Dettagli Recensione
Una strega americana a Londra!
Prequel della saga “Shadowhunters – The Mortal Instruments”, questa trilogia narra eventi avvenuti a Londra nel 1878; in particolare, racconta le avventure battagliere e amorose di Theresa (Tessa) Gray, William (Will) Herondale e James (Jem) Carstairs.
Dopo la morte della zia Harriet, Tessa raggiunge suo fratello Nate a Londra. O almeno, questo è quello che sarebbe dovuto accadere. In realtà, una volta sbarcata nel vecchio continente (Tessa viveva a New York), la ragazza viene accolta da due strane signore (le Sorelle Oscure) che cominciano a istruirla nelle arti magiche, o per meglio dire, nell’arte della trasfigurazione. Tessa scopre, infatti, di avere questo particolare e innato potere di poter assumere le sembianze di altre persone, che siano ancora in vita oppure già morte. Il perché le Sorelle Oscure si ostinino ad addestrarla è un mistero, Tessa scopre solo che dopo essersi perfezionata, andrà in sposa uno sconosciuto: il Magister.
Una notte, in preda allo sconforto di stare per addentrarsi in una vita che non desidera, Tessa incontra un bel giovane. Non è il classico incontro che avveniva nella Londra vittoriana, ma un salvataggio fortuito. Will Herondale, uno Shadowhunter, è entrato di nascosto nella casa delle Sorelle Oscure per scoprirne i segreti, dopo che un omicidio lo ha portato a sospettarle. E mentre ficcanasa nelle stanze, giunge nella camera di Tessa.
Non è un salvataggio coi fiocchi, ma dopo una rocambolesca corsa lungo corridoi tetri e laboratori con strani macchinari, i due riescono a uscire dalla casa grazie all’aiuto degli altri Cacciatori giunti sul luogo.
È da questo momento che Tessa comincia a conoscere il Mondo Invisibile: gli Shadowhunters, i demoni, i Nascosti, e si rende conto di non rientrare in nessuna categoria, neanche in quella degli stregoni.
Divisa tra l’amore per due parabatai, vogliosa di scoprire la sua identità e risoluta a salvare la sua nuova famiglia, Tessa si trasforma da una ragazzina insicura a una donna dalle mille sfaccettature. Con lei conosciamo Will, arrogante e spesso crudele con chi gli vuole bene, Jem, tranquillo e pacato, dolce e paziente, Charlotte, una donna forte e indipendente che gestisce l’Istituto di Londra e che deve dar prova delle sue capacità in un mondo governato da uomini, e tutti i personaggi che da secondari prendono pian piano il loro posto nella storia, dalla cameriera Sophie ai fratelli Lightwood.
Questa trilogia mi è piaciuta molto di più della serie “The Mortal Instruments”, Tessa è molto più matura di Clary (che spesso ho trovato troppo sciocca… ma okay, è pur sempre una sedicenne in un mondo pieno di demoni); Will e Jem sono due ragazzi che danno un senso al legame parabatai, qualcosa che Jace e Alec si sognano, secondo me. In generale, in questa trilogia i personaggi mi sono sembrati molto più credibili, più profondi, più reali. I sentimenti che li legano sono più umani (o forse in “The Mortal Instruments” mi cominciavo a stancare del tira e molla tra Clary e Jace?!), vanno oltre le classi sociali e le razze… oserei dire che vanno oltre la morte.
Bella, mi è piaciuta, mi ha emozionato e la consiglio. Anzi, direi che per evitare spoiler, sarebbe da leggere prima della saga madre.
Un suggerimento: non fermatevi al primo libro che a tratti, lo ammetto, più sembrare lento. Non fate l’errore di dire “Will è la copia di Jace”, perché non è così. Personalmente, ho trovato Will molto più “sensato”, la sua arroganza ha un perché, non è campata per aria, come spesso mi è invece parso per Jace (e ora vi starete armando di torce e forconi, lo so! Ma che ci posso fare, Will mi ha emozionato come Jace non è riuscito a fare!).