Dettagli Recensione
Un crescendo di emozioni
Essendo "Le due torri" l'immediato seguito de "La compagnia dell'anello", nella maggior parte dei casi incluso insieme ad esso e al suo seguito in un unico tomo, è chiaro che lo stile e dell'autore non trovino rispetto al libro precedente alcun cambiamento. Nel mio caso ho impugnato un nuovo tomo, ma ho continuato a leggere, com'è giusto che sia, lo stesso libro. Dunque stesse difficoltà (nelle lunghe e dettagliate descrizioni), e stessi pregi.
Tuttavia, la storia de "Il Signore degli Anelli" entra incredibilmente nel vivo ne "Le due torri", e al termine della lettura rimane ancor più impellente il bisogno di sapere come andrà a concludersi questa meravigliosa storia.
Come dicevo "Le due Torri" riparte precisamente dalla fine de "La compagnia dell'Anello". Il libro è diviso in due parti: la prima segue le avventure di Aragorn e i restanti membri della compagnia (compresi Merry e Pipino, seppur inizialmente divisi dagli altri); la seconda segue i passi di Frodo e Sam, incamminatisi verso il Monte Fato per compiere l'opera di distruzione dell'Anello, affiancati da un'insolita guida: l'infido Gollum.
Aragorn, Legolas e Gimli, pur rendendosi conto dell'importanza della missione e convinti che la cosa migliore sarebbe inseguire Frodo e Sam, decidono tuttavia di inseguire i rapitori di Merry e Pipino: partiranno dunque sulle tracce di un'orda di violenti orchi, nel tentativo di salvare i due Hobbit. Lungo il tragitto faranno un piacevole incontro, che li porterà ad incamminarsi verso Rohan, a intraprendere una sanguinosa (e bellissima) battaglia, fino ad arrivare ad Isengard al cospetto della torre in cui si rifugia il traditore Saruman.
Nel frattempo, Frodo e Sam si ritroveranno ad affrontare ogni sorta di pericoli, tutti acuiti dalla presenza di Gollum, chiaramente diviso tra due personalità: quella servile e che preserva ancora un pizzico di bontà, ovvero Smèagol, e quella perfida di Gollum. Mentre Frodo si affezionerà al piccolo e ripugnante disgraziato (e Smèagol a lui), Sam lo guarderà sempre con diffidenza. Tuttavia, la strada per Mordor e per il Monte Fato richiede anche di questi compromessi.
Nell'attesa che "Il ritorno del Re" chiuda il cerchio di questa bellissima storia.
"La guerra è indispensabile per difendere la nostra vita da un distruttore che divorerebbe ogni cosa; ma io non amo la lucente spada per la sua lama tagliente, nè la freccia per la sua rapidità, nè il guerriero per la gloria acquisita. Amo solo ciò che difendo: la città degli Uomini di Nùmenor, e desidero che la si ami per tutto ciò che custodisce di ricordi, antichità, bellezza ed eredità di saggezza."
Indicazioni utili
Commenti
5 risultati - visualizzati 1 - 5 |
Ordina
|
Il figlio di J.J.R. da anni va dicendo che i film hanno trasformato il lavoro di suo padre in un luna park per ragazzini.
Premesso che non sono d'accordo su questa opinione (almeno la edizione cinematografica della Trilogia è un'opera di tutto rispetto) mi rendo conto che ci si discosta moltissimo dall'idea originale dell'A. e si rischia di pubblicizzare un'idea sbagliata sull'opera. Tolkien voleva sanare quella che considerava una gravissima lacuna della letteratura inglese: la mancanza di un ciclo di romanzi epici come ogni grande cultura possiede. In pratica cercava di fare un opera di altissima letteratura.
Non c'è riuscito con tutte le sue opere, intendiamoci. Sotto questo profilo, "Lo Hobbit" è indubbiamente un'opera minore, diretta ad una platea di lettori giovani, ma la Trilogia è ben altra cosa, poi il Silmarillion addirittura esonda in qualcosa che è tra il mistico e l'eccessivamente intellettuale.
Detto questo, penso proprio che vadano letti: ne vale sicuramente la pena.
Grazie per avermi considerato un lettore competente! :)
E grazie a FrancoAntonio per la sua considerazione, che condivido.
Vale.
Vale.
5 risultati - visualizzati 1 - 5 |