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Paper magician
 
Paper magician 2017-07-14 07:30:02 Hertzrozen
Voto medio 
 
3.5
Stile 
 
3.0
Contenuto 
 
3.0
Piacevolezza 
 
4.0
Hertzrozen Opinione inserita da Hertzrozen    14 Luglio, 2017
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Una brezza fresca nel panorama fantasy

Occorre, prima di andare a soffermarsi sulla vera e propria recensione di questo libro, precisare una cosa. Paper Magician, come ormai la maggior parte dei libri che leggo, l'ho letto in inglese, nella lingua in cui è stato scritto e della quale lo stile riesco a giudicarlo peggio di quanto non sia in grado di farlo con un libro in italiano. Devo ammettere che, insomma, devo ancora fare pratica con questo aspetto della mia lettura.

E che, ovviamente, la recensione potrebbe contenere minori spoiler. Ho provato a rimuovere quelli maggiori di trama, usando quanto scritto in quarta di copertna come limite di quello che potevo e non potevo dire, ma è possibile che qualcosa sia sfuggito.

Ma parliamo dunque di Paper Magician, un romanzo che ho scoperto per caso, lo ammetto, assieme ad altri che mi sono stati consigliati.

Sicuramente il mondo creato dalla penna di Holmberg è originale, nel senso che la descrizione della magia per come funziona, i limiti ad essa imposti e in generale la cornice che fa da sfondo alla storia della protagonista per una volta esulano da quei canoni che sembrano essere stati imposti dalla narrativa fantasy a chiunque si avvicini a questo mondo. Anche se, sfortunatamente, non è esente da quei cliché che forse si sarebbero potuti evitare, magari cercando di mantenere lo stesso tono del resto del libro (mi riferisco al personaggio di Lira, che per quanto sia a livello di "cattivi" dei libri comunque un po' più originale della media, scade comunque nello stereotipo di strega malvagia che usa arti proibite per ottenere i suoi scopi). Che la magia sia un qualcosa di ormai assodao nel mondo, che le persone non reagiscano ad essa in maniera differente da quanto potrebbero reagire agli effetti della gravità su un sasso che cade è un qualcosa che ho particolarmente apprezzato, così come ho apprezzato il modo con cui essa è stata inglobata all'interno dell'ambientazione (anche se forse anche questa parte sarebbe stata possibile approfondirla ancora di più) e parte integrante di essa e non come qualcosa di... oscuro, relegato a torri e roccaforti isolate e polverosi libri. Viene trattata quasi come una scienza, un qualcosa che ovviamente non tutti praticano (ma in fondo, nemmeno nel nostro mondo tutti conoscono come funziona un acceleratore di particelle o, caso più piccolo, un laser) ma che comunque è presente. E tutti potrebbero averci a che fare prima o poi (si parla di Forgiatori che creano proiettili che non mancano mai il bersaglio ad esempio, implicando che sia possibile per un esercito commissionare proiettili speciali che chiunque può in seguito usare). Su questo non penso di avere molto altro da dire, a parte il fatto che, appunto, si sarebbe potuto ampliare questo mondo di magia, cosa che magari avverrà nel prossimo libro, che ancora non ho letto. Sicuramente la trama di Paper magician, confinata in spazi ristretti, non è la più adatta a mostrare altro fuorché la magia dei Folder (non riesco a tradurre il nome di questi maghi, perdonatemi), quindi in questo si può "scusare".

Punto negativo è, però, quella stessa trama che comunque ha un sentore di originalità che non ritrovavo da tempo in un libro. Perché sembra affrettata, troppo, e la necessità di risolvere il conflitto principale in poco tempo non è purtroppo una giustificazione alla rapidità con cui tutto è stato messo in moto e poi concluso. Personalmente ritengo che solo sul rapporto che si instaura fra Ceony ed Emery si sarebbe potuto scrivere almeno il doppio, così come quello che lega (o forse è meglio dire legava) quest'ultimo e Lira.
In questo, purtroppo, Paper Magician rimane poco più che un romanzo piacevole, sicuramente godibile e pronto a trasportarvi via per qualche ora dal mondo in cui vivete, ma privo di quella profondità (non di messaggi filosofici forzatamente inseriti all'interno quanto di costruzione del mondo e della trama) che lo avrebbe potuto portare ad essere qualcosa di più di un romanzo per riempire le ore dei viaggi in treno o da sfogliare prima di andare a dormire.
Lo stile, comunque semplice e almeno nell'edizione inglese, sicuramente facile da seguire, riesce a tenere il lettore attaccato alle pagine, purtroppo le motivazioni dei personaggi che si muovno all'interno del mondo, non sempre sono all'altezza dell'aspettativa che il lettore si è creato leggendo la prima parte (che, curiosamente, ho gradito molto di più rispetto a quella che inizia con il viaggio della giovane apprendista per recuperare il cuore del suo maestro).

Indicazioni utili

Lettura consigliata
Consigliato a chi ha letto...
La Saga di Terramare, Il nome del vento
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70
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