che, data la mia età senescente, saranno i più numerosi …...