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Bellezza crudele
 
Bellezza crudele 2017-12-04 21:01:46 La Lettrice Raffinata
Voto medio 
 
2.0
Stile 
 
3.0
Contenuto 
 
1.0
Piacevolezza 
 
2.0
La Lettrice Raffinata Opinione inserita da La Lettrice Raffinata    04 Dicembre, 2017
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C'era una volta... la confusione

Sarò sincera: non mi sono per nulla informata prima di acquistare questo libro, e solo dopo ho scoperto che quasi tutti l’hanno trovato pessimo; ma ormai i soldi erano spesi, quindi mi sono auto-convinta che gli altri si sbagliavano e io sola avrei capito il vero messaggio del romanzo.
Ed ecco la cruda verità: non c’è nessun vero messaggio da capire. In breve, si tratta di un romance con ambientazione fantasy, senza alcuna pretesa di essere originale o innovativo, neppure in confronto ad altri dello stesso genere. Ah, è anche retelling de “La bella e la bestia”.
Ma cerchiamo innanzitutto di capire cosa intenda la Hodge per ambientazione fantasy. Il Mondo in cui si muovono i personaggi ha il merito di avere una backstory, a differenza di altri romanzi in cui questa rimane un abbozzo o uno sparuto insieme di dettagli che l’autore non si prende la briga di spiegare ai lettori; purtroppo si tratta in gran parte di un’accozzaglia di elementi tra lo storico e il mitologico, che comunque hanno ben poca influenza sulla storia al presente, quindi potevano essere notevolmente semplificati, risparmiando spiegoni inutili e anticlimatici.
Ci troviamo nella terra di Arcadia, un’isola separata dal resto del mondo a causa di un antico sortilegio; qui i demoni fuggiti dal Tartaro (e già si comincia con i riferimenti mitologici inseriti a pieni mani ma con poca cognizione) sono liberi di perseguitare gli umani, facendoli impazzire o perfino uccidendoli. A governarli troviamo invece il Signore Gentile, ossia un demone che da un lato pretende in pagamento un’offerta per tenere a bada queste creature d’ombra, e dall’altro si diletta a stringere con gli umani dei patti che tornano immancabilmente a suo vantaggio.
Nyx è nata proprio grazie ad uno di questi patti e la sua intera esistenza ne risulta marchiata: dal momento che il prezzo del patto è la sua mano, promessa dal padre allo stesso Signore Gentile. Nyx viene addestrata per tutta la vita perché acquisisca le capacità necessarie ad uccidere il demone una volta diventata sua sposa e quindi avvicinatolo a sufficienza.
Nel castello del Signore Gentile, la nostra protagonista, dimenticati nell’arco di poche pagine gli insegnamenti di una vita, scoprirà ben presto che le cose sono molto diverse da come appaiono a chi vive all’esterno, perché anche il mostro peggiore ha dei patti da mantenere e dei padroni ai quali obbedire.
Mi dispiace constatate come l’autrice abbia davvero sprecato delle ottime premesse, dilungandosi in inutili aneddoti mitologici che rubano pagine su pagine alla narrazione o anche inserendo dei dettagli poi dimenticati o poco sfruttati; terminata la lettura, il lettore rimane pieno di dubbi e di interrogativi non chiariti.
Anche tra i personaggi c’è del buon potenziale sprecato: Nyx presenta un carattere insolito e curioso, ed il modo in cui mostra apertamente astio nel confronti di una famiglia tutt’altro che perfetta la rende abbastanza originale; purtroppo, come tante altre prima di lei, viene sminuita dall’evolversi della sua storia (storie?) d’amore e la sua impresa eroica procede più per merito della fortuna e degli aiuti ricevuti che per la sua effettiva abilità.
Dall’altro lato, il protagonista maschile -sebbene sia improprio parlarne al singolare- non ricorda la classica “Bestia”, o meglio non ricorda solo quella: il suo personaggio è quello che più di tutti risente per la scelta della Hodge di mescolare tante fonti ispirative, finendo così per racchiudere (male) in se elementi di Barbablù, Eros e Tremotino.
I comprimari sono in buona parte abbastanza interessanti e piacevoli, senza particolare tentativi di renderli qualcosa di più.
In conclusione, da grande appassionata di mitologia e storia classica, oso dire che l’autrice avrebbe potuto eliminare questi aspetti e trasformare un romanzo maldestramente farcito in uno snello racconto, magari dedicando più tempo ai misteri irrisolti.
In generale, lo stile risulta scorrevole, una volta inquadrata bene la storia di fondo, quindi spero in qualche miglioramento per i prossimi volumi.

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