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La bontà del mostro
È davvero insolito imbattersi in un romanzo young adult dallo stile tanto curato ed elegante. La Taylor dimostra l’abilità necessaria a coniugare una storia incredibilmente originale ad una ricca prosa che, una volta tanto, prende degnamente in considerazione i giovani lettori.
In questo primo volume, di quella che sarà una trilogia, la trama è soprattutto finalizzata ad offrire al lettore un quadro generale dei personaggi principale, nonché del particolare mondo fantasy in cui questi si muovono. Uno dei maggiori pregi de “La chimera di Praga” sta proprio nelle sue ambientazioni: si rimane quasi stregati dalle descrizioni della capitale della Repubblica Ceca, del Marocco e dell’assurdo negozio di Sulphurus. Come accennato, la storia è abbastanza povera di eventi, per lo meno di quelli ambientati nel presente: Karou è una giovane artista che conduce una doppia vita, come assistente della chimera Sulphurus, finché l’incontro-scontro con l’angelo Akiva la aprirà gli occhi su un mondo nascosto, in cui imperversa una guerra secolare tra le chimere e gli angeli.
Uno dei pochi punti a sfavore di questo romanzo è proprio questa guerra, che viene spiegata in modo confuso e un po’ frettoloso; spero che questo aspetto venga chiarito nei capitoli successivi, come pure le dinamiche del regno angelico che finora è rimasto parecchio marginale e nebuloso.
Gli elementi più originali nella trama sono la particolare concezione della magia, sia quella dei denti raccolti da Karou in giro per il mondo, sia quella operata a mezzo dei desideri concessi ai suoi clienti di Sulphurus, che a tratti ricordano un meccanismo fiabesco o anche le promesse da tentatore di Mefistofele nel “Faust”; molto caratteristica è anche la concezione degli angeli come un popolo di guerrieri avezzi al dominio sulle chimere, che considerano esseri inferiori. Ad incuriosire il lettore, e a creare una buona suspense per il seguito della trilogia, contribuiscono poi in buona parte i bizzarri e misteriosi personaggi.
A spiccare nel cast è giustamente la protagonista: Karou è coraggiosa, curiosa e tenace, si dimostra su tutta la linea ben più interessante dell’ “altra” protagonista, Madrigal. Questo rende purtroppo un po’ tediosa la seconda parte del romanzo, in cui la storia di Madrigal è al centro della narrazione, e con lei il suo carattere ben più debole e volubile rispetto a Karou, seppur rimanendo un personaggio positivo e votato al bene. Con Akiva è tutt’altra storia, perché il suo personaggio rimane sempre all’ombra delle due protagoniste e risulta pertanto totalmente dipendente da loro, inoltre per ben due volte abbandona la sua cosiddetta famiglia per un amore ingigantito dalla sua fantasia, senza curarsi del dolore che lascerà dietro di se.
Le storie d’amore in questo romanzo sono un po’ sotto tono e se ne caso di Karou e Akiva ciò può essere giustificato dalla rapidità con cui procede, che pare più una sorta di predestinazione, per Madrigal e Akiva sembra invece che tutto sia basato solo su un’attrazione di tipo fisico, praticamente un colpo di fulmine senza alcuna motivazione più profonda alla base.
Vorrei inoltre dare il giusto credito alla brillante caratterizzazione dei comprimari, in prmis Sulphurus e il suo gruppo di fedeli, che presentano un volto decisamente umano del mondo delle chimere, nonché la “coppia” formata da Izîl e Razgut, grottesco duo capace di mostrare le estreme conseguenze per quelli che cercano di ottenere troppo da un patto con il diavolo.