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Shadowsong
 
Shadowsong 2019-04-08 18:34:26 Violet H.
Voto medio 
 
3.5
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
3.0
Violet H. Opinione inserita da Violet H.    08 Aprile, 2019
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SONO LE SPINE A RENDERE BELLE LE ROSE

Nel primo volume della serie, Wintersong, la magia era così dannatamente intensa, bellissima. Mi affascina molto il mondo delle fate, dei goblins, degli elfi, qualsiasi creatura o incanto che riguardi il misterioso “popolo di sotto”, e penso non sia affatto semplice scriverne. Devi usare l’immaginazione e utilizzare miti reali, fare ricerche e capire quali leggende sono più adatte alla tua storia così da utilizzarle saggiamente.

Mi piace la musica ma non sono una fan degli strumenti musicali, quindi per me è stata un'esperienza nuova leggerne in un tale singolare contesto.

Troviamo di nuovo Liesl, e con lei il Re dei Goblin, sua sorella Kathe e suo fratello, un changeling. Questa volta il tema è più oscuro rispetto al primo volume, perché il Sottosuolo è a caccia di ciò che gli appartiene per diritto, ovvero persone che sfuggirono alle antiche leggi e dunque devono ritornare là dove sono pretese.

Penso sia ragguardevole il fatto che l’autrice sia stata capace di condensare così tante cose (elementi e scene) in un solo libro. Shadowsong è più pesante di Wintersong, sia in senso positivo che negativo. Poiché questa volta spendiamo la maggior parte del tempo nel “mondo di sopra”, scappando a gambe levate dal Re dei Goblin e dalla sua spaventosa armata fantasma assetata di sangue.

Si è trattato di un viaggio enorme per Liesl, e anche per suo fratello, Josef. Entrambi appartengono al Sottosuolo, ed entrambi, quando si allontanano da esso, si trasformano in fiori senza la terra: appassiscono dentro, diventano apatici e confusi, lentamente sviluppano una sorta di “malattia mentale” a causa della distanza dalle loro vere radici. (Pun intended!)

Oh, ma il pericolo non si nasconde solo nel Sottosuolo, no, no. Scopriamo che ci sono altre persone che sono sfuggite alle antiche leggi e che per questa ragione devono pagare un prezzo molto alto che simpaticamente involve sacrifici di sangue… In questo caso, Liesl e suo fratello. Ma perché? Non posso dirlo, dovrete leggere il libro per scoprirlo!

Ad ogni modo, cominciamo dall’inizio! Liesl ha ripreso a vivere la sua noiosa vita banale con sua sorella, sua madre e Constanze nel loro piccolo villaggio povero e pieno di superstizioni. Non è più la moglie del Re dei Goblin, ora è di nuovo la persona che era prima di incontrarlo: una semplice, piena di immaginazione e insoddisfatta giovane ragazza… Ma, allo stesso tempo, una Liesl totalmente diversa. Può percepire cose che la maggior parte delle persone non può, a causa del “tocco dell’elfo” che maledice chiunque entri in contatto con il popolo fatato facendolo impazzire, costringendolo a vedere e sentire ciò che il resto del mondo non può né vedere né sentire. Liesl ovviamente non desidera niente di tutto questo. Vuole la pace, sfuggire i sentimenti che prova per il bellissimo Re… E il destino le fornisce l’opportunità perfetta per fare un tentativo.

Si unirà, insieme a Kathe e a suo fratello a Vienna. Finalmente!

Ma… suo fratello non è più lo stesso. Sfortunatamente si trova troppo lontano da lei, la sua musa, e dalla sua “casa”… La sua natura, la sua anima, è profondamente tormentata. Sta appassendo. Le uniche cose che sembrano mantenerlo sano di mente (almeno un po’) sono la sua musica e il suo gentile amante, Francois.

Così ora ci troviamo catapultati a Vienna. Liesl e Kathe sono infatti le graziose ospiti di questa misteriosa coppia che apparentemente è una grande fan di suo fratello… e della sua musica innaturale. Ma ovviamente le cose non sono semplici come sembrano, per niente. Provate a indovinarne la ragione, vi sfido!

Liesl è tormentata dalle memorie del suo amore perduto, che sta lentamente trasformandosi in un mostro senza emozioni, pagando il prezzo della sua scelta di lasciarla andare. Lei riesce a sentire il suo dolore e lui percepisce la sua solitudine. Si bramano con la stessa intensità. Entrambi mostri per questo mondo.

Liesl è condannata a fare una scelta. In realtà, più di una. Fa del suo meglio, ma le antiche leggi non perdonano, non mostrano pietà verso nessuno. Così la sua scelta costringe sia il Re dei Goblin che Josef a compiere una scelta a loro volta.

È stata una lettura veloce (ho divorato specialmente la parte centrale e finale del libro) e così intensa che non posso davvero spiegare come si sono svolte esattamente le cose in questo secondo capitolo della storia. Ma posso dirvi che vale la pena di leggerlo perché possiede un’atmosfera oscura e fiabesca che incanta il lettore. Troviamo amore, pazzia, talento e sacrificio in questo libro, tutti buoni ingredienti per un fantasy.

Una cosa che ho particolarmente apprezzato: l’autrice ha rivelato, alla fine del libro, che questi racconti sono in parte una riflessione del suo spirito, dei suoi disagi mentali.

Dobbiamo imparare ad amare noi stessi prima di tutto. E ci sono persone là fuori che saranno capaci di amare il nostro lato danneggiato, brutto e mostruoso facendoci sentire speciali malgrado tutte le nostre imperfezioni e i difetti.




SPOILER QUI SOTTO! SIETE STATI AVVERTITI! (Se state leggendo ugualmente sappiate che mi piacete perché siete dei ribelli! ;)

Okay, nella mia opinione Francois si è arreso troppo in fretta, senza nessuna esitazione, quando Josef gli ha mormorato il suo addio. Avrebbe almeno potuto spendere un paio di lacrime per il suo amore perduto, ma niente. Erano così carini insieme, e finisce così? Non penso sia giusto, per niente.

E riguardo Liesl? È davvero felice di concludere la sua storia come moglie del “c’era una volta il Re dei Goblin”? Meh. Certo, finalmente sono liberi di stare insieme, quindi è un finale felice, tutto sommato. Ma io amo i mondi fantastici, quindi sarei stata più felice se le cose si fossero risolte in modo che potessero vivere nel Sottosuolo come amanti immortali.

Il particolare (rilevante) che avevo intuito fin dall’inizio era che sarebbe stato compito di Liesl dare un nome al Re dei Goblin. Lui dopotutto non ricordava chi fosse, non lo aveva mai saputo. E quando doni un nome a qualcosa o qualcuno esso diventa parte di te.

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WINTERSONG
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