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Goddess
 
Goddess 2017-06-13 18:30:44 La Lettrice Raffinata
Voto medio 
 
1.8
Stile 
 
2.0
Contenuto 
 
1.0
Piacevolezza 
 
2.0
La Lettrice Raffinata Opinione inserita da La Lettrice Raffinata    13 Giugno, 2017
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Colpa delle Parche

Ultimo volume di una trilogia che iniziai diversi anni fa, “Goddess” si è rivelato uno dei peggiori young-adult nati sulla falsa riga del successo di “Twilight” che abbia mai letto. In questo caso non ci troviamo di fronte ad una schiera di vampiri belli-belli-belli, nonché dotati di super poteri: la sconfinata fantasia della Angelini ha partorito una schiera di semi-dei belli-belli-belli. E dotati di super poteri, ovviamente.
Di per sé non ci sarebbe nulla di grave; purtroppo per l’autrice, io sono una grande appassionata di mitologia e vedere come ci ha pasticciato mi ha irritato non poco.
A rigor del vero, va precisato che alla base di questo romanzo non troviamo la mitologia greca in senso ampio, bensì le vicende collegate alla leggendaria guerra di Troia in particolare, con dei precisi riferimenti all’Iliade, all’Odissea, all’Eneide e -inserimento un po’ forzato e superfluo- ai racconti del Ciclo Arturiano.
Sulla fedeltà ai miti c’è poi da stendere un velo (im)pietoso: l’unico dettaglio riportato fedelmente è il carattere capriccioso degli dei, avvezzi a considerare gli umani come delle creature di cui poter disporre a propria discrezione; per il resto, le informazioni sui miti sono confuse, perfino errate, o per essere precisi adattate alle necessità dell’autrice, il cui intento è far proseguire la trama, non importa cosa debba modificare o inventare.
Altro stratagemma usato dalla Angelini a tal fine è introdurre continuamente nuovi poteri a casaccio. Questo influenza soprattutto il personaggio di Helen che risulta vittima di quello che io chiamo “Effetto Rumplestiltskin”: come il Signore Oscuro della serie TV “Once Upon a Time”, anche la nostra protagonista si ritrova con così tanti poteri e tanti ruoli da renderla per nulla credibile.
Passiamo quindi ai personaggi, cominciando proprio da Helen: si è mai letto di una ragazza più ingenua e falsamente modesta? perché se da un lato abbiamo tutto il cast che la venera e la reputa tanto intelligente senza ragione, dall’altro c’è un’eroina pronta a lamentarsi in continuazione di quanto è bella e potente.
Per gli altri personaggi non ho nulla da dire in positivo, quindi soprassederò: vorrei solo segnalare il modo assurdo con cui vengono accantonati gli adulti, mentre sono i ragazzini a pianificare gli attacchi e a combattere contro i mostri.
Nonostante tutti gli aiuti ricevuti dall’autrice, la trama si dimostra zeppa di errori di logica e di mancata revisione. Ma per questo problema la Angelini trova un escamotage sempre valido: anziché fornire chiarimenti e spiegazioni sensati, ci si limita a dare la responsabilità di tutto alle Parche.
Ciò è utile anche per giustificare situazioni strane o nuovi personaggi che spuntano dal nulla; purtroppo, alla base c’è soltanto la mancanza di una pianificazione ben fatta nei precedenti romanzi.
Quello che più mi rattrista è lo spreco di una così bella occasione, perché dalla sintesi il romanzo sembrava davvero interessante e sarebbe potuto una versione più adulta della saga di “Percy Jackson”.
Sullo stile di scrittura ci aspettano altre lamentele: lo definirei acerbo e i cambi repentini ed immotivati di POV non aiutano certamente il lettore ad apprezzarlo. Nelle scene più adrenaliniche ci sono poi dei punti morti dati da pensieri o frasi inappropriate che fanno svanire la tensione, e in generale la parte degli scontri è troppo frettolosa, come se si volesse concludere il romanzo anzitempo.
Ultima nota, il product placement dell’Ipad di Apple, che viene pubblicizzato in modo davvero sfacciato, ripetendone il nome senza motivo più volte. Non si legge un libro per decidere quale tablet comprare.

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